Secondo un gruppo di scienziati, le arterie invecchiate sono piu' a rischio di danni e occlusioni perche', con l'avanzare dell'eta', il midollo osseo smette di produrre quelle cellule staminali indispensabili per la riparazione e il mantenimento dei vasi sanguigni.
Il dott.Pascal Goldschmidt, del Duke University Medical Centre, ha infatti spiegato che in un malato di arteriosclerosi la produzione di staminali cala drasticamente con il progredire della malattia. "Da tempo sapevamo che l'occlusione delle arterie da e verso il cuore puo' creare gravi danni. E sapevamo anche che alcuni fattori, come lo stress, il fumo, la cattiva alimentazione, potevano aumentare i rischi in tal senso. Ma se confrontiamo lo stile di vita di un ventenne con quello di un sessantenne malato, e' ovvio che il fattore eta' gioca un ruolo fondamentale. La possibilita' che anche le cellule staminali siano coinvolte nella progressione della malattia, e' un aspetto che completa il puzzle diagnostico". E la stessa chiave di lettura puo' valere per altre malattie che peggiorano con l'eta', come l'artrite reumatoide o l'epatite cronica.
Gli scienziati hanno lavorato su topolini ai quali era stato alzato il livello di colesterolo e che avevano subito dei danni alle arterie. Hanno diviso gli animali in due gruppi: il primo e' stato tenuto sotto controllo ma non ha ricevuto nessuna cura, mentre il secondo gruppo e' stato curato per 14 settimane con delle iniezioni regolari di cellule del midollo prelevate da topi sani. Alla fine del trattamento e' emerso che i topi malati avevano dal 40 al 60% in meno di lesioni nell'aorta, l'arteria principale del cuore. E non solo: analizzando i vasi sanguigni dopo la cura, hanno rilevato che le staminali del midollo erano piu' presenti laddove le lesioni erano piu' gravi. E in quelle aree, le cellule si erano differenziate in cellule che formano l'arteria e in cellule muscolari che rivestono l'arteria stessa e la proteggono.

Secondo un gruppo di scienziati, le arterie invecchiate sono piu' a rischio di danni e occlusioni perche', con l'avanzare dell'eta', il midollo osseo smette di produrre quelle cellule staminali indispensabili per la riparazione e il mantenimento dei vasi sanguigni.
Il dott.Pascal Goldschmidt, del Duke University Medical Centre, ha infatti spiegato che in un malato di arteriosclerosi la produzione di staminali cala drasticamente con il progredire della malattia. "Da tempo sapevamo che l'occlusione delle arterie da e verso il cuore puo' creare gravi danni. E sapevamo anche che alcuni fattori, come lo stress, il fumo, la cattiva alimentazione, potevano aumentare i rischi in tal senso. Ma se confrontiamo lo stile di vita di un ventenne con quello di un sessantenne malato, e' ovvio che il fattore eta' gioca un ruolo fondamentale. La possibilita' che anche le cellule staminali siano coinvolte nella progressione della malattia, e' un aspetto che completa il puzzle diagnostico". E la stessa chiave di lettura puo' valere per altre malattie che peggiorano con l'eta', come l'artrite reumatoide o l'epatite cronica.
Gli scienziati hanno lavorato su topolini ai quali era stato alzato il livello di colesterolo e che avevano subito dei danni alle arterie. Hanno diviso gli animali in due gruppi: il primo e' stato tenuto sotto controllo ma non ha ricevuto nessuna cura, mentre il secondo gruppo e' stato curato per 14 settimane con delle iniezioni regolari di cellule del midollo prelevate da topi sani. Alla fine del trattamento e' emerso che i topi malati avevano dal 40 al 60% in meno di lesioni nell'aorta, l'arteria principale del cuore. E non solo: analizzando i vasi sanguigni dopo la cura, hanno rilevato che le staminali del midollo erano piu' presenti laddove le lesioni erano piu' gravi. E in quelle aree, le cellule si erano differenziate in cellule che formano l'arteria e in cellule muscolari che rivestono l'arteria stessa e la proteggono.