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 USA - USA - Usa. Farmaco previene meglio il rigetto dopo i trapianti di staminali
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4 marzo 2004 17:56
 
Un gruppo di ricercatori della University of Michigan ha scoperto un nuovo farmaco anti-cancro che si e' rivelato estremamente utile per prevenire le reazioni di rigetto in casi di trapianti di staminali.
Il farmaco, HDAC inibitors, e' gia' stato sottoposto a sperimentazioni cliniche con buoni risultati e la ricerca verra' pubblicata per intero sui Proceedings of the National Academy of Sciences.
"Cio' che rende la scoperta eccitante", spiega uno degli autori, James L.M. Ferrara, direttore dell'U-M's Blood and Marrow Transplant Program, "e' che il farmaco presenta caratteristiche chemioterapiche efficaci e con bassi livelli di tossicita'. Per quanto riguarda la graft-versus-host disease, cioe' il cosiddetto rigetto, le dosi necessarie sono dalle 50 alle 100 volte inferiori di quelle fino ad ora utilizzate".
Ferrara, insieme al suo collega Pavan Reddy, ha inizialmente lavorato con due gruppi di topi malati di cancro. Una parte del primo gruppo ha ricevuto un trapianto di staminali allogenico, l'altra un trapianto singenico (geneticamente identico). Dopo circa una settimana dall'intervento, ai topi che avevano ricevuto il trapianto allogenico, sono state somministrate bassi dosi di HDAC. Il risultato e' stato che, comparando i due gruppi di topi, quelli che avevano ricevuto l'inibitore presentavano il 60% in piu' di probabilita' di sopravvivenza e guarigione, oltre alla drastica diminuzione del cancro.
Ma per verificare se la mancanza di rigetto abbia influito sulla lotta alla malattia, Reddy e i suoi hanno effettuato una seconda serie di esperimenti: prima hanno iniettato una dose fatale di cellule leucemiche nei topi. Poi i gruppi hanno rispettivamente ricevuto il trapianto allogenico e singenico e le conseguenti dosi di HDAC. I topi che avevano ricevuto il trapianto singenico sono tutti morti, mentre nell'altro gruppo il tasso di sopravvivenza ha raggiunto il 50%. "Questo dimostra che il farmaco ha proprieta' terapeutiche che vanno oltre l'effetto anti tumorale", spiega Reddy,"Anche se le reazioni del corpo umano sono diverse, i primi risultati clinici ci fanno sperare il meglio".
 
 
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