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 ITALIA - ITALIA - Italia. Veneto: una proposta di legge per donare le staminali embrionali del liquido amniotico
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Notizia 
25 novembre 2004 16:48
 
Una proposta di legge regionale per la "donazione di cellule staminali di tipo embrionale". Ad illustrarla, il 23 novembre, a Palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale veneto, sono stati la consigliera regionale dei Riformatori liberali, Claudia Cadorin, che ne e' la firmataria, il segretario nazionale del partito liberale, Stefano De Luca, e il responsabile veneto, Michele Bortoluzzi, consigliere comunale di Belluno. La proposta di legge, presentata alla Presidenza del consiglio il 22 novembre, prima in Italia nel suo genere, nasce per sostenere ed invitare le donne che si sottopongono all'esame dell'amniocentesi a donare il liquido amniotico, nel quale, secondo ricerche condotte all'Universita' di Vienna e riprese dai ricercatori del Children Hospital di Boston, sono presenti cellule staminali di tipo embrionale, che potrebbero quindi essere utilizzate per la ricerca, senza interferire con la legislazione nazionale che vieta l'uso di cellule staminali provenienti dall'embrione.
"Il Veneto, regione tra le piu' avanzate in Europa per sistema sanitario -spiega Cadorin, firmataria dell'iniziativa legislativa- potrebbe incentivare l'utilizzo del liquido amniotico prelevato dalle gestanti durante l'amniocentesi per mettere a disposizione dei centri di ricerca, come la "Cell factory" recentemente costituita a Padova, cellule embrionali totipotenti, senza contravvenire al divieto della legge nazionale di utilizzare embrioni umani". Secondo i dati forniti dall'assessorato alla Sanita' della Regione Veneto lo scorso anno nel Veneto 6.243 gestanti si sono sottoposte ad amniocentesi. Di queste l'88 % l'ha fatto a carico del sistema sanitario, per motivi di eta' o di malattie ereditarie, il 12% invece a pagamento. E' a queste donne, di giovane eta' e senza alcun problema genetico, che si rivolge la proposta di legge regionale dei Riformatori liberali, proponendo loro di donare il liquido amniotico prelevato in cambio dello sgravio del 50 per cento del costo della prestazione diagnostica (il cui costo complessivo e' di 245 euro). "Non intendiamo affatto incentivare il ricorso spontaneo all'amniocentesi, che oltretutto e' un esame invasivo che puo' portare dei rischi alla salute del feto, ne' violare le norme etiche che il nostro Paese si e' dato in materia di tutela degli embrioni -ha chiarito Claudia Cadorin- ma informare le donne che avessero gia' autonomamente deciso di sottoporsi a tale esame diagnostico della possibilita' di dare un contributo attivo alla ricerca sulle cellule staminali, fornendo la materia prima per tale ricerca. Le cellule staminali si stanno rivelando la nuova frontiera della medicina, in quanto consentono la rigenerazione dei tessuti e la cura quindi di gravi patologie cardiache, tumorali, del sistema nervoso e delle articolazioni".
Il progetto di legge, dal titolo "Norme per l'incentivo della donazione e della ricerca sulle cellule staminali di tipo embrionale", prevede uno stanziamento annuo di 50 mila euro per finanziare la campagna di informazione e sensibilizzazione dell'opinione pubblica, in particolare le donne in attesa, verso questo tipo particolare di donazione, e di 70 mila euro per coprire il 50 per cento del costo medio delle prestazioni diagnostiche erogate privatamente in Veneto. Ipotizza inoltre un finanziamento annuo di altri 100 mila euro da destinare alla ricerca sul liquido amniotico al fine di isolare le cellule staminali. "Se questa iniziativa diventera' legge -conclude Cadorin- il Veneto si confermera' regione all'avanguardia nella ricerca perche' la disponibilita' della 'materia prima', cioe' di cellule totipotenti, attirera' i migliori "cervelli" della medicina d'avanguardia e delle biotecnologie".
"Anche perche' le cellule sarebbero del tipo delle pluripotenti, cellule che -ha sottolineato Bortoluzzi- garantiscono la riproduzione di tutti i tessuti".
 
 
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Una proposta di legge regionale per la "donazione di cellule staminali di tipo embrionale". Ad illustrarla, il 23 novembre, a Palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale veneto, sono stati la consigliera regionale dei Riformatori liberali, Claudia Cadorin, che ne e' la firmataria, il segretario nazionale del partito liberale, Stefano De Luca, e il responsabile veneto, Michele Bortoluzzi, consigliere comunale di Belluno. La proposta di legge, presentata alla Presidenza del consiglio il 22 novembre, prima in Italia nel suo genere, nasce per sostenere ed invitare le donne che si sottopongono all'esame dell'amniocentesi a donare il liquido amniotico, nel quale, secondo ricerche condotte all'Universita' di Vienna e riprese dai ricercatori del Children Hospital di Boston, sono presenti cellule staminali di tipo embrionale, che potrebbero quindi essere utilizzate per la ricerca, senza interferire con la legislazione nazionale che vieta l'uso di cellule staminali provenienti dall'embrione.
"Il Veneto, regione tra le piu' avanzate in Europa per sistema sanitario -spiega Cadorin, firmataria dell'iniziativa legislativa- potrebbe incentivare l'utilizzo del liquido amniotico prelevato dalle gestanti durante l'amniocentesi per mettere a disposizione dei centri di ricerca, come la "Cell factory" recentemente costituita a Padova, cellule embrionali totipotenti, senza contravvenire al divieto della legge nazionale di utilizzare embrioni umani". Secondo i dati forniti dall'assessorato alla Sanita' della Regione Veneto lo scorso anno nel Veneto 6.243 gestanti si sono sottoposte ad amniocentesi. Di queste l'88 % l'ha fatto a carico del sistema sanitario, per motivi di eta' o di malattie ereditarie, il 12% invece a pagamento. E' a queste donne, di giovane eta' e senza alcun problema genetico, che si rivolge la proposta di legge regionale dei Riformatori liberali, proponendo loro di donare il liquido amniotico prelevato in cambio dello sgravio del 50 per cento del costo della prestazione diagnostica (il cui costo complessivo e' di 245 euro). "Non intendiamo affatto incentivare il ricorso spontaneo all'amniocentesi, che oltretutto e' un esame invasivo che puo' portare dei rischi alla salute del feto, ne' violare le norme etiche che il nostro Paese si e' dato in materia di tutela degli embrioni -ha chiarito Claudia Cadorin- ma informare le donne che avessero gia' autonomamente deciso di sottoporsi a tale esame diagnostico della possibilita' di dare un contributo attivo alla ricerca sulle cellule staminali, fornendo la materia prima per tale ricerca. Le cellule staminali si stanno rivelando la nuova frontiera della medicina, in quanto consentono la rigenerazione dei tessuti e la cura quindi di gravi patologie cardiache, tumorali, del sistema nervoso e delle articolazioni".
Il progetto di legge, dal titolo "Norme per l'incentivo della donazione e della ricerca sulle cellule staminali di tipo embrionale", prevede uno stanziamento annuo di 50 mila euro per finanziare la campagna di informazione e sensibilizzazione dell'opinione pubblica, in particolare le donne in attesa, verso questo tipo particolare di donazione, e di 70 mila euro per coprire il 50 per cento del costo medio delle prestazioni diagnostiche erogate privatamente in Veneto. Ipotizza inoltre un finanziamento annuo di altri 100 mila euro da destinare alla ricerca sul liquido amniotico al fine di isolare le cellule staminali. "Se questa iniziativa diventera' legge -conclude Cadorin- il Veneto si confermera' regione all'avanguardia nella ricerca perche' la disponibilita' della 'materia prima', cioe' di cellule totipotenti, attirera' i migliori "cervelli" della medicina d'avanguardia e delle biotecnologie".
"Anche perche' le cellule sarebbero del tipo delle pluripotenti, cellule che -ha sottolineato Bortoluzzi- garantiscono la riproduzione di tutti i tessuti".
 
 
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