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 MONDO - MONDO - Onu. Riprende il dibattito sulla clonazione umana
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Notizia 
17 febbraio 2005 19:33
 
Al Palazzo di Vetro si torna a discutere del bando alla ricerca scientifica sulla clonazione umana, dopo che, lo scorso novembre, la Commissione Affari Legali decise di rinunciare ad arrivare a un trattato giuridicamente vincolante per tutti gli stati membri, appoggiando invece la mediazione proposta dall'Italia.
La delegazione italiana ha organizzato il 12 febbraio un meeting informale per presentare alle delegazioni di un centinaio di Paesi il testo che sara' sottoposto il 18 febbraio all'approvazione della Sesta Commissione dell'Assemblea Generale. Il testo, che nasce sulla base della bozza di dichiarazione elaborata dalla missione italiana, non parla di "messa al bando" o di "Convenzione internazionale", ma si appella genericamente agli Stati membri dell'Onu affinche' adottino misure per proibire qualsiasi tipo di "creazione di vita umana attraverso processi di clonazione". Il linguaggio e' sufficientemente ambiguo da concedere interpretazioni diverse in contesti nazionali dove l'espressione "vita umana" ha, da un punto giuridico, significati differenti.
Il testo avrebbe suscitato l'interesse di diverse delegazioni, tra le quali quelle dei Paesi Arabi, Africani e latinoamericani. Mentre si scontra con l'opposizione di Belgio, Gran Bretagna e Singapore, le cui leggi vietano la clonazione riproduttiva, ma consentono di utilizzare embrioni umani per la produzione di cellule staminali a fini di ricerca scientifica.

Marco Cappato, segretario dell'Associazione Luca Coscioni, e Marco Perduca, rappresentante all'Onu del Partito Radicale Transnazionale commentano l'iniziativa italiana appellandosi al segretario generale e agli Stati membri affinche' sia respinta ogni proposta volta a proibire la ricerca scientifica sulle cellule staminali embrionali, sia per cio' che riguarda gli embrioni sovrannumerari, che per la tecnica del trasferimento di nucleo cellulare finalizzata alla produzione di cellule staminali. "Se la Santa Sede ritiene di voler imporre a tutti i costi -e di costi ne sta sostenendo parecchi vista la lobby nelle capitali, l'ampia delegazione che e' stata inviata alle Nazioni unite nonche' il sostegno alla partecipazione di decine di rappresentanti del Movimento per la vita che seguono i negoziati- allora che si vada al voto. Visto che non si ritiene di dover separare nettamente la clonazione riproduttiva da quella terapeutica, l'unico modo di rispondere alla prepotenza vaticana e' di chiedere immediatamente un voto sul testo introdotto dall'Italia che proibisce ogni tecnica di clonazione di "vita umana". Speriamo -concludono Cappato e Perduca- che anche le diplomazie inglesi, belghe e coreane se ne rendano presto conto e non stiano piu' al gioco proibizionista sponsorizzato dalla Chiesa cattolica".
 
 
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La delegazione italiana ha organizzato il 12 febbraio un meeting informale per presentare alle delegazioni di un centinaio di Paesi il testo che sara' sottoposto il 18 febbraio all'approvazione della Sesta Commissione dell'Assemblea Generale. Il testo, che nasce sulla base della bozza di dichiarazione elaborata dalla missione italiana, non parla di "messa al bando" o di "Convenzione internazionale", ma si appella genericamente agli Stati membri dell'Onu affinche' adottino misure per proibire qualsiasi tipo di "creazione di vita umana attraverso processi di clonazione". Il linguaggio e' sufficientemente ambiguo da concedere interpretazioni diverse in contesti nazionali dove l'espressione "vita umana" ha, da un punto giuridico, significati differenti.
Il testo avrebbe suscitato l'interesse di diverse delegazioni, tra le quali quelle dei Paesi Arabi, Africani e latinoamericani. Mentre si scontra con l'opposizione di Belgio, Gran Bretagna e Singapore, le cui leggi vietano la clonazione riproduttiva, ma consentono di utilizzare embrioni umani per la produzione di cellule staminali a fini di ricerca scientifica.

Marco Cappato, segretario dell'Associazione Luca Coscioni, e Marco Perduca, rappresentante all'Onu del Partito Radicale Transnazionale commentano l'iniziativa italiana appellandosi al segretario generale e agli Stati membri affinche' sia respinta ogni proposta volta a proibire la ricerca scientifica sulle cellule staminali embrionali, sia per cio' che riguarda gli embrioni sovrannumerari, che per la tecnica del trasferimento di nucleo cellulare finalizzata alla produzione di cellule staminali. "Se la Santa Sede ritiene di voler imporre a tutti i costi -e di costi ne sta sostenendo parecchi vista la lobby nelle capitali, l'ampia delegazione che e' stata inviata alle Nazioni unite nonche' il sostegno alla partecipazione di decine di rappresentanti del Movimento per la vita che seguono i negoziati- allora che si vada al voto. Visto che non si ritiene di dover separare nettamente la clonazione riproduttiva da quella terapeutica, l'unico modo di rispondere alla prepotenza vaticana e' di chiedere immediatamente un voto sul testo introdotto dall'Italia che proibisce ogni tecnica di clonazione di "vita umana". Speriamo -concludono Cappato e Perduca- che anche le diplomazie inglesi, belghe e coreane se ne rendano presto conto e non stiano piu' al gioco proibizionista sponsorizzato dalla Chiesa cattolica".
 
 
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