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ABORTO/EUTANASIA/PAPA. ANCHE NOI PER L'OBIEZIONE DI COSCIENZA DI FARMACISTI E MEDICI
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Comunicato 
29 ottobre 2007 0:00
 

Firenze, 29 Ottobre 2007. Il papa Benedetto XVI, ricevendo in udienza i partecipanti al congresso mondiale dei farmacisti cattolici, ha auspicato che "l'obiezione di coscienza divenga un diritto riconosciuto anche ai farmacisti permettendo loro di non collaborare direttamente o indirettamente alla fornitura di prodotti che abbiano come scopo delle scelte chiaramente immorali, come ad esempio l'aborto e l'eutanasia".
A parte che non ci risulta che la pillola abortiva RU486 sia venduta in farmacia ma, dove ne e' consentito l'uso, e' direttamene fornita agli ospedali, e a parte che non sappiamo quali farmaci abbiano in etichetta la prescrizione "eutanasia", per cui sarebbero non poche le medicine che prese in certe dosi potrebbero provocare la morte... a parte questi particolari, in ambito concettuale di diritto siamo d'accordo col pontefice sul fatto che un farmacista possa non vendere un prodotto contrario alla propria coscienza. Basta che questo, pero', non inibisca la possibilita' di reperire quel prodotto -legale- sul mercato oppure lo renda reperibile con difficolta'. Per cui se ai farmacisti non e' assegnato il monopolio della vendita dei farmaci con ricetta, siamo d'accordo col pontefice. Cosi' come saremmo d'accordo con la persistenza dell'obiezione di coscienza per praticare l'aborto, se quest'ultimo fosse consentito anche nelle strutture private e, soprattutto, l'obiezione riguardasse solo la coscienza del singolo medico e non si trasformasse in un deficit del servizio pubblico, dove l'obiezione di coscienza non dovrebbe quindi essere consentita (ci sono regioni come la Basilicata, per esempio, dove non si puo' praticamente abortire in ospedali pubblici).
Ora, siccome quando parla Benedetto XVI si manifestano schiere di legislatori pronti a trasformare in legge i dettami della loro personale religione, aspettiamo di verificare cosa accade. Con l'impegno che faremo "il diavolo a quattro" per impedire che l'affermazione di una religione sia fatta a spese dei diritti di ognuno.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
 
 
 
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