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 USA - USA - Usa. Staminali embrionali rigenerano il midollo sui topi
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1 aprile 2004 18:45
 
Il trapianto di midollo, con tutti i suoi limiti quale quello di trovare un donatore compatibile, potrebbe essere sostituito da un innovativo metodo che ha funzionato sui topi, producendo riserve di cellule del sangue e rigenerando il midollo stesso.
E' l'annuncio dato sul Journal of Experimental Medicine dai ricercatori della Northwestern University di Chicago che hanno rigenerato le cellule del midollo osseo servendosi di staminali prelevate da embrioni di topo.
Partendo da queste e grazie al cocktail ideale di fattori di crescita individuato da loro per la prima volta, i ricercatori hanno trasformato le staminali in precursori delle cellule del sangue (globuli rossi e bianchi) e coltivato riserve di questi precursori. Poi li hanno selezionati e trapiantati in topi cui era stato tolto il midollo osseo.
Secondo quanto riferito dal coordinatore dei lavori, Richard Burt, il nuovo metodo potrebbe dare prospettive terapeutiche a lungo termine per i malati di leucemia o per pazienti immunodeficienti cui si deve ripristinare il sistema immunitario. Infatti, sebbene questa tecnica coinvolga le staminali di embrioni, osserva l'esperto, essa ha la virtu' di eliminare qualsiasi problema nella scelta del donatore, escludendo del tutto il pericolo di rigetto delle cellule trapiantate.
Oggi trovare un donatore di midollo compatibile e' il limite piu' forte, sottolinea lo scienziato, per la salute di pazienti leucemici sottoposti a chemio e quindi immunodepressi. Inoltre il 'rendimento' di questo trapianto non e' alto mentre con le staminali cresciute e selezionate in coltura non si avrebbe neanche un problema di quantita' potendo iniettare tutte le cellule necessarie.
I topolini che ricevono le cellule precedentemente coltivate in vitro, spiega Burt, recuperano il midollo e un'immunita' del tutto normale, inoltre le nuove cellule di difesa derivanti da quelle trapiantate si integrano a perfezione nell'organismo ricevente, senza attaccarlo.
Comunque, fa notare Burt, prima di sperimentare una simile metodologia nell'uomo gia' di per se' controversa perche' chiama in gioco gli embrioni, e' necessario capire come facciano le cellule trapiantate ad integrarsi nonostante l'assenza di compatibilita' tra gli embrioni di topo donatori e i topi riceventi.
 
 
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