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 USA - USA - Usa. L'analisi del sangue al momento della nascita puo' aiutare a individuare malattie mortali
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Notizia 
29 aprile 2004 18:14
 
Una semplice analisi del sangue immediatamente dopo la nascita, puo' aumentare le speranze di sopravvivenza per quei bambini a rischio di immunodeficienze gravi combinate (SCID - severe combined immunodeficiency disease).
Questo e' il risultato di uno studio lungo 22 anni condotto dal Duke University Medical Center, su 136 neonati soggetti appunto a immunodeficienze tali da comprometterne addirittura la sopravvivenza. Su 38 bambini che hanno ricevuto il trapianto di staminali entro i primi 3 mesi e mezzo della loro vita, il 97% e' sopravvissuto, ma scende al 69% se l'intervento viene fatto dopo quell'eta'.
Rebecca Buckley, autrice dello studio, sul n. 23 della Annual Review of Immunology, ha spiegato che i bimbi affetti da SCID hanno un sistema immunitario fragilissimo se non inesistente. Le piu' piccole infezioni possono essere fatali nei primi due anni di eta' se non si interviene subito con le staminali nei primi mesi di vita. Inoltre, ci sono molti bimbi che non hanno una storia familiare di immunodeficienza, e in genere capita che fino al sesto mese non si riesce a diagnosticare con esattezza la malattia, perdendo tempo prezioso. In questi casi infatti, il trapianto tende ad essere una soluzione obbligata ma tardiva. "La SCID e' un'emergenza pediatrica. Non vi sono test di alcun tipo, prenatale o preimpianto, che possano determinare a presenza della patologia. E poi, fino a che i sintomi delle infezioni non compaiono e' impossibile diagnosticarla tanto quanto curarla in tempo".
La Buckley inoltre pone l'attenzione sui costi sanitari di questa malattia: se il trapianto di staminali viene fatto nei primi 3 mesi, si pagano poco meno di 50.000 Usd. Ma se la malattia e' avanzata si sfiorano cifre di milioni di Usd fra tentativi di riabilitazione e guarigione, senza nessuna garanzia di successo.
Dal punto di vista tecnico c'e' da dire che un'infusione di staminali nei primi 28 giorni aiuta il bimbo affetto da SCID a sviluppare subito i globuli bianchi necessari alla sua protezione da batteri e infezioni esterne, garantendogli un minimo di immunita'. Ecco perche' sia i ricercatori del Duke che quelli del National Humane Genome Research Institute sono concordi nel dire che una semplice analisi del sangue appena nati permette di diagnosticare con piu' tempo e precisione una spaventosa disfunzione dell'organismo umano.
 
 
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Questo e' il risultato di uno studio lungo 22 anni condotto dal Duke University Medical Center, su 136 neonati soggetti appunto a immunodeficienze tali da comprometterne addirittura la sopravvivenza. Su 38 bambini che hanno ricevuto il trapianto di staminali entro i primi 3 mesi e mezzo della loro vita, il 97% e' sopravvissuto, ma scende al 69% se l'intervento viene fatto dopo quell'eta'.
Rebecca Buckley, autrice dello studio, sul n. 23 della Annual Review of Immunology, ha spiegato che i bimbi affetti da SCID hanno un sistema immunitario fragilissimo se non inesistente. Le piu' piccole infezioni possono essere fatali nei primi due anni di eta' se non si interviene subito con le staminali nei primi mesi di vita. Inoltre, ci sono molti bimbi che non hanno una storia familiare di immunodeficienza, e in genere capita che fino al sesto mese non si riesce a diagnosticare con esattezza la malattia, perdendo tempo prezioso. In questi casi infatti, il trapianto tende ad essere una soluzione obbligata ma tardiva. "La SCID e' un'emergenza pediatrica. Non vi sono test di alcun tipo, prenatale o preimpianto, che possano determinare a presenza della patologia. E poi, fino a che i sintomi delle infezioni non compaiono e' impossibile diagnosticarla tanto quanto curarla in tempo".
La Buckley inoltre pone l'attenzione sui costi sanitari di questa malattia: se il trapianto di staminali viene fatto nei primi 3 mesi, si pagano poco meno di 50.000 Usd. Ma se la malattia e' avanzata si sfiorano cifre di milioni di Usd fra tentativi di riabilitazione e guarigione, senza nessuna garanzia di successo.
Dal punto di vista tecnico c'e' da dire che un'infusione di staminali nei primi 28 giorni aiuta il bimbo affetto da SCID a sviluppare subito i globuli bianchi necessari alla sua protezione da batteri e infezioni esterne, garantendogli un minimo di immunita'. Ecco perche' sia i ricercatori del Duke che quelli del National Humane Genome Research Institute sono concordi nel dire che una semplice analisi del sangue appena nati permette di diagnosticare con piu' tempo e precisione una spaventosa disfunzione dell'organismo umano.
 
 
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