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 RUSSIA - RUSSIA - Russia. Scoperte cellule vive di mammut, si potra' clonare
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6 febbraio 2003 21:28
 
Scienziati russi hanno scoperto delle cellule vive -con il nucleo intatto- di un mammut, e questo potrebbe permettere la clonazione di questo animale preistorico. Il professor Albert Protopopov, direttore della Fondazione per gli studi sul mammut di Irkutsk, in Siberia, ha annunciato, citato dal quotidiano "Gazeta", che le zampe di questo esemplare giovane, la cui morte risalirebbe a 30 mila anni fa, e trovate durante una spedizione russo-giapponese l'estate scorsa sono in ottime condizioni. Gli scienziati del Centro scientifico di Novosibirsk, dove i reperti erano stati inviati hanno isolato delle cellule sottocutanee che possono servire alla clonazione, anche se resta ancora da individuare il Dna indispensabile per il processo.
Secondo Piotr Lazarev, direttore del Museo del Mammut a Irkutsk, citato dalla "Komsomolskaya Pravda", l'annuncio del ritrovamento di cellule che possono essere considerare "vive" e' "entusiasmante" ma il materiale a disposizione e' poco e bisogna essere prudenti.
Dubbi sulla possibilita' di clonare davvero un mammut sono stati espressi da Nikolai Janovskij, scienziato dell'Istituto di genetica dell'Accademia russa delle scienze. Secondo Janovski per ottenere davvero un risultato bisognerebbe esser certi che nella catena della molecola del Dna non ci sia nessuno "strappo", mentre le molecole dopo la morte, a prescindere dallo stato di conservazione, risulterebbero comunque alterate.
"Siamo ancora lontani dal giorno in cui, a partire da una cellula di un organismo multicellulare (come il mammut), gli scienziati possano ricreare tutto l'intero animale ma, probabilmente, in futuro questo sara' possibile", ha spiegato Edgar Cruz e Silva, direttore del Centro di Biologia Cellulare dell'Universita' di Aveiro, Portogallo. Lo scienziato, intervistato dal quotidiano portoghese "Diario de Noticias" ha sottolineato l'importanza della scoperta: "il fatto che si tratti di una cellula viva permettera' di duplicarla e mantenere cosi' intatta tutta l'informazione genetica di questa specie". I tempi previsti da Edgar Cruz e Silva sono dell'ordine di 50/100 anni.
Il mammut (Elephas Primigenius) e' un elefante di grandi dimensioni vissuto nel Quaternario in Europa, Asia e America meridionale. Dotato di folto e lungo pelo rossiccio superava i 3,5 metri di altezza, aveva un peso di circa 4 tonnellate ed era dotato di lunghe zanne ricurve.
 
 
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Scienziati russi hanno scoperto delle cellule vive -con il nucleo intatto- di un mammut, e questo potrebbe permettere la clonazione di questo animale preistorico. Il professor Albert Protopopov, direttore della Fondazione per gli studi sul mammut di Irkutsk, in Siberia, ha annunciato, citato dal quotidiano "Gazeta", che le zampe di questo esemplare giovane, la cui morte risalirebbe a 30 mila anni fa, e trovate durante una spedizione russo-giapponese l'estate scorsa sono in ottime condizioni. Gli scienziati del Centro scientifico di Novosibirsk, dove i reperti erano stati inviati hanno isolato delle cellule sottocutanee che possono servire alla clonazione, anche se resta ancora da individuare il Dna indispensabile per il processo.
Secondo Piotr Lazarev, direttore del Museo del Mammut a Irkutsk, citato dalla "Komsomolskaya Pravda", l'annuncio del ritrovamento di cellule che possono essere considerare "vive" e' "entusiasmante" ma il materiale a disposizione e' poco e bisogna essere prudenti.
Dubbi sulla possibilita' di clonare davvero un mammut sono stati espressi da Nikolai Janovskij, scienziato dell'Istituto di genetica dell'Accademia russa delle scienze. Secondo Janovski per ottenere davvero un risultato bisognerebbe esser certi che nella catena della molecola del Dna non ci sia nessuno "strappo", mentre le molecole dopo la morte, a prescindere dallo stato di conservazione, risulterebbero comunque alterate.
"Siamo ancora lontani dal giorno in cui, a partire da una cellula di un organismo multicellulare (come il mammut), gli scienziati possano ricreare tutto l'intero animale ma, probabilmente, in futuro questo sara' possibile", ha spiegato Edgar Cruz e Silva, direttore del Centro di Biologia Cellulare dell'Universita' di Aveiro, Portogallo. Lo scienziato, intervistato dal quotidiano portoghese "Diario de Noticias" ha sottolineato l'importanza della scoperta: "il fatto che si tratti di una cellula viva permettera' di duplicarla e mantenere cosi' intatta tutta l'informazione genetica di questa specie". I tempi previsti da Edgar Cruz e Silva sono dell'ordine di 50/100 anni.
Il mammut (Elephas Primigenius) e' un elefante di grandi dimensioni vissuto nel Quaternario in Europa, Asia e America meridionale. Dotato di folto e lungo pelo rossiccio superava i 3,5 metri di altezza, aveva un peso di circa 4 tonnellate ed era dotato di lunghe zanne ricurve.
 
 
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