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Detraibilità spese assistenza personale in RSA
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Lettera 
25 febbraio 2020 0:00
 
Buongiorno.
Vorrei segnalarvi un problema di benefici fiscali teoricamente disponibili ma praticamente resi inaccessibili, e avere vostra conferma o meno, e possibilmente feedback su precedenti esperienze in merito. In un secondo momento potrei richiedere assistenza per poter esercitare il mio diritto alla detrazione.
E' noto a tutti (RSA e commercialisti) che è possibile dedurre dal reddito la quota di retta di degenza corrispondente alle "spese mediche e paramediche di assistenza specifica". A tale scopo, a fine anno la RSA fornisce una dichiarazione dell'ammontare di tali spese e il contribuente la porta al suo commercialista/CAF, il quale lo inserisce al rigo E1 o E25 del 730 a seconda dei casi (E1 se la spesa è per se stessi o per familiare fiscalmente a carico o affetto da patologia esente; E25 per familiare disabile anche se fiscalmente non a carico).
Invece, ben pochi sembrano sapere che anche in una RSA - nel caso di persona non autosufficiente e di reddito inferiore a 40mila euro - è anche possibile detrarre le "spese per gli addetti all'assistenza personale". Anche in questo caso, la RSA dovrebbe fornire una dichiarazione dell'ammontare di tali spese (DISTINTA DA QUELLA PER LE SPESE MEDICHE E PARAMEDICHE), da portare al commercialista/CAF, il quale lo inserirebbe al rigo E8 codice 15. L'ammontare di spesa è però limitato a 2100 euro, quindi la cifra massima detraibile sarebbe di 399 euro/anno (2100 x 19%); poco, ma pur sempre qualcosa...
In genere, pare che tutti ritengano che gli addetti all'assistenza personale siano le badanti (lavoratori domestici) assunte privatamente dalla famiglia con inquadramento CS o DS. Quindi il documento di spesa corrisponde al bonifico/ricevuta della busta paga. Quindi nulla a che fare con la RSA.
Invece, come più volte confermato dall'AE in varie circolari e risoluzioni (circ 10 2005, circ 17/E 2006, risol 397 2008, circ 7/E 2018), anche in una RSA possono essere detratte tali spese, purchè certificate dalla RSA separatamente dalle altre.
E non solo in una RSA: vale anche per case di riposo, centri diurni, servizi offerti da cooperative (esempio, i servizi di assistenza domiciliare).
Il primo problema che io ho riscontrato nella mia esperienza personale (figlio di anziana non autosufficiente, prima in RSA, ora in centro diurno, poi in casa di riposo) è che tutti sembrano ignorare questa possibilità.
Il secondo problema - BEN PIU' GRAVE - pare essere che la RSA non ha interesse a certificare tali spese, per varie possibili ragioni (pigrizia, incapacità contabile, dubbi sull'interpretazione, paura di verifiche da parte del fisco…), e quando insito mi rispondono che in verità non hanno un obbligo di legge a rilasciare tale certificazione.
In allegato trovate copia di una interrogazione in Regione Veneto nel 2015, dove veniva DESCRITTO BENE il problema (leggere).
Non mi risulta abbia avuto seguito pratico.
Del resto, l'Assessore non aveva colto il punto...
Vostro parere ed esperienza in merito?
Nicola, dalla provincia di VI

Risposta:
non conoscevamo questa possibilità, che dettagliatamente ci illustra. Dal testo dell'interrogazione e dalle circolari dell'Agenzia delle Entrate pare evidente la detraibilità di tali spese. Nel caso la RSA opponga resistenza suggeriamo di procedere formalmente con una messa in mora, rappresentando che - nel caso la struttura si rifiutasse di certificare gli importi - sarà ritenuta economicamente responsabile per gli importi che non è stato possibile detrarre:
http://sosonline.aduc.it/scheda/messa+mora+diffida_8675.php
 
 
 
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