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Clonazione terapeutica legale in Australia. Quando legge e scienza vanno di pari passo e non seguono le ideologie
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Articolo di Donatella Poretti
8 dicembre 2006 15:40
 
La Camera australiana ha approvato in via definitiva la clonazione terapeutica e quindi la produzione di cellule staminali embrionali. 82 voti contro 62 nonostante la posizione contraria del primo ministro John Howard. Il mese scorso altrettanto voto positivo era stato espresso dal Senato.
Per comprendere l'importanza scientifica e politica di quanto e' accaduto dall'altra parte del mondo, va evidenziato che il voto e' stato trasversale: due sono i partiti presenti in Parlamento, il Liberale che governa e il Laburista che e' all'opposizione. Ebbene, se il primo ministro Liberale, quindi di maggioranza, ha votato contro, il leader Laburista -di opposizione- ha votato contro anch'esso; nonostante le due piu' eminenti persone politiche dei due partiti in Parlamento abbiano votato contro, il Parlamento si e' espresso a favore. Sostenere che in quel Paese l'ideologia e gli schieramenti politici non strumentalizzano la scienza, e' il minimo che posso dire per manifestare la mia profonda soddisfazione per questo voto. Cosi' l'Australia raggiunge la Gran Bretagna per dare il suo buon contributo ad una ricerca scientifica -le staminali embrionali- che nel nostro Paese viene considerata criminale e assassina.
Anche il metodo seguito dovrebbe servire da esempio: in Australia nel 2002 si era legiferato per permettere la ricerca con gli oltre 70 mila embrioni sovrannumerari gia' esistenti e vietare la clonazione terapeutica. A tre anni di distanza e' stata creata una commissione indipendente di valutazione -Lockhart, dal nome del presidente un giudice federale- e composta da medici, scienziati, esperti di bioetica e di diritto che al termine dei suoi lavori aveva raccomandato di rivedere la normativa mantenendo il divieto per la clonazione umana riproduttiva, ma non quella per fini terapeutici. Stessa indicazione del resto arrivava da alcuni Stati come quello di Victoria che preannunciavano leggi locali per arginare l'esodo di scienziati verso altri Paesi che permettono la clonazione terapeutica.
La ricerca e' andata avanti i Paesi si sono adeguati e anche le leggi vanno aggiornate!
Rilevo l'assenza di questa importante notizia dai media nazionali -notizia che ho appreso ieri sera dalla France Press. Lo dico non per denigrare il nostro sistema di informazione, ma per rilevare che, in un Paese con leggi proibizioniste in materia come il nostro, non ci puo' non essere un riflesso negativo anche sui media, che prestano poca o scarsa attenzione a quanto e' messo all'indice nei nostri codici, se non quando c'e' lo scandalo (vedi il presunto bimbo clonato dei raeliani).
Comunque, anche se la ricerca italiana e' assente, il bene che la scelta australiana fara' a tutto il mondo e' innegabile.
 
 
 
 
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