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 USA - USA - Usa. Staminali per la retinite, uno studio sui topolini
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25 novembre 2004 16:21
 
Ancora buone notizie per l'utilizzo delle cellule staminali nell'ambito oftalmico.
Questa volta ad informarci sono i ricercatori dell'Harvard's Schepens Eye Research Institute, che hanno riscontrato risultati ottimi in un esperimento condotto su topi per combattere la retinite. Dai dati e' emerso che le staminali impiantate migliorano notevolmente la vista dei topi e hanno fatto diminuire il rischio di morte delle cellule soggette a retinite. "Ora possiamo focalizzarci sulle persone e iniziare le sperimentazioni cliniche sui pazienti che soffrono di diabete, degenerazione maculare e altre forme di retinopatie", spiega Michael Young, autore dello studio.
In sostanza gli scienziati hanno prima di tutto differenziato un gruppo di topolini utilizzando dei liquidi fluorescenti. A questi topi sono state poi iniettate le staminali nell'occhio, in modo da poterne seguire le fasi dello sviluppo e il tipo di influenza esercitata sul tessuto. Dopo molte settimane e' stato possibile notare che le cellule "marchiate" erano emigrate verso le zone danneggiate e li' avevano ricreato una popolazione di cellule nuove in grado di trasmettere correttamente i segnali visivi. I topi infatti sono animali fotofobici, cioe' estremamente sensibili alla luce, ed e' stato quindi piuttosto semplice verificare se realmente le staminali avevano cambiato i tessuti o meno. "E' stato un primo passo", conclude Young, "verso la rigenerazione della vista in quei pazienti che manifestano i primi sintomi della retinite, e in futuro potrebbe rappresentare una soluzione innovativa per quei pazienti che la vita l'hanno gia' persa del tutto".
 
 
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Questa volta ad informarci sono i ricercatori dell'Harvard's Schepens Eye Research Institute, che hanno riscontrato risultati ottimi in un esperimento condotto su topi per combattere la retinite. Dai dati e' emerso che le staminali impiantate migliorano notevolmente la vista dei topi e hanno fatto diminuire il rischio di morte delle cellule soggette a retinite. "Ora possiamo focalizzarci sulle persone e iniziare le sperimentazioni cliniche sui pazienti che soffrono di diabete, degenerazione maculare e altre forme di retinopatie", spiega Michael Young, autore dello studio.
In sostanza gli scienziati hanno prima di tutto differenziato un gruppo di topolini utilizzando dei liquidi fluorescenti. A questi topi sono state poi iniettate le staminali nell'occhio, in modo da poterne seguire le fasi dello sviluppo e il tipo di influenza esercitata sul tessuto. Dopo molte settimane e' stato possibile notare che le cellule "marchiate" erano emigrate verso le zone danneggiate e li' avevano ricreato una popolazione di cellule nuove in grado di trasmettere correttamente i segnali visivi. I topi infatti sono animali fotofobici, cioe' estremamente sensibili alla luce, ed e' stato quindi piuttosto semplice verificare se realmente le staminali avevano cambiato i tessuti o meno. "E' stato un primo passo", conclude Young, "verso la rigenerazione della vista in quei pazienti che manifestano i primi sintomi della retinite, e in futuro potrebbe rappresentare una soluzione innovativa per quei pazienti che la vita l'hanno gia' persa del tutto".
 
 
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