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 MONDO - MONDO - Mondo. Un regalo per i 25 anni della prima bimba in provetta: la soluzione all'infertilita' nelle cellule staminali
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7 agosto 2003 16:21
 
L'infertilita' potrebbe essere una cosa del passato nel momento in cui gli scienziati miglioreranno le tecniche e riescano a comprendere come si programmano le cellule staminali per trasformarsi in ovuli e spermatozoi. Alla vigilia del 25° compleanno di Louise Brown (25 luglio 1978, Oldham Hospital, sobborghi di Manchester, Gran Bretagna), la prima bimba nata in provetta, Alan Trounson, dell'Istituto Monash di Riproduzione e Sviluppo, Victoria, Australia, ha detto: "ho la certezza che a lungo termine potremo aiutare tutto il mondo", "in futuro potremmo prendere cellule e ricostruire l'equivalente degli ovuli e degli spermatozoi (.) teoricamente e' possibile". Trounson ha spiegato che gli esperimenti con le staminali negli animali stanno portando i primi risultati, ma per applicarli agli uomini dovranno trascorrere ancora 10 anni.
Alcuni ricercatori americani dell'Universita' della Pennsylvania, guidati da Hans Scholer, hanno provato a trasformare, grazie a un cocktail di fattori di crescita, le cellule staminali embrionali in un ovaio in miniatura che, a sua volta, ha prodotto un ovulo. Ora cercheranno di capire se questo ovulo artificiale puo' essere fertilizzato con uno spermatozoo normale. Creare lo sperma la di fuori dall'organismo e', invece, piu' complesso, ma un gruppo di studiosi giapponesi del Mitsubishi Kagaku Institute di Tokio, coordinati da Toshiaki Noce, ci e' riuscito: cellule embrionali, trapiantate in un frammento di testicolo, possono diventare spermatozoi. Anche in questo caso si trattera' di vedere se gli spermatozoi artificiali saranno in grado di fecondare un uovo normale.
Per il britannico Allan Templeton, del Collegio Reale di Ostetricia e Ginecologia, la manipolazione delle cellule staminali potenzialmente puo' essere di aiuto anche alle donne i cui ovuli si sono "inariditi" a causa dell'eta'.
Roger Pederson, dell'Universita' di Cambridge, ha spiegato come lo studio delle cellule staminali embrionali e' uno sdoppiamento della tecnica che ha permesso la nascita di Louise Brown. Pederson ha paragonato le cellule staminali alla stele di Rosetta, che aiuta i ricercatori a decifrare i geroglifici: "ci permette di comprendere il linguaggio con il quale le cellule comunicano tra di loro, di comprendere come cambiare il destino delle cellule nel nostro corpo e come ottenere migliori funzioni dalle nostre stesse cellule staminali". "Tutto questo e' un lascito dei 25 anni della Fiv, perche' ciascun embrione che si puo' studiare e' un risultato della fecondazione in vitro", ha concluso Pederson.
La festa di compleanno celebrata nella clinica dove era nata Louise Brown, ha visto la partecipazione di un migliaio di "bimbi in provetta". Durante la conferenza stampa Robert G. Edwards, uno dei due medici che avevano fatto nascere Louise, ha spiegato che i prossimi 25 anni porteranno molti progressi nel campo dell'infertilita'. Edwards ha anche commentato che gli piacerebbe vedere miglioramenti nel campo delle malattie genetiche e nella ricerca con le cellule staminali embrionali, che possono trasformarsi in qualsiasi cellula del corpo umano e che potranno aiutare a trattare malattie e coppie sterili. "Questo sarebbe un grande miracolo", ha aggiunto.
 
 
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L'infertilita' potrebbe essere una cosa del passato nel momento in cui gli scienziati miglioreranno le tecniche e riescano a comprendere come si programmano le cellule staminali per trasformarsi in ovuli e spermatozoi. Alla vigilia del 25° compleanno di Louise Brown (25 luglio 1978, Oldham Hospital, sobborghi di Manchester, Gran Bretagna), la prima bimba nata in provetta, Alan Trounson, dell'Istituto Monash di Riproduzione e Sviluppo, Victoria, Australia, ha detto: "ho la certezza che a lungo termine potremo aiutare tutto il mondo", "in futuro potremmo prendere cellule e ricostruire l'equivalente degli ovuli e degli spermatozoi (.) teoricamente e' possibile". Trounson ha spiegato che gli esperimenti con le staminali negli animali stanno portando i primi risultati, ma per applicarli agli uomini dovranno trascorrere ancora 10 anni.
Alcuni ricercatori americani dell'Universita' della Pennsylvania, guidati da Hans Scholer, hanno provato a trasformare, grazie a un cocktail di fattori di crescita, le cellule staminali embrionali in un ovaio in miniatura che, a sua volta, ha prodotto un ovulo. Ora cercheranno di capire se questo ovulo artificiale puo' essere fertilizzato con uno spermatozoo normale. Creare lo sperma la di fuori dall'organismo e', invece, piu' complesso, ma un gruppo di studiosi giapponesi del Mitsubishi Kagaku Institute di Tokio, coordinati da Toshiaki Noce, ci e' riuscito: cellule embrionali, trapiantate in un frammento di testicolo, possono diventare spermatozoi. Anche in questo caso si trattera' di vedere se gli spermatozoi artificiali saranno in grado di fecondare un uovo normale.
Per il britannico Allan Templeton, del Collegio Reale di Ostetricia e Ginecologia, la manipolazione delle cellule staminali potenzialmente puo' essere di aiuto anche alle donne i cui ovuli si sono "inariditi" a causa dell'eta'.
Roger Pederson, dell'Universita' di Cambridge, ha spiegato come lo studio delle cellule staminali embrionali e' uno sdoppiamento della tecnica che ha permesso la nascita di Louise Brown. Pederson ha paragonato le cellule staminali alla stele di Rosetta, che aiuta i ricercatori a decifrare i geroglifici: "ci permette di comprendere il linguaggio con il quale le cellule comunicano tra di loro, di comprendere come cambiare il destino delle cellule nel nostro corpo e come ottenere migliori funzioni dalle nostre stesse cellule staminali". "Tutto questo e' un lascito dei 25 anni della Fiv, perche' ciascun embrione che si puo' studiare e' un risultato della fecondazione in vitro", ha concluso Pederson.
La festa di compleanno celebrata nella clinica dove era nata Louise Brown, ha visto la partecipazione di un migliaio di "bimbi in provetta". Durante la conferenza stampa Robert G. Edwards, uno dei due medici che avevano fatto nascere Louise, ha spiegato che i prossimi 25 anni porteranno molti progressi nel campo dell'infertilita'. Edwards ha anche commentato che gli piacerebbe vedere miglioramenti nel campo delle malattie genetiche e nella ricerca con le cellule staminali embrionali, che possono trasformarsi in qualsiasi cellula del corpo umano e che potranno aiutare a trattare malattie e coppie sterili. "Questo sarebbe un grande miracolo", ha aggiunto.
 
 
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