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 SPAGNA - SPAGNA - Spagna. Dubbi e polemiche sulle ricerche delle prime linee di staminali embrionali
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19 agosto 2004 18:54
 
Ancora polemiche sulle prime due linee di cellule staminali embrionali ottenute in Spagna a Valencia: VAL-1 e VAL-2. Le linee la cui nascita era stata annunciata lo scorso primo luglio gia' aveva riscosso critiche per non avere rispettato la legge sulla ricerca scientifica e non essere state autorizzate dal ministero della Sanita', in piu' ora si lasciano aperte le possibilita' che queste linee possano essere utilizzate per progetti di clonazione terapeutica.
E tutto questo assume un significato piu' pesante visto che Valencia e' governata dal Partido Popular, lo stesso che aveva approvato la legge sulla riproduzione medicalmente assistita che autorizzava le ricerche con embrioni sovrannumerari, ma chiedendo il rispetto di alcuni requisiti disattesi invece dai ricercatori valenciani. Gli stessi popolari che si sono scatenati contro la clonazione terapeutica, ora si trovano ad ammettere che se i ricercatori valenciani non faranno clonazione terapeutica, le linee create potrebbero anche essere consegnate a ricercatori che invece lavorano in questo campo. L'ammissione e' del consigliere alla Sanita' valenciano in risposta ad una serie di sollecitazioni della deputata socialista Maria José Mendoza. Un dato che aggiunge ancora piu' dubbi sulla politica scientifica del PP, commenta la socialista.
Il consigliere alla Sanita' della Generalitat valenciana Vicente Rambla aveva gia' ammesso come il lavoro di Carlos Simón del Centro Superior de Alta Tecnologia (CSAT) che ha portato alla creazione delle linee embrionali, non aveva il permesso del ministero della Sanita', ma "siccome c'era un gruppo di ricercatori con un progetto molto avanzato", il suo ufficio aveva deciso di "supplire a questa lacuna" e "nell'esercizio delle sue competenze sulla ricerca" aveva deciso di autorizzare il progetto. Ma nella risposta ufficiale che Rambla offre alla Mendoza, rivede la sua versione e scrive che "e' stata rispettata scrupolosamente la legislazione che e' in vigore attualmente", e che era stato sottoscritto il 31 marzo scorso un accordo con il Centro Nazionale di Trapianti e Medicina Rigenerativa in cui si prevedeva "il riconoscimento dell'esistenza di un progetto di ricerca con cellule staminali embrionali". Il presidente del Centro, Rafael Matesanz aveva gia' smentito questa tesi dicendo di non avere avuto "conoscenza ne' ufficiale ne' ufficiosa di questa ricerca".
Ma la Mendoza aggiunge ulteriori dubbi su questa ricerca, infatti oltre a mancare i permessi, il progetto non ha alcuna data, ne' registro di ingresso "ne' nulla che indichi che e' stato autorizzato in maniera ufficiale". Ad aprile, ricorda la Mendoza, lo stesso direttore del progetto segnalava che mancava "un anno per ottenere i primi frutti", mentre nel progetto presentato a luglio non solo si dice che sono state ottenute le prime linee cellulari, ma si sostiene che "durante il 2005 sono previsti i primi saggi clinici per il trattamento di patologie umane incurabili", come "lesioni midollari, infarti cerebrali, Parkinson e infarto del miocardio". Tutto questo farebbe pensare che il progetto era iniziato "quanto meno un anno prima", cioe' proprio quando il Governo del PP "bloccava il lavoro di altri ricercatori, come Bernat Soria, o quando si proibiva di importare le cellule embrionali dall'Istituto Karolinska di Stoccolma".
 
 
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Ancora polemiche sulle prime due linee di cellule staminali embrionali ottenute in Spagna a Valencia: VAL-1 e VAL-2. Le linee la cui nascita era stata annunciata lo scorso primo luglio gia' aveva riscosso critiche per non avere rispettato la legge sulla ricerca scientifica e non essere state autorizzate dal ministero della Sanita', in piu' ora si lasciano aperte le possibilita' che queste linee possano essere utilizzate per progetti di clonazione terapeutica.
E tutto questo assume un significato piu' pesante visto che Valencia e' governata dal Partido Popular, lo stesso che aveva approvato la legge sulla riproduzione medicalmente assistita che autorizzava le ricerche con embrioni sovrannumerari, ma chiedendo il rispetto di alcuni requisiti disattesi invece dai ricercatori valenciani. Gli stessi popolari che si sono scatenati contro la clonazione terapeutica, ora si trovano ad ammettere che se i ricercatori valenciani non faranno clonazione terapeutica, le linee create potrebbero anche essere consegnate a ricercatori che invece lavorano in questo campo. L'ammissione e' del consigliere alla Sanita' valenciano in risposta ad una serie di sollecitazioni della deputata socialista Maria José Mendoza. Un dato che aggiunge ancora piu' dubbi sulla politica scientifica del PP, commenta la socialista.
Il consigliere alla Sanita' della Generalitat valenciana Vicente Rambla aveva gia' ammesso come il lavoro di Carlos Simón del Centro Superior de Alta Tecnologia (CSAT) che ha portato alla creazione delle linee embrionali, non aveva il permesso del ministero della Sanita', ma "siccome c'era un gruppo di ricercatori con un progetto molto avanzato", il suo ufficio aveva deciso di "supplire a questa lacuna" e "nell'esercizio delle sue competenze sulla ricerca" aveva deciso di autorizzare il progetto. Ma nella risposta ufficiale che Rambla offre alla Mendoza, rivede la sua versione e scrive che "e' stata rispettata scrupolosamente la legislazione che e' in vigore attualmente", e che era stato sottoscritto il 31 marzo scorso un accordo con il Centro Nazionale di Trapianti e Medicina Rigenerativa in cui si prevedeva "il riconoscimento dell'esistenza di un progetto di ricerca con cellule staminali embrionali". Il presidente del Centro, Rafael Matesanz aveva gia' smentito questa tesi dicendo di non avere avuto "conoscenza ne' ufficiale ne' ufficiosa di questa ricerca".
Ma la Mendoza aggiunge ulteriori dubbi su questa ricerca, infatti oltre a mancare i permessi, il progetto non ha alcuna data, ne' registro di ingresso "ne' nulla che indichi che e' stato autorizzato in maniera ufficiale". Ad aprile, ricorda la Mendoza, lo stesso direttore del progetto segnalava che mancava "un anno per ottenere i primi frutti", mentre nel progetto presentato a luglio non solo si dice che sono state ottenute le prime linee cellulari, ma si sostiene che "durante il 2005 sono previsti i primi saggi clinici per il trattamento di patologie umane incurabili", come "lesioni midollari, infarti cerebrali, Parkinson e infarto del miocardio". Tutto questo farebbe pensare che il progetto era iniziato "quanto meno un anno prima", cioe' proprio quando il Governo del PP "bloccava il lavoro di altri ricercatori, come Bernat Soria, o quando si proibiva di importare le cellule embrionali dall'Istituto Karolinska di Stoccolma".
 
 
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