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 USA - USA - Usa. Harvard e' ufficialmente la vera casa delle staminali
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Articolo di Cinzia Colosimo
29 aprile 2004 18:03
 
Il Centro di Harvard e' partito.
Sette scuole di specializzazione, sette cliniche universitarie e quasi 100 ricercatori sono pronti ad entrare in questa struttura-avventura, con quella voglia nascosta che alcuni scienziati hanno di salvare il mondo.
Il nuovo edificio prende il nome di Harvard Stem Cell Institute (HSCI), e' l'orgoglio e il sogno di creare un aiuto pratico alla conoscenza e alla volonta' di conoscenza. Gli esperti si concentreranno ovviamente sulle potenzialita' delle staminali embrionali, ma anche sui misteri e la storia che nascondono. "Il Centro e' una chiave importante per aprire le porte di accesso alle domande irrisolte sulla vita", spiega il presidente di Harvard Lawrence Summer.
Grazie ai finanziamenti privati sara' possibile per i ricercatori lavorare sugli embrioni: il Comitato di ricerca dell'ateneo ha infatti deciso di affrontare apertamente le limitazioni governative senza permettere che intralcino il lavoro. C'e' da dire inoltre che il campus e' una grossa "minestra" di menti, conoscenze e risorse che se opportunamente stimolate possono far accadere grandi cose: la giusta interazione fra scuole di specializzazione e' decisamente una marcia in piu'. Come nota anche David Scatten, co-direttore dell'Harvard Medical School, "Con le potenzialita' che abbiamo sarebbe una tragedia se le sprecassimo comunque. Speriamo tutti di creare una rete di contatti e collaborazioni fertilissima".
Nella fase iniziale i ricercatori dovranno imparare a conoscere fisicamente le strutture e i metodi di comunicazione fra laboratori. In secondo luogo dovranno essere perfezionati i macchinari per la ricerca e la disposizione del materiale biologico, e al contempo seguire la formazione culturale dei collaboratori. Saranno mensilmente organizzati convegni per discutere dei vari problemi scientifici riscontrati, due simposi ciascuno ogni anno e seminari continui. Scatten e Melton, l'altro co-direttore, sperano inoltre di dar vita entro pochi anni ad un unico grande laboratorio comune, una sorta di spazio condiviso dove discutere dei problemi tecnici e nutrirsi a vicenda di novita'.
"Non smettiamo mai di pensare al ruolo che possiamo avere nel cambiare la Salute generale dell'uomo", riflette Scatten. "I risultati clinici ottenuti sui nostri studi ci incoraggiano ad andare avanti, ma non bastano per compiacerci. Abbiamo degli obbiettivi molto alti, e siamo determinati a raggiungerli.
Questo sogno sembra essere un po' di tutti. E in effetti ogni ricercatore che entra li' dentro ha dato molto alla scienza per meritarselo, e si merita di stare in buona compagnia. Vi sono inoltre coloro che lo sentono particolarmente "proprio" per motivi pratici: fra questi Howard Heffron, studente di Harvard classe 1951, che ha donato alla struttura circa 5 milioni di Usd. Perche'? "Perche' volevo colmare un vuoto lasciato appositamente dal mio Governo, per aiutare mia moglie Nancy che soffre di diabete e il mio amico ex direttore della Harvard Low School James Voremberg che lotta contro il Parkinson. Ho visto molte persone soffrire come loro e mi sentivo sempre impotente di fronte alle loro paure. Ora non posso lottare per loro, ma questi ricercatori possono farlo".
 
 
 
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