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 USA - USA - Usa. Panayotis Zavos: ho clonato un embrione umano
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15 maggio 2003 20:04
 
L'andrologo Panayotis Zavos, dell'universita' statunitense del Kentucky, dice di avere clonato "il primo embrione umano a fini riproduttivi", di averlo fatto sviluppare fino allo stadio di 8-10 cellule e di averlo congelato al fine di compiere su di esso ulteriori analisi molecolari. Un esperimento che, precisa Zavos, "e' stato condotto fuori dagli Stati Uniti".
Nel 2001 Zavos aveva annunciato, insieme all'italiano Severino Antinori, di voler avviare un programma di clonazione umana a fini riproduttivi. In seguito le strade dell'andrologo di origine cipriota e del ginecologo romano si erano separate. "Recentemente il nostro gruppo di esperti scientifici e medici ha creato il primo embrione umano clonato a scopi riproduttivi", scrive lo stesso Zavos in un articolo pubblicato sulla rivista internazionale Reproductive BioMedicine Online e intitolato "Clonazione umana riproduttiva: il tempo e' vicino". Zavos rileva che lui e il suo gruppo non hanno mai dichiarato di voler clonare un embrione umano a scopo riproduttivo "ignorando la preoccupazione del pubblico ne' tanto meno le critiche degli scienziati", ne' "i risultati contraddittori che negli anni passati hanno ottenuto i ricercatori impegnati nel campo della clonazione animale". Noi, aggiunge, "volevamo semplicemente imparare dalle difficolta"' finora incontrate da coloro che hanno fatto esperimenti di clonazione.
Cosi' la prima serie di esperimenti affrontati dal suo gruppo ha riguardato i bovini; quindi si e' passati agli esperimenti con cellule umane: un particolare tipo di cellule del sangue, i granulociti, sono stati trasferiti all'interno di ovociti umani privati del nucleo. L'embrione cosi' ottenuto "e' stato il risultato finale dell'utilizzo di nove ovociti enucleati con tecniche di microchirurgia e fusi, per mezzo di una stimolazione elettrica, con granulociti prelevati da una paziente che desiderava avere un bambino con la tecnica del trasferimento nucleare di cellule somatiche (Scnt)". L'embrione cosi' ottenuto ha raggiunto lo stadio di 8-10 cellule, "che mostra un ritmo di sviluppo equivalente a quello di un normale embrione ottenuto con la fecondazione in vitro. Il suo sviluppo e' stato osservato e registrato, e l'embrione e' stato criopreservato per future analisi molecolari e altre osservazioni".
 
 
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Nel 2001 Zavos aveva annunciato, insieme all'italiano Severino Antinori, di voler avviare un programma di clonazione umana a fini riproduttivi. In seguito le strade dell'andrologo di origine cipriota e del ginecologo romano si erano separate. "Recentemente il nostro gruppo di esperti scientifici e medici ha creato il primo embrione umano clonato a scopi riproduttivi", scrive lo stesso Zavos in un articolo pubblicato sulla rivista internazionale Reproductive BioMedicine Online e intitolato "Clonazione umana riproduttiva: il tempo e' vicino". Zavos rileva che lui e il suo gruppo non hanno mai dichiarato di voler clonare un embrione umano a scopo riproduttivo "ignorando la preoccupazione del pubblico ne' tanto meno le critiche degli scienziati", ne' "i risultati contraddittori che negli anni passati hanno ottenuto i ricercatori impegnati nel campo della clonazione animale". Noi, aggiunge, "volevamo semplicemente imparare dalle difficolta"' finora incontrate da coloro che hanno fatto esperimenti di clonazione.
Cosi' la prima serie di esperimenti affrontati dal suo gruppo ha riguardato i bovini; quindi si e' passati agli esperimenti con cellule umane: un particolare tipo di cellule del sangue, i granulociti, sono stati trasferiti all'interno di ovociti umani privati del nucleo. L'embrione cosi' ottenuto "e' stato il risultato finale dell'utilizzo di nove ovociti enucleati con tecniche di microchirurgia e fusi, per mezzo di una stimolazione elettrica, con granulociti prelevati da una paziente che desiderava avere un bambino con la tecnica del trasferimento nucleare di cellule somatiche (Scnt)". L'embrione cosi' ottenuto ha raggiunto lo stadio di 8-10 cellule, "che mostra un ritmo di sviluppo equivalente a quello di un normale embrione ottenuto con la fecondazione in vitro. Il suo sviluppo e' stato osservato e registrato, e l'embrione e' stato criopreservato per future analisi molecolari e altre osservazioni".
 
 
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