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 ITALIA - ITALIA - Tra le promesse e i distinguo: referendum, una parola facile a dirsi.
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Articolo di Donatella Poretti
8 luglio 2004 20:00
 
Mentre si avvicina il 13 luglio -scadenza per raccogliere le 500mila firme in tre mesi- il referendum dei Radicali per abrogare la legge 40 sulla Procreazione Medicalmente Assistita potrebbe farsi in quattro, e potrebbero arrivare i soccorsi di Ds, Cgil e del cosiddetto schieramento laico che in Parlamento aveva cercato di contrastare l'approvazione della legge. Promotore il senatore Antonio Del Pennino (repubblicano eletto nelle file di Forza Italia), seguito da liberali della maggioranza come Chiara Moroni del Nuovo Psi o Alfredo Biondi di Forza Italia e da una parte della sinistra.
I Ds e gli altri partiti contrari alla legge avevano fin dall'inizio manifestato la loro disponibilita' a raccogliere le firme solo dopo l'appuntamento elettorale di giugno. I radicali avevano depositato quattro quesiti referendari, erano partiti a raccogliere le firme su quello abrogativo in toto della legge, proponendo una campagna raccolta firme "fai da te" (scarichi il modello da Internet e con un foglio A4 ti raccogli le firme), sostenendo comunque la disponibilita' a ripartire in qualsiasi momento su tutti e quattro i quesiti. Gli altri tre, grazie ad una sorta di "taglia e cuci" del testo legislativo, puntavano alla tutela della donna, ad eliminare il divieto della fecondazione eterologa e a permettere la liberta' di ricerca scientifica con le staminali embrionali.

I tempi sono maturi per ripartire. Intanto perche' i radicali non sono riusciti nella raccolta delle 500mila firme, e poi perche' il 30 settembre e' il tempo massimo entro cui le firme vanno depositate in Cassazione. Un giorno di piu' farebbe slittare la tenuta del referendum dalla primavera del 2005 a quella del 2007 -essendo impossibile votare i referendum l'anno delle elezioni politiche.
La responsabilita' di non avere gia' raccolto le firme su almeno un quesito, di non averlo gia' depositato al sicuro, e' dei radicali che sono partiti da soli o di chi non ha dato quel supporto necessario per raccogliere le firme, autenticatori, informazione, ecc?
La domanda potra' sembrare oziosa in un momento in cui forse si e' arrivati ad un accordo, ma sciogliere il nodo del perche' quelle firme ancora mancano e le vacanze si avvicinano, potrebbe spianare la strada perche' l'agosto-settembre delle feste de l'Unita' sia quello che segni una svolta.
E il fatto che il segretario dei Ds Piero Fassino nel corso di un forum pubblicato sul quotidiano Il Riformista dichiari la disponibilita' a dare una mano su un referendum che al momento non e' in campo, non promette niente di buono.
"Ci sono due referendum in campo, uno abrogativo totale, che ci priverebbe di qualsivoglia normativa, e un altro, proposto da scienziati e rappresentanti del mondo della medicina, che interviene in modo mirato sugli articoli piu' deleteri della legge. Quest'ultimo mi sembra piu' proficuo e piu' capace di raccogliere consenso ampio della societa', e se ce lo chiedessero non avremmo problemi a dare una mano nella raccolta delle firme", aveva detto Fassino. Dare una mano e solo in caso di richiesta esplicita da parte di un comitato promotore e di un referendum inesistenti. Forse un errore di trascrizione?
Non l'aveva presa bene Marco Pannella, che ha individuato nei Ds i responsabili della mancata raccolta firme e nella tradizionale conversazione della domenica con Massimo Bordin su Radio Radicale aveva confermato la sua analisi sulla politica di "menzogna, di ostracismo, e di aggressione, contro il proprio popolo da parte dei Ds sulla questione della fecondazione assistita". I responsabili? Il tandem Rutelli-Fassino che sta coscientemente buttando via settimane importanti, sapendo che se i referendum non si chiedono entro settembre slitteranno ulteriormente. La ripetizione come riflesso, e non come intelligenza e scelta di quella che fu in seguito la "grande linea del compromesso storico", da parte di Fassino; scelta fatta gia' dal Pci sull'articolo 7 della Costituzione e, decenni dopo, sul referendum sul divorzio: cioe' si mente al proprio popolo, gli si dice che non si deve ricorrere al referendum ma occorre fare 'meglio' con la via parlamentare, mentre lo stesso popolo di sinistra sta firmando per il referendum. Fassino -ha aggiunto Pannella- inoltre mostra di non sapere nemmeno che gli altri referendum di cui ha parlato con la stampa, quelli di abrogazione parziale della legge, sono stati comunque preparati dai radicali, e non da 'scienziati'.
Cercare di superare le differenze, e organizzare un comitato per ogni referendum e' stata la proposta del senatore Del Pennino in un incontro organizzato il 7 luglio, che ha visto la partecipazione per i Ds di Barbara Pollastrini. Quello radicale che abroga tutta la legge, i tre parziali -gli stessi gia' depositati dai radicali, quelli che Fassino diceva essere degli scienziati- e forse uno abrogativo dell'articolo uno della legge. Quest'ultima ipotesi sarebbe allo studio da parte del PdCI, anche se il risultato finale sarebbe l'abrogazione della legge, visto che si regge sul primo articolo.

Insomma a quasi cinque mesi dall'approvazione della legge 40, siamo al punto di partenza. Speriamo sul traguardo.
 
 
 
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