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 USA - USA - Usa. Quei geni che potrebbero essere la causa dei tumori
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7 agosto 2003 18:44
 
Fra le cause del cancro ci sarebbe il risveglio di geni che di norma servono solo per la formazione dell'embrione e che, riattivandosi nel bambino o nell'adulto, secondo uno studio americano, innescano una crescita esplosiva e disordinata delle cellule, segno caratteristico dei tumori.
Individuato questo complesso meccanismo, suggeriscono gli autori dello studio diretto da Frank Rauscher del Wistar Institute di Philadelphia, si puo' aprire un nuovo campo di ricerca per la lotta al cancro, per una nuova classe di rimedi, "relativamente facili" da mettere a punto, in grado di rimettere a tacere nei malati i geni che si siano risvegliati. La scoperta sul ruolo di questi geni inopportunamente riattivati, sottolineano gli autori dello studio pubblicato sulla rivista "Genes and Development", si accompagna a quella del fatto che quando una cellula si divide, da questa la cellula figlia, oltre al Dna con i geni attivi, eredita la parte di Dna embrionale e in teoria ormai disattivata, e con questa i fattori che ne determinano la quiete o la riattivazione. Queste conoscenze, rileva Rauscher, mettono l'accento sull'importanza del cosiddetto epi-genoma, ovvero di quella parte di genoma (il Dna) che viene ora attivato e ora represso, per permettere la specializzazione delle cellule. E' così, per esempio, che i geni specifici per le caratteristiche della pelle si esprimono solo nella pelle e non in altri tessuti, grazie all'intervento -nell'individuo formato- di fattori quiescenti. Fattori che in ultima analisi portano alla formazione della cromatina, una proteina che avvolge le parti di Dna che hanno gia' fatto il loro lavoro nell'embrione, o quelle che comunque non devono essere lette in un certo tessuto perche' contengono istruzioni specifiche per altri tessuti.
La cromatina rende le parti di Dna ricoperte illeggibili al resto dell'apparato cellulare impegnato nelle diverse funzioni vitali. Mentre la mancanza di cromatina permette a questo apparato di interagire e attivare le parti di Dna rimaste scoperte. La perdita dei fattori quiescenti e' dunque perdita di cromatina.
 
 
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Individuato questo complesso meccanismo, suggeriscono gli autori dello studio diretto da Frank Rauscher del Wistar Institute di Philadelphia, si puo' aprire un nuovo campo di ricerca per la lotta al cancro, per una nuova classe di rimedi, "relativamente facili" da mettere a punto, in grado di rimettere a tacere nei malati i geni che si siano risvegliati. La scoperta sul ruolo di questi geni inopportunamente riattivati, sottolineano gli autori dello studio pubblicato sulla rivista "Genes and Development", si accompagna a quella del fatto che quando una cellula si divide, da questa la cellula figlia, oltre al Dna con i geni attivi, eredita la parte di Dna embrionale e in teoria ormai disattivata, e con questa i fattori che ne determinano la quiete o la riattivazione. Queste conoscenze, rileva Rauscher, mettono l'accento sull'importanza del cosiddetto epi-genoma, ovvero di quella parte di genoma (il Dna) che viene ora attivato e ora represso, per permettere la specializzazione delle cellule. E' così, per esempio, che i geni specifici per le caratteristiche della pelle si esprimono solo nella pelle e non in altri tessuti, grazie all'intervento -nell'individuo formato- di fattori quiescenti. Fattori che in ultima analisi portano alla formazione della cromatina, una proteina che avvolge le parti di Dna che hanno gia' fatto il loro lavoro nell'embrione, o quelle che comunque non devono essere lette in un certo tessuto perche' contengono istruzioni specifiche per altri tessuti.
La cromatina rende le parti di Dna ricoperte illeggibili al resto dell'apparato cellulare impegnato nelle diverse funzioni vitali. Mentre la mancanza di cromatina permette a questo apparato di interagire e attivare le parti di Dna rimaste scoperte. La perdita dei fattori quiescenti e' dunque perdita di cromatina.
 
 
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