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 SPAGNA - SPAGNA - Spagna. Andalusia. Tra scontri e ricorsi si cerca di far partire la ricerca con le staminali embrionali
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Articolo di Donatella Poretti
22 gennaio 2004 20:04
 
Il Tribunale Costituzionale ha deciso di ammettere il ricorso presentato dal Governo centrale contro la legge andalusa sulle cellule staminali embrionali. Questo comportera' la paralisi per almeno cinque mesi della norma in attesa della sentenza, per stabilire se la competenza in materia di ricerca sugli embrioni sovrannumerari e' del Governo centrale o di quello autonomo.
La ministra alla Sanita' Ana Pastor ha giustificato il ricorso spiegando che non c'e' una Spagna "a due velocita' nella ricerca scientifica". Ma la decisione non ha colto di sorpresa la Junta autonoma, e il consigliere per la Salute Francisco Vallejo nel corso di una conferenza stampa ha parlato infatti "della cronaca di un ricorso annunciato", ecco perche' in risposta e' gia' pronto un nuovo decreto che verra' approvato tra il 3 febbraio e il 14 marzo, data delle prossime elezioni. Anche se in questo groviglio di leggi e ricorsi la situazione si complica sempre di piu'.
Per riassumere e semplificare va ricordato infatti che la legge andalusa era impostata sulla vecchia legge spagnola della fecondazione assistita, e prevedeva la possibilita' per i ricercatori di utilizzare gli embrioni sovrannumerari trascorsi i cinque anni dalla loro crioconservazione. Poi e' arrivata la riforma della legge, in cui si prevede la ricerca su tutti gli embrioni sovrannumerari creati fino alla data della legge, ossia il 24 novembre 2003, a patto del consenso della coppia donatrice. E' stato cosi' presentato il ricorso dal Governo centrale contro la legge autonoma, e a distanza di un mese un nuovo ricorso -depositato sempre al Tribunale Costituzionale- e' stato quello della Comunidad Autonoma, stavolta contro la legge nazionale. La contestazione e' simile: invadenza di campo e di competenza.
Ora la Junta andalusa nel preannunciare il nuovo decreto, basera' la norma sulla legge sulla fecondazione assistita attualmente in vigore, e, per certi versi, riconoscendone la validita', nonostante il ricorso presentato.

Mentre i due Governi si confrontano, il 23 gennaio entrera' in funzione la Banca Andalusa di Cellule Staminali nel Campus tecnologico di Granada, che "rifornira' di embrioni i diversi gruppi di ricercatori" della comunita' autonoma per sviluppare tecniche per il progresso delle cure per il diabete, la rigenerazione ossea o i trapianti cellulari pancreatici, ossia le linee guide della ricerca andalusa.
Il 19 gennaio, intanto, si e' insediata la Commissione Autonoma di Etica e di Ricerca Sanitaria. Un organo composto da 20 esperti di nota fama e prestigio del mondo della cultura, della ricerca, del diritto giuridico, dell'etica e del giornalismo. Un organo che nasce "per essere indipendente, trasparente, multidisciplinare e che riflette il pluralismo politico, sociale e religioso della societa' andalusa", secondo le parole del presidente della Junta Manuel Chaves pronunciate alla cerimonia inaugurale.
Ad elencare i primi impegni della Commissione e' stato il consigliere Vallejo: "l'uso e la disponibilita' della ricerca cellulare in Andalusia; gli usi della medicina preventiva e rigenerativa; lo sviluppo delle linee di ricerca con le cellule staminali e la creazione di banche del Dna; le possibilita' della riproduzione assistita; gli usi della pubblicita' sanitaria, sempre piu' lontana dal controllo pubblico e sociale, cosi' come la volonta' vitale anticipata -il testamento biologico".

Della commissione fa parte anche lo scienziato Bernat Soria: "cio' di cui gli scienziati e i pazienti necessitano, e' che il lavoro si faccia, e la notizia non deve essere il ricorso ma i risultati della ricerca", precisando poi che comunque "non e' facile separare la politica dalle attivita' quotidiane". Ma per Soria l'attenzione andrebbe posta su aspetti come il finanziamento dei progetti, la qualita' delle ricerche, e non sulle competenze. "Ad essere onesti -ha esordito Soria in occasione della cerimonia per l'insediamento della commissione-, avrei desiderato che quattro anni fa non fosse iniziata questa storia e che semplicemente si stesse facendo ricerca in Spagna da quattro anni, cioe' esattamente quando si disse 'iniziamo'". "Bisogna ringraziare il Governo andaluso per l'opportunita' che ci da', perche' permette che questa linea di ricerca inizi".
Ma Soria e' intervenuto anche sul merito del ricorso presentato dal Governo centrale "che non ci infastidiscano piu', che non ci dicano che si puo' fare e al tempo stesso a Bruxelles votano contro la legge; ora l'argomentazione e' che non si desidera una ricerca a due velocita': forse sara' cosi', pero' se cosi' fosse non si concentrerebbero le risorse per la ricerca in altri luoghi; se l'Andalusia ha deciso di iniziare perche' non l'aiutano". Soria ha riconosciuto di sentirsi in una posizione scomoda perche' "il nostro obbiettivo e' quello di stare in un laboratorio e di lavorare". Interpellato poi su che cosa avrebbe voluto chiedere al Governo, Soria ha spiegato: "voglio fare delle domande corrette, ma una domanda possibile sarebbe quella di chiedere di non fare nulla e di lasciarci lavorare; questo e' un campo che ha bisogno di essere regolamentato e la commissione di Etica dell'Andalusia e' un buon passo. Forse il miglior messaggio e' che imitino l'Andalusia".

Gli altri componenti della commissione oltre a Bernat Soria, direttore dell'Istituto di Bioingegneria dell'Universita' Miguel Hernandes di Elche, sono:
José López, direttore del Laboratorio di Ricerche Biomediche; Pedro Alfonso Cruz, professore di Diritto Costituzionale dell'Universita' di Siviglia; María Concepción Iríbar, presidente della Commissione di Bioetica dell'Universita' di Granada; Eduardo López Azpiarte, professore di Morale della Facolta' di Teologia dell'Universita' di Granada; Isabel Fernández, specialista in Medicina e presidente del Comitato Autonomo di Sperimentazioni Cliniche; Antonio Hevia, farmacologo clinico dell'Ospedale Virgen del Rocío; Esperanza Arriaga, antropologa e laureata in Infermeria; María Victoria Trianes, direttrice del dipartimento di Psicologia dell'Universita' di Malaga; Rosario Valpuesta, professoressa di Diritto Civile dell'Universita' Pablo de Olavide di Siviglia; Jerónimo Pachón, responsabile dell'Unita' Clinica di Malattie Infettive dell'Ospedale Virgen del Rocío; Carmen Mendoza, ricercatrice in biochimica e biologia molecolare; Emiliano Vázquez, medico specialista in Medicina di Empresa; Miguel Lorente, medico forense ed esperto in genetica forense e biotecnica; Luisa Balaguer, dottoressa in Diritto; Esperanza Sánchez, giornalista; Ángel Salvatierra, capo sezione di Chirurgia Toracica dell'Ospedale Reina Sofía di Córdoba; María Luisa Trinidad, vicedecana della Facolta' di Diritto di Almería; Manuel Concha, capo del Servizio di Chirurgia Cardiovascolare dell'Ospedale Reina Sofía di Córdoba; Felipe Romera, direttore del Parco Tecnologico dell'Andalusia.
 
 
 
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