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 MONDO - MONDO - Mondo. Il segretario generale dell’Unesco e la clonazione umana
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21 agosto 2003 17:50
 
Il segretario generale dell'Unesco, Koichiro Matsuura, in un lungo articolo apparso sul quotidiano Daily Nation, spiega i perche' di un necessario e onesto dibattito sulla clonazione umana. Qui di seguito ne riportiamo i punti salienti.

Dolly e' morta. La pecora piu' famosa del mondo, nonche' il primo mammifero clonato da una cellula adulta, si e' spenta nel febbraio di quest'anno. La morte di Dolly segui' di poco l'annuncio, mai verificato, della nascita del primo essere umano clonato, e questi due avvenimenti turbarono non poco il mondo intero.
Comunque, anche se le cause esatte del decesso devono ancora essere chiarite, vennero sollevate molte domande sugli effetti a lungo termine della clonazione sugli esseri clonati.
I codici che regolamentano la ricerca proibiscono qualsiasi esperimento sugli esseri umani, la cui sicurezza e efficacia non siano state testate con successo sugli animali. Ma cosa accadra' quando gli ostacoli tecnici saranno superati e le precauzioni sanitarie garantite? Prima che questo accada, la prospettiva della clonazione umana ci pone di fronte ad uno scontro etico, culturale e politico con noi stessi e con la societa'.
Come nel campo della bioetica, e' necessario che le paure, le fobie e le ossessioni da film fantasy non interferiscano con le questioni serie. Ad oggi, quando parliamo di clonazione, ci riferiamo a due procedure tecniche che differiscono nello scopo finale. La finalita' della clonazione terapeutica non e' arrivare alla nascita di un individuo, ma quello di ricavare delle cellule staminali da un embrione creato tramite trasferimento nucleare. Le cellule staminali infatti sono diventate, negli ultimi 10 anni, una delle scoperte piu' promettenti, e si crede che possano rivoluzionare il concetto di medicina rigenerativa. Il problema pero' sorge quando ci si interroga sullo status di embrione: intorno a questa domanda si sollevano dubbi, speranze, timori.
Stiamo correndo il rischio di trasformare l'embrione umano in una merce di scambio da supermercato? E' legittimo creare un embrione il cui sviluppo non sara' mai portato a termine? E chi provvedera' agli ovuli necessari per queste operazioni? Non stiamo andando forse nella direzione di un nuovo sfruttamento del corpo femminile?
Queste domande possono avere risposta solo attraverso la creazione di una struttura legale atta a proteggere e regolare la ricerca sugli embrioni, una struttura che possa aiutare il dialogo, il dibattito.
Lo scopo della clonazione riproduttiva, d'altro canto, e' quello di creare un bambino che sia una copia cromosomica di un altro essere umano. Ma clonare un organismo non e' la stessa cosa che fotocopiare una persona. E la prova piu' evidente di tutto questo e' la naturale riproduzione sessuale. Due gemelli ad esempio, sono due individui diversi, ma sicuramente sono molto piu' simili di quanto lo siano due cloni.
Coloro che associano la clonazione con il mito dell'immortalita' o della risurrezione, in una impossibile ricerca della propria "copia" o di quella di qualcun altro, non fanno altro che utilizzare la genetica in modo sbagliato, improprio e pericoloso. [.]
La natura da' ad ogni individuo un patrimonio genetico unico, il risultato di un gioco equilibrato fra necessita' e casualita'. Manipolare questa ricchezza naturale potrebbe condurci un giorno ad una forzata distinzione fra esseri umani con un genoma originale e quelli con un genoma clonato. Non abbiamo gia' abbastanza sofferenze causate da forme di discriminazione? [.]
L'uomo non e' un comune mammifero. Gli animali possono essere clonati. Ma l'uomo e' il frutto di cultura, scienza, educazione, e come tale non puo' riprodursi tramite clonazione.
 
 
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Dolly e' morta. La pecora piu' famosa del mondo, nonche' il primo mammifero clonato da una cellula adulta, si e' spenta nel febbraio di quest'anno. La morte di Dolly segui' di poco l'annuncio, mai verificato, della nascita del primo essere umano clonato, e questi due avvenimenti turbarono non poco il mondo intero.
Comunque, anche se le cause esatte del decesso devono ancora essere chiarite, vennero sollevate molte domande sugli effetti a lungo termine della clonazione sugli esseri clonati.
I codici che regolamentano la ricerca proibiscono qualsiasi esperimento sugli esseri umani, la cui sicurezza e efficacia non siano state testate con successo sugli animali. Ma cosa accadra' quando gli ostacoli tecnici saranno superati e le precauzioni sanitarie garantite? Prima che questo accada, la prospettiva della clonazione umana ci pone di fronte ad uno scontro etico, culturale e politico con noi stessi e con la societa'.
Come nel campo della bioetica, e' necessario che le paure, le fobie e le ossessioni da film fantasy non interferiscano con le questioni serie. Ad oggi, quando parliamo di clonazione, ci riferiamo a due procedure tecniche che differiscono nello scopo finale. La finalita' della clonazione terapeutica non e' arrivare alla nascita di un individuo, ma quello di ricavare delle cellule staminali da un embrione creato tramite trasferimento nucleare. Le cellule staminali infatti sono diventate, negli ultimi 10 anni, una delle scoperte piu' promettenti, e si crede che possano rivoluzionare il concetto di medicina rigenerativa. Il problema pero' sorge quando ci si interroga sullo status di embrione: intorno a questa domanda si sollevano dubbi, speranze, timori.
Stiamo correndo il rischio di trasformare l'embrione umano in una merce di scambio da supermercato? E' legittimo creare un embrione il cui sviluppo non sara' mai portato a termine? E chi provvedera' agli ovuli necessari per queste operazioni? Non stiamo andando forse nella direzione di un nuovo sfruttamento del corpo femminile?
Queste domande possono avere risposta solo attraverso la creazione di una struttura legale atta a proteggere e regolare la ricerca sugli embrioni, una struttura che possa aiutare il dialogo, il dibattito.
Lo scopo della clonazione riproduttiva, d'altro canto, e' quello di creare un bambino che sia una copia cromosomica di un altro essere umano. Ma clonare un organismo non e' la stessa cosa che fotocopiare una persona. E la prova piu' evidente di tutto questo e' la naturale riproduzione sessuale. Due gemelli ad esempio, sono due individui diversi, ma sicuramente sono molto piu' simili di quanto lo siano due cloni.
Coloro che associano la clonazione con il mito dell'immortalita' o della risurrezione, in una impossibile ricerca della propria "copia" o di quella di qualcun altro, non fanno altro che utilizzare la genetica in modo sbagliato, improprio e pericoloso. [.]
La natura da' ad ogni individuo un patrimonio genetico unico, il risultato di un gioco equilibrato fra necessita' e casualita'. Manipolare questa ricchezza naturale potrebbe condurci un giorno ad una forzata distinzione fra esseri umani con un genoma originale e quelli con un genoma clonato. Non abbiamo gia' abbastanza sofferenze causate da forme di discriminazione? [.]
L'uomo non e' un comune mammifero. Gli animali possono essere clonati. Ma l'uomo e' il frutto di cultura, scienza, educazione, e come tale non puo' riprodursi tramite clonazione.
 
 
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