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 SVIZZERA - SVIZZERA - Svizzera. In vista del referendum sulle staminali, gli scienziati si mobilitano
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2 settembre 2004 20:14
 
"Si' alla ricerca sulle cellule staminali in Svizzera", e' il nome del comitato che si e' presentato alla stampa a Berna il 23 agosto per illustrare le ragioni per cui al referendum del 28 novembre gli elettori svizzeri dovrebbero dire si' alla legge che autorizza la ricerca scientifica con le cellule staminali derivate da embrioni sovrannumerari.
Fra i membri, una sessantina, figurano il Premio Nobel Rolf Zinkernagel, la presidente del Fondo nazionale svizzero Heidi Diggelmann, il presidente del politecnico federale di Losanna, Patrick Aebischer e il rettore di quello di Zurigo, Konrad Osterwalder. E ancora Sandro Rusconi, professore di Biochimica all'Universita' di Friburgo, Alexandre Mauron, professore di bioetica all'universita' di Ginevra e Sabina Gallati, professoressa di genetica umana all'Inselspital di Berna.
La legge sulle cellule staminali embrionali, approvata il 4 dicembre 2003, fissa precisi limiti alla ricerca. Prevede che i ricercatori ottengano un'autorizzazione da parte dell'Ufficio federale della sanita' pubblica, l'approvazione della commissione d'etica e il consenso delle coppie dalle quali sono state prelevate delle cellule. Gli embrioni, e le cellule staminali potranno essere ceduti o acquisiti solo gratuitamente. Inoltre, l'autorizzazione dovra' essere rilasciata soltanto per un progetto di ricerca ben preciso onde evitare la produzione di riserve di cellule staminali embrionali.
Su questo testo e' stato richiesto un referendum, sostenuto da 80 mila firme, e cosi' gli svizzeri saranno chiamati a decidere se mantenere la legge oppure se cancellarla come richiesto dai promotori del referendum. Tra questi figurano organizzazioni antiabortiste come "Si' alla Vita" e "Aiuto svizzero per madre e bambino" (ASMB), e l'Appello di Basilea contro l'ingegneria genetica, che si batte con i Verdi contro il brevetto di esseri umani. Come alternativa, queste organizzazioni propongono di effettuare la ricerca sulle cellule staminali provenienti da persone adulte, anziche' su quelle embrionali.

Schierati a favore della legge, e della ricerca, le ragioni mediche, innanzitutto. Ma anche le ragioni di un Paese che vuole evitare la fuga dei cervelli dalla Confederazione, e che si batte per il progresso dei tanti centri di ricerca.
Per il trattamento di certe malattie, il potenziale della ricerca sulle cellule staminali embrionali e' molto importante, ha detto Sandro Rusconi, professore di biochimica all'universita' di Friburgo, "poiche' esse, da semplici cellule, possono differenziarsi per formare tessuti e organi ben precisi". Grazie alle cellule staminali embrionali, o al trapianto delle cellule sane da loro prodotte, si potrebbero rinnovare organi o tessuti, e magari curare anche malattie come il diabete, il morbo di Parkinson o il morbo di Alzheimer. "Pero', prima di poter arrivare ad un'applicazione pratica saranno necessari molti lavori di ricerca fondamentale", ha aggiunto Rusconi.
Ma la nuova legge e' anche molto importante per la Svizzera, quale centro di ricerche. Perche', come ha sottolineato Sabina Gallati, professoressa di genetica umana all'Inselspital di Berna e membro della commissione etica nazionale, "a causa dei divieti e della diminuzione degli aiuti alla ricerca, sono sempre di piu' gli scienziati che lasciano il Paese per andare a lavorare all'estero". E inoltre, ha aggiunto, se la legge proposta fosse respinta, la Svizzera perderebbe il contatto con un nuovo settore estremamente promettente.
Dal canto suo, Alexandre Mauron, professore di bioetica all'universita' di Ginevra, ha ricordato che la legge in questione trova riscontro nel consenso politico e morale che prevale in Svizzera: il testo si basa su principi ammessi nella legge sulla procreazione assistita e sull'interruzione della gravidanza. La legge non riguarda infatti la ricerca sugli embrioni propriamente detti, che sara' regolata nelle disposizioni relative alla ricerca sull'essere umano, ma quella sulle cellule staminali ottenute da embrioni in sovrannumero, provenienti dalla fecondazione in vitro. "E le condizioni imposte", ha detto Mauron, "sono severe: non solo e' proibito il commercio, ma anche la produzione di embrioni ai soli fini di ricerca". E a chi dice che l'embrione e' gia' una persona umana con tutti i diritti fondamentali compreso quello alla vita, Mauron ha replicato come "altre considerazioni etiche sono piu' pertinenti: l'interesse terapeutico per i malati del futuro e la liberta' della ricerca".
 
 
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"Si' alla ricerca sulle cellule staminali in Svizzera", e' il nome del comitato che si e' presentato alla stampa a Berna il 23 agosto per illustrare le ragioni per cui al referendum del 28 novembre gli elettori svizzeri dovrebbero dire si' alla legge che autorizza la ricerca scientifica con le cellule staminali derivate da embrioni sovrannumerari.
Fra i membri, una sessantina, figurano il Premio Nobel Rolf Zinkernagel, la presidente del Fondo nazionale svizzero Heidi Diggelmann, il presidente del politecnico federale di Losanna, Patrick Aebischer e il rettore di quello di Zurigo, Konrad Osterwalder. E ancora Sandro Rusconi, professore di Biochimica all'Universita' di Friburgo, Alexandre Mauron, professore di bioetica all'universita' di Ginevra e Sabina Gallati, professoressa di genetica umana all'Inselspital di Berna.
La legge sulle cellule staminali embrionali, approvata il 4 dicembre 2003, fissa precisi limiti alla ricerca. Prevede che i ricercatori ottengano un'autorizzazione da parte dell'Ufficio federale della sanita' pubblica, l'approvazione della commissione d'etica e il consenso delle coppie dalle quali sono state prelevate delle cellule. Gli embrioni, e le cellule staminali potranno essere ceduti o acquisiti solo gratuitamente. Inoltre, l'autorizzazione dovra' essere rilasciata soltanto per un progetto di ricerca ben preciso onde evitare la produzione di riserve di cellule staminali embrionali.
Su questo testo e' stato richiesto un referendum, sostenuto da 80 mila firme, e cosi' gli svizzeri saranno chiamati a decidere se mantenere la legge oppure se cancellarla come richiesto dai promotori del referendum. Tra questi figurano organizzazioni antiabortiste come "Si' alla Vita" e "Aiuto svizzero per madre e bambino" (ASMB), e l'Appello di Basilea contro l'ingegneria genetica, che si batte con i Verdi contro il brevetto di esseri umani. Come alternativa, queste organizzazioni propongono di effettuare la ricerca sulle cellule staminali provenienti da persone adulte, anziche' su quelle embrionali.

Schierati a favore della legge, e della ricerca, le ragioni mediche, innanzitutto. Ma anche le ragioni di un Paese che vuole evitare la fuga dei cervelli dalla Confederazione, e che si batte per il progresso dei tanti centri di ricerca.
Per il trattamento di certe malattie, il potenziale della ricerca sulle cellule staminali embrionali e' molto importante, ha detto Sandro Rusconi, professore di biochimica all'universita' di Friburgo, "poiche' esse, da semplici cellule, possono differenziarsi per formare tessuti e organi ben precisi". Grazie alle cellule staminali embrionali, o al trapianto delle cellule sane da loro prodotte, si potrebbero rinnovare organi o tessuti, e magari curare anche malattie come il diabete, il morbo di Parkinson o il morbo di Alzheimer. "Pero', prima di poter arrivare ad un'applicazione pratica saranno necessari molti lavori di ricerca fondamentale", ha aggiunto Rusconi.
Ma la nuova legge e' anche molto importante per la Svizzera, quale centro di ricerche. Perche', come ha sottolineato Sabina Gallati, professoressa di genetica umana all'Inselspital di Berna e membro della commissione etica nazionale, "a causa dei divieti e della diminuzione degli aiuti alla ricerca, sono sempre di piu' gli scienziati che lasciano il Paese per andare a lavorare all'estero". E inoltre, ha aggiunto, se la legge proposta fosse respinta, la Svizzera perderebbe il contatto con un nuovo settore estremamente promettente.
Dal canto suo, Alexandre Mauron, professore di bioetica all'universita' di Ginevra, ha ricordato che la legge in questione trova riscontro nel consenso politico e morale che prevale in Svizzera: il testo si basa su principi ammessi nella legge sulla procreazione assistita e sull'interruzione della gravidanza. La legge non riguarda infatti la ricerca sugli embrioni propriamente detti, che sara' regolata nelle disposizioni relative alla ricerca sull'essere umano, ma quella sulle cellule staminali ottenute da embrioni in sovrannumero, provenienti dalla fecondazione in vitro. "E le condizioni imposte", ha detto Mauron, "sono severe: non solo e' proibito il commercio, ma anche la produzione di embrioni ai soli fini di ricerca". E a chi dice che l'embrione e' gia' una persona umana con tutti i diritti fondamentali compreso quello alla vita, Mauron ha replicato come "altre considerazioni etiche sono piu' pertinenti: l'interesse terapeutico per i malati del futuro e la liberta' della ricerca".
 
 
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