Buongiorno,
vi scrivo per avere informazioni in merito a quanto la normativa prevede sul pagamento della retta RSA, illustrando di seguito il caso nel dettaglio: mia zia, di anni 73, è ricoverata in una RSA in provincia di Lecco da oltre tre anni, la cui retta è stata sin dall'inizio integrata dal Comune di ultima residenza in quanto la sua pensione (pensione di vecchiaia più indennità di accompagnamento) non era sufficiente a coprire l'intera somma dovuta.
A partire dal corrente mese, l'indennità di accompagnamento è stata revocata a seguito di revisione sanitaria, pertanto, mia zia, non disponendo più di tale prestazione, non potrà più adempiere al pagamento della retta.
Ho contattato l'assistente sociale del Comune facendo presente il problema, ma mi è stato comunicato che non possono integrare nulla di più oltre a quanto già stanziato.
Allo stato attuale, mi chiedo, essendo mia zia nullatenente e non avendo né marito né figli, i parenti prossimi sono tre sorelle anch'esse anziane con problemi di salute ed economici, quale scenario si prospetterà?
Può la RSA, o il Comune, avanzare pretese di assolvimento del pagamento della retta nei confronti delle tre sorelle, soprattutto nei confronti di colei che ha firmato tutti i documenti per poter autorizzare il ricovero presso la struttura in argomento?
Faccio presente che il nuovo verbale di invalidità civile ha comunque riconosciuto mia zia "invalida ultrasessantacinquenne con difficoltà persistenti a svolgere le funzioni ed i compiti propri della sua età grave 100% (L 509/88 - 124/98).
Ringrazio anticipatamente per la cortese attenzione.
Nell'attesa di gentile riscontro, porgo cordiali saluti.
Simona, dalla provincia di SS

Risposta:
I familiari non possono essere obbligati a pagare alcunchè. Le suggeriamo però, con riferimento al soggetto che ha firmato all’ingresso, di verificare con attenzione la documentazione firmata per escludere che si sia personalmente impegnato al pagamento.