testata ADUC
 USA - USA - Usa. Gli effetti psicologici e sociali dopo i trapianti di staminali
Scarica e stampa il PDF
Notizia 
14 aprile 2005 18:43
 
Una ricerca pubblicata dal Journal of Clinical Oncology indaga sulle conseguenze fisiche, psicologiche e sociali su pazienti sottoposti ad un trapianto di cellule staminali ematopoietiche resosi necessario per tumore della mammella, leucemia o linfoma.
I ricercatori della University of Florida, dell'University of Kentucky e del Medical College of Wisconsin hanno analizzato 662 pazienti sottoposti ad un trapianto di cellule staminali ematopoietiche una media di 7 anni prima (da 1,8 anni a 22,6 anni), provenienti da 40 centri sparsi per gli Usa. Attraverso un'intervista telefonica e la compilazione di un questionario sono stati misurati una serie di parametri di qualita' della vita fisica e spirituale.
"Gli effetti di un evento cosi' importante possono andare avanti per decenni", spiega John Wingard, direttore del Centro Trapianti dell'University of Florida Shands Cancer Center di Gainesville, riportato da Il Pensiero Scientifico Editore. "Infatti molti sopravvissuti al cancro soffrono di disturbi del sonno, problemi sessuali, dolori, problemi cognitivi, e in generale uno stato psico-fisico di sofferenza. Una cura insomma non e' necessariamente sinonimo di un ritorno totale alla buona salute". Molti pazienti inoltre soffrono di complicazioni come infezioni o intossicazioni da chemioterapia o radiazioni, e sia loro sia la loro famiglia sono a volte costretti a lunghi spostamenti verso i luoghi di cura, con una serie di gravi ripercussioni sulla loro vita privata e sul loro lavoro. Tra i pazienti esaminati, per fare solo un esempio, l'incidenza della depressione e' risultata quadruplicata.
"La cura non e' la fine del viaggio", spiega Wingard. "I sopravissuti continuano a viaggiare rivivendo le loro esperienze traumatiche per mesi, anni. E' importante per tutti noi, per i familiari e per gli amici dei pazienti essere vicini e solidali. Anche dopo molto tempo che un paziente e' guarito, possono affacciarsi patologie, tra le quali stress e depressione, che necessitano dell'intervento medico".
Ma non tutti i pazienti vivono il loro percorso di guarigione come un'esperienza cosi' drammatica. Alcuni descrivono la fase 'post-cancro' della loro vita come un periodo di crescita psicologica e interpersonale. La necessita' di sopravvivere aiuta a mettere a fuoco i valori della vita, a vedere le cose nella giusta prospettiva. Questi pazienti riportano un'esperienza di relazioni umane rafforzate, di un attaccamento rinnovato alla vita, di empatia accresciuta e di spiritualita' approfondita. Da una patologia che minaccia la vita puo' venire qualcosa di positivo, a volte.
 
 
NOTIZIE IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS
 
ADUC - Salute - Notizia - USA - Usa. Gli effetti psicologici e sociali dopo i trapianti di staminali

testata ADUC
 USA - USA - Usa. Gli effetti psicologici e sociali dopo i trapianti di staminali
Scarica e stampa il PDF
Notizia 
14 aprile 2005 18:43
 
Una ricerca pubblicata dal Journal of Clinical Oncology indaga sulle conseguenze fisiche, psicologiche e sociali su pazienti sottoposti ad un trapianto di cellule staminali ematopoietiche resosi necessario per tumore della mammella, leucemia o linfoma.
I ricercatori della University of Florida, dell'University of Kentucky e del Medical College of Wisconsin hanno analizzato 662 pazienti sottoposti ad un trapianto di cellule staminali ematopoietiche una media di 7 anni prima (da 1,8 anni a 22,6 anni), provenienti da 40 centri sparsi per gli Usa. Attraverso un'intervista telefonica e la compilazione di un questionario sono stati misurati una serie di parametri di qualita' della vita fisica e spirituale.
"Gli effetti di un evento cosi' importante possono andare avanti per decenni", spiega John Wingard, direttore del Centro Trapianti dell'University of Florida Shands Cancer Center di Gainesville, riportato da Il Pensiero Scientifico Editore. "Infatti molti sopravvissuti al cancro soffrono di disturbi del sonno, problemi sessuali, dolori, problemi cognitivi, e in generale uno stato psico-fisico di sofferenza. Una cura insomma non e' necessariamente sinonimo di un ritorno totale alla buona salute". Molti pazienti inoltre soffrono di complicazioni come infezioni o intossicazioni da chemioterapia o radiazioni, e sia loro sia la loro famiglia sono a volte costretti a lunghi spostamenti verso i luoghi di cura, con una serie di gravi ripercussioni sulla loro vita privata e sul loro lavoro. Tra i pazienti esaminati, per fare solo un esempio, l'incidenza della depressione e' risultata quadruplicata.
"La cura non e' la fine del viaggio", spiega Wingard. "I sopravissuti continuano a viaggiare rivivendo le loro esperienze traumatiche per mesi, anni. E' importante per tutti noi, per i familiari e per gli amici dei pazienti essere vicini e solidali. Anche dopo molto tempo che un paziente e' guarito, possono affacciarsi patologie, tra le quali stress e depressione, che necessitano dell'intervento medico".
Ma non tutti i pazienti vivono il loro percorso di guarigione come un'esperienza cosi' drammatica. Alcuni descrivono la fase 'post-cancro' della loro vita come un periodo di crescita psicologica e interpersonale. La necessita' di sopravvivere aiuta a mettere a fuoco i valori della vita, a vedere le cose nella giusta prospettiva. Questi pazienti riportano un'esperienza di relazioni umane rafforzate, di un attaccamento rinnovato alla vita, di empatia accresciuta e di spiritualita' approfondita. Da una patologia che minaccia la vita puo' venire qualcosa di positivo, a volte.
 
 
NOTIZIE IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS