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RSA chiede soldi della retta al figlio
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Lettera 
5 luglio 2016 0:00
 
Buongiorno,
Vi scrivo perchè sono perseguitato dalla RSA che pretende da me la somma di 4600 euro per la retta di mio padre, mancato più di un mese fa, che era loro ospite. Mio padre, di 84 anni e invalido al 100%, da poco vedovo è stato costretto, vista la sua grave disabilità, ad essere assistito in questa RSA scelta dagli assistenti sociali del comune di residenza (Pino Torinese).
Come da disposizioni degli assistenti sociali, della RSA e dell'ASL avrebbe dovuto pagare una somma pari al 50% della retta mensile (il restante 50% era a carico dell'ASL).
Sotto ricatto della RSA che altrimenti avrebbe rimandato a casa (a morire) mio padre ho dovuto firmare un impegnativa di pagamento, in quel momento avrei anche venduto un rene per non vederlo più in casa a soffrire.
Mio padre percepiva circa 980 euro di pensione e l'importo della retta mensile a suo carico era di gran lunga superiore (circa 1100 euro). All'inizio ho pagato io la retta, facendo un bonifico attraverso il suo conto online (del quale avevo le credenziali di accesso) di una parte della prima rata..
Poi mio padre, che purtroppo non era molto in se, ha chiamato la banca per annullare la possibilità di effettuare bonifici online e si è rifiutato di pagare la retta per alcuni mesi. (circa 4),
Non ho avuto ne il tempo ne le competenze adatte per risolvere questa questione prima che mio padre morisse e ora, a un mese dalla sua morte mi è arrivata una lettera raccomandata dal legale della RSA che mi chiede 4300 euro più 300 di spese legali.
Ho letto ovunque su internet che la retta delle RSA convenzionate spetta solo al paziente e ne risponde con i suoi beni e non ai parenti, inoltre tengo a precisare che farò rinuncia all'eredità di mio padre (non aveva nulla, solo debiti) e che ho un valore isee praticamente pari a zero.
Confidando in una vostro cortese riscontro Vi porgo
Distinti saluti
Alex, da Pino Torinese (TO)

Risposta:
le suggeriamo di leggere il nostro approfondimento sul tema, con particolare riferimento al paragrafo "Le impegnative di pagamento e l'obbligazione alimentare". La via da tentare è quella di contestare la dichiarazione di impegno al pagamento da lei firmata, in quanto nulla o annullabile. Le consigliamo comunque di rivolgersi ad un legale di sua fiducia anche in questa fase, che probabilmente non si concluderà qui. Se come immaginiamo la struttura "restituirà al mittente" le sue contestazioni, dovrà procedere in giudizio.
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Ha risposto Emmanuela Bertucci: http://sosonline.aduc.it/info/bertucci.php
 
 
 
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