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 USA - USA - Usa. Studi sulle staminali nella lotta contro gli infarti
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Notizia 
21 agosto 2003 18:51
 
Potenti iniezioni di cellule staminali hanno aiutato dei topi a superare degli attacchi cardiaci, ma ancora non si conoscono completamente gli effetti che questo approccio potrebbe avere sugli esseri umani. I primi esperimenti di questo tipo si sono avuti nel 2001, quando si scopri' che le staminali del midollo, che generalmente producono sangue, erano in grado di rigenerare tessuti cardiaci danneggiati.
Una delle ultime scoperte e' stata fatta dal dott. Victor Dzau e dal suo team del Brigham and Women's Hospital di Boston, che hanno inserito un gene chiamato Akt1, all'interno di un tipo di cellula staminale del midollo. Le cellule modificate cosi' ottenute sono state poi iniettate in alcuni topi i cui cuori erano stati privati di ossigeno, come accade negli infarti quando le arterie sono bloccate.
Piu' del 60% delle cellule modificate sono sopravvissute per 48 ore, e in quell'arco di tempo sono riuscite a stabilizzare la situazione bloccando qualsiasi ulteriore complicazione.
Questo approccio pero' desta ancora molte preoccupazioni fra i medici. Molti sono entusiasti, altri sono piu' cauti nel dire di aver trovato la panacea per gli infarti. Questo generalmente accade perche' gli scienziati usano tecniche molto diverse fra loro e questo rende i risultati spesso incomparabili. Dzau lavora con staminali mesenchimali ad esempio, che producono in genere muscoli e ossa, altri utilizzano tipi di cellule diversi.
Il meccanismo con il quale le staminali sono in grado di riparare il cuore non e' ancora noto. Possono generare nuove staminali muscolari, possono fondersi con il tessuto gia' esistente, o semplicemente possono stimolare le cellule adulte a ripararsi e rigenerarsi. "E' una questione intellettuale che richiedera' molti anni prima di essere risolta", commenta il biologo Stanton Gerson.
Nonostante tutto, le sperimentazioni cliniche sono necessarie. Anche se non vi sono garanzie sulla sicurezza di questi approcci, c'e' da tener conto che in tutto il mondo 23 milioni di persone soffrono di cuore e l'eccessiva precauzione sembra solo fuori luogo.
 
 
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Una delle ultime scoperte e' stata fatta dal dott. Victor Dzau e dal suo team del Brigham and Women's Hospital di Boston, che hanno inserito un gene chiamato Akt1, all'interno di un tipo di cellula staminale del midollo. Le cellule modificate cosi' ottenute sono state poi iniettate in alcuni topi i cui cuori erano stati privati di ossigeno, come accade negli infarti quando le arterie sono bloccate.
Piu' del 60% delle cellule modificate sono sopravvissute per 48 ore, e in quell'arco di tempo sono riuscite a stabilizzare la situazione bloccando qualsiasi ulteriore complicazione.
Questo approccio pero' desta ancora molte preoccupazioni fra i medici. Molti sono entusiasti, altri sono piu' cauti nel dire di aver trovato la panacea per gli infarti. Questo generalmente accade perche' gli scienziati usano tecniche molto diverse fra loro e questo rende i risultati spesso incomparabili. Dzau lavora con staminali mesenchimali ad esempio, che producono in genere muscoli e ossa, altri utilizzano tipi di cellule diversi.
Il meccanismo con il quale le staminali sono in grado di riparare il cuore non e' ancora noto. Possono generare nuove staminali muscolari, possono fondersi con il tessuto gia' esistente, o semplicemente possono stimolare le cellule adulte a ripararsi e rigenerarsi. "E' una questione intellettuale che richiedera' molti anni prima di essere risolta", commenta il biologo Stanton Gerson.
Nonostante tutto, le sperimentazioni cliniche sono necessarie. Anche se non vi sono garanzie sulla sicurezza di questi approcci, c'e' da tener conto che in tutto il mondo 23 milioni di persone soffrono di cuore e l'eccessiva precauzione sembra solo fuori luogo.
 
 
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