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 USA - USA - Usa. Harvard decisa a lavorare sugli embrioni: ad aprile pronta anche la struttura
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Articolo di Cinzia Colosimo
4 marzo 2004 17:44
 
Il 23 aprile la Harvard University annuncera' formalmente la nascita di un nuovo istituto di ricerca che si focalizzera' sullo studio delle cellule staminali embrionali.
La notizia ha fatto presto a circolare, dal momento che le staminali embrionali sono un tema che, tra coreani ed elezioni, sta cuore a molti. Il centro e' il frutto di un ingente finanziamento privato, circa 100 milioni di Usd, una sorta di beffa al presidente Bush che in questi giorni piu' che mai e' agguerrito sugli embrioni.
Da Harvard e' giunta solo una breve nota ufficiale che recita: "l'ateneo sta procedendo con la costruzione di un centro per la ricerca sulle staminali. Harvard ritiene che questo strumento sia indispensabile per combattere le piu' gravi malattie umane, e lavorera' entro i limiti stabiliti dalla legge e dai regolamenti per perseguire questo scopo".
Una dichiarazione d'indipendenza e di coerenza, una spinta e un respiro fresco per quegli scienziati che negli Usa incontrano solo "no" e tanti "se". "Harvard ha le risorse, dispone dei mezzi giusti, e francamente ha la responsabilita' di risvegliare questo Governo che sta lentamente spegnendosi", ha dichiarato George Daley, professore associato alla Harvard Medical School and Children's Hospital e uno degli scienziati che ha piu' a cuore il progetto. Alcuni parlano gia' dell'Harvard Stem Cell Insitute come se fosse una realta', ma altri ritengono che Bush non sara' clemente e fara' sequestrare il lavoro non appena sospetti qualcosa di illecito. "Cambieranno idea quando vedranno i risultati", commenta Leonard Zon, presidente della International Society for Stem Cell Research. "Il popolo statunitense non si schierera' contro gli scienziati se questi lavorano per curare le loro malattie".
Nell'attesa comunque, insieme allo scienziato David Scatten, si preparano ad aprire un'altra struttura specializzata che prendera' il nome di Massachusetts General Hospital e che servira' come valido supporto quando dal laboratorio la ricerca passera' al letto del malato.
Tra gli obbiettivi principali vi e' la creazione di una banca che conservi le linee di staminali embrionali che verranno prodotte e distribuite gratuitamente ai ricercatori. Questo genere di strutture generalmente deriva da fondi privati, dal momento che i finanziamenti federali prevedono i costi di base per il laboratorio e il materiale. Ma se quel materiale e quel laboratorio vengono utilizzati per la ricerca sulle staminali embrionali, i finanziamenti possono venir tagliati e lasciare delle intere equipe in balia del nulla. Meglio non rischiare dunque, e appigliarsi a quel "privato" che arriva dove lo Stato non vuole assolutamente intromettersi, e che anzi tende ad allontanare.
L'esempio piu' eclatante e' proprio quello del biologo Douglas Melton , che ha a disposizione degli embrioni soprannumerari donatigli da una clinica per l'infertilita' di Boston, con il consenso dei genitori. Teoricamente non puo' ancora iniziare a lavorare proprio perche' il suo laboratorio e' ancora sotto l'egida economica federale.
In realta' Melton ha solo occultato il suo lavoro per un po', e ha deciso di darlo alle stampe in momenti particolari.
Lo scienziato non solo era in possesso di quegli embrioni, ma grazie a finanziamenti privati e' riuscito a creare 17 linee di cellule staminali embrionali. La notizia era gia' uscita a novembre, ma all'epoca pochi esultarono per il risultato, e solo i piu' convinti criticarono a gran voce. A pochi giorni di distanza della nascita dell'Harvard Stem Cell Institute la notizia invece e' divampata fra l'incredulita' generale e la rabbia di Bush.
Un'altra provocazione quindi. Dopo la California, il New Jersey con il suo governatore pronto a prendere posizioni precise, e dopo i centri privati nati nel Wisconsin e nel Minnesota, negli Usa c'e' fermento. Bush ha "licenziato" due membri del comitato di bioetica perche' troppo permissivi, ma nel contempo il "forse candidato" Kerry elogia la ricerca e accoglie gli scienziati.
Altro dettaglio importante: l'annuncio e' stato fatto a poche ore dalla pubblicazione di uno studio allarmante del National Institute of Health (Nih), secondo cui delle 78 linee di cellule approvate dal presidente Bush per uso nelle ricerche, soltanto 15 sono effettivamente accessibili agli scienziati. Solo qualche settimana prima inoltre, gli scienziati di Harvard sono intervenuti in un articolo di cronaca locale, lamentando il fatto che la clonazione terapeutica e' avvenuta in Corea piuttosto che negli Usa. In quell'articolo Gorge Daley, uno degli esperti di staminali piu' noti, spiegava: "Harvard e' estremamente competitiva. Ed e' sicuramente destinata a far progredire la scienza; ecco perche' dovremmo diventare i leader di questo settore rivoluzionario della medicina". Una sorta di preannuncio dunque?
Secondo il dott. Walter Robinson, direttore associato della Division of Medical Ethics at Harvard, non e' solo un problema di competitivita', ma riguarda da vicino anche la politica. Secondo le leggi in vigore infatti, con il tempo la ricerca in senso lato sulle cellule staminali verra' commercializzata e quindi sottoposta a regole di mercato. "Il problema e' che a lungo andare diventera' solo un gioco finanziario che chiudera' le porte del libero scambio di idee. E in ultimo, diventera' una gara a chi fara' per primo l'annuncio piu' sensazionale".
Le cose, lo ripetiamo, sono comunque in fermento. E non resta che attendere buone nuove, scartando sapientemente scoop o critiche di maniera.
 
 
 
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