A breve le donne in gravidanza potranno sapere se il feto che portano e' sano o malato attraverso un semplice esame del sangue.
La notizia proviene dalla Singapore's National University Hospital (SNUH), dove i ricercatori hanno messo a punto questa tecnica a causa dell'aumento dell'eta' media delle donne incinte e della rispettiva percentuale di rischio di malformazioni al feto.
Entro il primo trimestre di gravidanza il test sara' in grado di fornire indicazioni sulle eventuali anomali cromosomiche, genetiche o strutturali, senza invadere in alcun modo il feto e l'utero. Non piu' la vecchia e invasiva amniocentesi, ma un test che partendo dal sangue materno individua il codice genetico del figlio. Manesh Choolani, del Department of Obstetrics and Gynaecology presso lo SNUH spiega: "Sono convinto che a Singapore esistono moltissime donne che vorrebbero avere una diagnosi pre-natale senza il rischio che questa si riveli un'arma a doppio taglio, e ne sono convinto perche' la maggior parte di esse rimane incinta in eta' superiore ai 30 anni. C'e' da dire inoltre che prima si individuano certe malattie e prima si riesce a intervenire in modo definitivo". Il NUH e' uno dei pochissimi centri al mondo che si focalizza su queste ricerche ed e' per questo che e' preparato ad affrontare situazioni di problematiche genetiche su soggetti cosi' delicati come i feti. Si parla addirittura di terapia cellulare all'interno dell'utero stesso: nel caso che il bimbo presenti determinate patologie si potrebbe intervenire con trapianto di staminali direttamente nel corpo della madre.
Gli obbiettivi sono appropriati al problema, perche' a Singapore esiste la piu' alta percentuale in assoluto di cancro nelle donne, e c'e' bisogno di un'informazione piu' capillare per educare il mondo femminile ad una procreazione piu' cosciente e responsabile.

A breve le donne in gravidanza potranno sapere se il feto che portano e' sano o malato attraverso un semplice esame del sangue.
La notizia proviene dalla Singapore's National University Hospital (SNUH), dove i ricercatori hanno messo a punto questa tecnica a causa dell'aumento dell'eta' media delle donne incinte e della rispettiva percentuale di rischio di malformazioni al feto.
Entro il primo trimestre di gravidanza il test sara' in grado di fornire indicazioni sulle eventuali anomali cromosomiche, genetiche o strutturali, senza invadere in alcun modo il feto e l'utero. Non piu' la vecchia e invasiva amniocentesi, ma un test che partendo dal sangue materno individua il codice genetico del figlio. Manesh Choolani, del Department of Obstetrics and Gynaecology presso lo SNUH spiega: "Sono convinto che a Singapore esistono moltissime donne che vorrebbero avere una diagnosi pre-natale senza il rischio che questa si riveli un'arma a doppio taglio, e ne sono convinto perche' la maggior parte di esse rimane incinta in eta' superiore ai 30 anni. C'e' da dire inoltre che prima si individuano certe malattie e prima si riesce a intervenire in modo definitivo". Il NUH e' uno dei pochissimi centri al mondo che si focalizza su queste ricerche ed e' per questo che e' preparato ad affrontare situazioni di problematiche genetiche su soggetti cosi' delicati come i feti. Si parla addirittura di terapia cellulare all'interno dell'utero stesso: nel caso che il bimbo presenti determinate patologie si potrebbe intervenire con trapianto di staminali direttamente nel corpo della madre.
Gli obbiettivi sono appropriati al problema, perche' a Singapore esiste la piu' alta percentuale in assoluto di cancro nelle donne, e c'e' bisogno di un'informazione piu' capillare per educare il mondo femminile ad una procreazione piu' cosciente e responsabile.