Nelle cliniche di riproduzione assistita statunitensi, gli embrioni che non possono essere impiantati ottengono un trattamento alquanto differenziato. Lo rileva un sondaggio realizzato da Andrea Gurmankin della Rutgers University di New York e dal bioetico Arthur Caplan, i cui risultati sono pubblicati nell'edizione online di Nature. I due scienziati hanno interpellato 350 cliniche e 217 hanno risposto. Il 3% dei responsabili ha sostenuto di agire in modo che non rimanga nessun embrione soprannumerario. Il 16% cerca -spesso per motivi religiosi- di fornirli ad altre coppie sterili. 175 cliniche se ne liberano, o restituendoli alle coppie interessate oppure distruggendoli con altri scarti biologici. In molti casi non e' stato possibile chiarire il tipo di autorizzazione richiesta.

Nelle cliniche di riproduzione assistita statunitensi, gli embrioni che non possono essere impiantati ottengono un trattamento alquanto differenziato. Lo rileva un sondaggio realizzato da Andrea Gurmankin della Rutgers University di New York e dal bioetico Arthur Caplan, i cui risultati sono pubblicati nell'edizione online di Nature. I due scienziati hanno interpellato 350 cliniche e 217 hanno risposto. Il 3% dei responsabili ha sostenuto di agire in modo che non rimanga nessun embrione soprannumerario. Il 16% cerca -spesso per motivi religiosi- di fornirli ad altre coppie sterili. 175 cliniche se ne liberano, o restituendoli alle coppie interessate oppure distruggendoli con altri scarti biologici. In molti casi non e' stato possibile chiarire il tipo di autorizzazione richiesta.