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Consulenza per quota casa di riposo
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Lettera 
1 marzo 2017 0:00
 
Salve, vi contatto per chiedere parere per mio padre: un passato da professionista come infermiere e poi tecnico radiologo, è stato una persona interamente dedita agli altri, un angelo del fango a Firenze nel '66; dall'età di 55 anni (complici forse due incidenti nei quali riportò traumi cranici) circa cominciò lievemente a soffrire di disturbi della personalità, adesso a 81 anni è residente da ormai un anno in RSA per decadimento cognitivo in paziente psichiatrico in cura con Risperdal Depot presso il centro di salute mentale territoriale per un aggravarsi a partire dai 65 anni di disturbo delirante psicosi, e mania di persecuzione.
Grazie al ricovero in struttura si è stabilizzato e risponde bene a tutte le attività proposte, con percorsi di stimolazione, lavoro di gruppo, mantenimento della memoria e sviluppo dell'autostima.
Ho avuto fortuna di trovare a circa 25 km da casa una struttura davvero preparata per questo tipo di problematica.
Nonostante lo "sconto" praticato dalla struttura per me, che pago in forma privata usando la pensione e l'accompagnamento (INVALIDO PSICHIATRICO AL 100%) le ulteriori risorse economiche che ci servono termineranno.
Gli assistenti sociali mi hanno risposto che:
1-Non si potrà chiedere la partecipazione del comune finché il babbo avrà anche pochi soldi da parte (non ci deve rimanere neanche di che fare il funerale ?)
2-SONO INDISPENSABILI GLI ISEE DI TUTTI I FIGLI per cui essendo tre figlie possiamo anche rinunciare in partenza.
Una mia sorella è invalida, divorziata, con mutuo ed un figlio di 12 anni affetto da emofilia ed accudisce mia madre (si erano separati).
L'altra appena laureata sta facendo solo tirocinio.
Io sono disoccupata da quasi due anni e mi occupo interamente di tutto ciò che riguarda mio padre.
Che accadrà quando finiranno i soldi?
Dove andrà a finire mio padre? Me lo vogliono spedire in Romagna ma non tutte le strutture possono fare un lavoro di questo genere e soprattutto sarei costretta a non vederlo spesso data la distanza, è giusto? Per non parlare di come ciò potrebbe influire su di lui.
Premesso che, se il comune intervenisse pagando la sua parte noi riusciremmo a pagare la restante quota, potete darmi un vostro parere? Potete anche seguirmi nelle pratiche necessarie ovviamente diventando socio sostenitore?
Grazie! Rimango in attesa di un vostro cortese riscontro.
Olena, da Rufina (FI)

Risposta:
la questione è complessa e la invitiamo prima di tutto a leggerne i dettagli nella nostra scheda pratica:
http://salute.aduc.it/info/rettersa.php
In merito al punto 1. le cose non possono stare così come le hanno riferito. I calcoli della retta di ricovero seguono l'Isee socio-sanitaro (per il quale - punto 2. è necessario presentare anche l'Isee dei figli).
Occorre valutare in concreto, carte alla mano, la situazione economica della famiglia, per valutare se sia possibile ottenere il contributo comunale.
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Ha risposto Claudia Moretti: http://sosonline.aduc.it/info/claudiamoretti.php
 
 
 
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