L'irrompere delle nuove biotecnologie, come la biologia molecolare ad esempio, costringe la teologia a interrogarsi e forse anche a riposizionarsi. Ecco perche' al congresso sono state invitate personalita' di altre discipline -dalla filosofia alla medicina, dall'economia alla giurisprudenza. A confronto la posizione di chi vede la sperimentazione scientifica come portatrice di variazioni nel mondo naturale (Werner Aber, Basilea) e di chi si chiede (Eckhard Nagel, Bayreuth), a proposito dell'utilizzo di embrioni a scopo terapeutico: dopo che Cristo si e' immolato per l'umanita', e' ancora consentito un qualsiasi sacrificio di un essere umano a beneficio di un altro? E allora si torna alla domanda cruciale: ma l'embrione e' persona? Johannes Fischer (Istituto di Etica Sociale, Zurigo) distingue tra "vita umana" e "persona". Una distinzione legittimata dalla constatazione che in una visione biblica la persona e' l'essere umano nato, colui che Dio ha chiamato a far parte, a interagire con la comunita' degli uomini. Questo suo ragionamento porta dunque a giustificare la soppressione di un essere umano in nuce? Nulla di cosi' esplicito. Pero', in un intervento successivo, Hans Christoph Askani (Parigi) ha esortato i convenuti a rinunciare ai "concetti teologici chiusi". Traduzione: in una situazione che vede intere societa' coinvolte in enormi, ancora poco chiare possibilita' di manipolazione della vita umana, ha poco senso abbarbicarsi a vecchie certezze dogmatiche. Il viennese Ulrich H.J.Koertner (nella foto) ha espresso il parere che la teologia conserva la propria autorevolezza solo se esercita la critica non solo nei confronti della scienza, ma anche verso una morale frettolosa -inclusa quella di provenienza teologica.

L'irrompere delle nuove biotecnologie, come la biologia molecolare ad esempio, costringe la teologia a interrogarsi e forse anche a riposizionarsi. Ecco perche' al congresso sono state invitate personalita' di altre discipline -dalla filosofia alla medicina, dall'economia alla giurisprudenza. A confronto la posizione di chi vede la sperimentazione scientifica come portatrice di variazioni nel mondo naturale (Werner Aber, Basilea) e di chi si chiede (Eckhard Nagel, Bayreuth), a proposito dell'utilizzo di embrioni a scopo terapeutico: dopo che Cristo si e' immolato per l'umanita', e' ancora consentito un qualsiasi sacrificio di un essere umano a beneficio di un altro? E allora si torna alla domanda cruciale: ma l'embrione e' persona? Johannes Fischer (Istituto di Etica Sociale, Zurigo) distingue tra "vita umana" e "persona". Una distinzione legittimata dalla constatazione che in una visione biblica la persona e' l'essere umano nato, colui che Dio ha chiamato a far parte, a interagire con la comunita' degli uomini. Questo suo ragionamento porta dunque a giustificare la soppressione di un essere umano in nuce? Nulla di cosi' esplicito. Pero', in un intervento successivo, Hans Christoph Askani (Parigi) ha esortato i convenuti a rinunciare ai "concetti teologici chiusi". Traduzione: in una situazione che vede intere societa' coinvolte in enormi, ancora poco chiare possibilita' di manipolazione della vita umana, ha poco senso abbarbicarsi a vecchie certezze dogmatiche. Il viennese Ulrich H.J.Koertner (nella foto) ha espresso il parere che la teologia conserva la propria autorevolezza solo se esercita la critica non solo nei confronti della scienza, ma anche verso una morale frettolosa -inclusa quella di provenienza teologica.