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Bene Tribunale di Cagliari su diagnosi preimpianto. Ora modificare la legge 40
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Articolo di Donatella Poretti
27 settembre 2007 14:51
 
Bene il riconoscimento che arriva dalle aule di giustizia in merito alla possibilita' di ricorrere alla diagnosi preimpianto. Ora il compito della politica e' quello di assumersi la responsabilita' di modificare la legge. Il Tribunale di Cagliari ha "ordinato" di eseguire questa tecnica rispondendo alla richiesta di una donna portatrice di talassemia che vuole sapere prima di impiantare l'embrione il suo stato di salute. Dai giudici il via libera dopo una lunga serie di ricorsi e una vicenda emblematica dello stato attuale della fecondazione assistita in Italia: chi puo' va all'estero (quadruplicato il numero dei viaggi dall'entrata in vigore della legge 40), chi resta si sottopone a tecniche e divieti ideologici e tra questi c'e' ancora chi ha voglia di lottare per una battaglia su cui sono stati spenti i riflettori dell'informazione.
Possiamo delegare ai magistrati la facolta' di decidere se autorizzare di volta in volta la diagnosi preimpianto, oppure la politica puo' rialzare la testa dalla sabbia e decidere di modificare una legge che ha gia' fatto anche troppi danni?
Il 17 ottobre il ministro della Salute Livia Turco sara' in commissione Affari Sociali a riferire sulla relazione annuale della legge 40 e ad illustrare le possibili modifiche sulle linee guida della stessa legge. In quella occasione il ministro dovra' anche rispondere perche' ha taciuto sulle richieste del Consiglio Superiore della Sanita' di modifica della legge proprio in merito alla necessita' di autorizzare la diagnosi preimpianto e del rivedere l'obbligo di impianto degli embrioni.

Donatella Poretti e' deputata radicale della Rosa nel Pugno
 
 
 
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