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 ITALIA - ITALIA - Italia. Topi paralizzati tornano a camminare con cellule umane del sangue
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Notizia 
8 luglio 2004 19:27
 
Topi paralizzati dalla distrofia muscolare di Duchenne, che tornano a camminare. Se va bene, tra cinque anni la ricerca potrebbe cantare vittoria e grazie alle cellule staminali circolanti nel sangue dello stesso paziente.
Il lavoro e' pubblicato dalla rivista scientifica americana Journal of Clinical Investigation, nel numero della prima settimana di luglio. I ricercatori guidati da Nereo Bresolin, direttore del "Centro Dino Ferrari" del Policlinico di Milano, sono riusciti a isolare una cellula staminale adulta (ematopoietica, della linea che serve a rigenerare periodicamente gli elementi del sangue) che ha capacita' miogeniche (che e' in grado cioe' di formare cellule muscolari). Iniettata, tramite un'arteria, nel circolo sanguigno, ha dimostrato di essere in grado di raggiungere la zona minata dalla distrofia e di cominciare un'azione riparatrice, fermandosi al momento giusto. Una volta riparato il danno, infatti, le staminali in piu' non continuano a produrre muscolo ma restano in zona per eventuali futuri interventi. Il tipo di staminale (la AC 133) e' lo stesso che in Germania ha dato risultati nella riparazione di cuori infartuati.
"Abbiamo trapiantato queste cellule umane in topi malati, ma geneticamente modificati per ricevere materiale umano -spiega Yvan Torrente, coordinatore del Laboratorio che ha condotto lo studio- e il risultato e' stato importante: le cellule si sono riprodotte, hanno formato nuove fibre muscolari e incrementato la forza delle cavie". I topi paralizzati hanno ricominciato a muoversi.
Al lavoro hanno collaborato piu' scienziati: Giulio Cossu, direttore del Stem Cell Research del San Raffaele; Paolo Rebulla, responsabile della Cell Factory del Policlinico di Milano; Roberto Bettinelli, dell'Universita' di Pavia.
Quando l'appuntamento sull'uomo? Anzi, visto il tipo di malattia, sui bambini? "Due-tre anni se tutto fila liscio, 5 al massimo", risponde Torrente sentito dal Corriere della Sera. La distrofia muscolare di Duchenne rientra tra le malattie genetiche che minano i muscoli fino a "distruggerli". E' lenta e implacabile: dalla stanchezza nei movimenti fino alla sedia a rotelle passano pochi anni, una decina circa. Colpisce un neonato (solo di sesso maschile) ogni 3.500. Nella maggioranza dei casi e' letale, per complicazioni cardiache e respiratorie, entro la tarda adolescenza. "Il salto di qualita' e' arrivato dagli studi recenti sulle cellule staminali", ammette Torrente.
Nel frattempo al Centro Dino Ferrari e' in corso uno studio di fattibilita', con un altro tipo di staminale, su otto bambini distrifci. Le staminali sono state prelevate dal muscolo, poi coltivate e quindi reiniettate nel muscolo malato. A dicembre i primi risultati.
 
 
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Topi paralizzati dalla distrofia muscolare di Duchenne, che tornano a camminare. Se va bene, tra cinque anni la ricerca potrebbe cantare vittoria e grazie alle cellule staminali circolanti nel sangue dello stesso paziente.
Il lavoro e' pubblicato dalla rivista scientifica americana Journal of Clinical Investigation, nel numero della prima settimana di luglio. I ricercatori guidati da Nereo Bresolin, direttore del "Centro Dino Ferrari" del Policlinico di Milano, sono riusciti a isolare una cellula staminale adulta (ematopoietica, della linea che serve a rigenerare periodicamente gli elementi del sangue) che ha capacita' miogeniche (che e' in grado cioe' di formare cellule muscolari). Iniettata, tramite un'arteria, nel circolo sanguigno, ha dimostrato di essere in grado di raggiungere la zona minata dalla distrofia e di cominciare un'azione riparatrice, fermandosi al momento giusto. Una volta riparato il danno, infatti, le staminali in piu' non continuano a produrre muscolo ma restano in zona per eventuali futuri interventi. Il tipo di staminale (la AC 133) e' lo stesso che in Germania ha dato risultati nella riparazione di cuori infartuati.
"Abbiamo trapiantato queste cellule umane in topi malati, ma geneticamente modificati per ricevere materiale umano -spiega Yvan Torrente, coordinatore del Laboratorio che ha condotto lo studio- e il risultato e' stato importante: le cellule si sono riprodotte, hanno formato nuove fibre muscolari e incrementato la forza delle cavie". I topi paralizzati hanno ricominciato a muoversi.
Al lavoro hanno collaborato piu' scienziati: Giulio Cossu, direttore del Stem Cell Research del San Raffaele; Paolo Rebulla, responsabile della Cell Factory del Policlinico di Milano; Roberto Bettinelli, dell'Universita' di Pavia.
Quando l'appuntamento sull'uomo? Anzi, visto il tipo di malattia, sui bambini? "Due-tre anni se tutto fila liscio, 5 al massimo", risponde Torrente sentito dal Corriere della Sera. La distrofia muscolare di Duchenne rientra tra le malattie genetiche che minano i muscoli fino a "distruggerli". E' lenta e implacabile: dalla stanchezza nei movimenti fino alla sedia a rotelle passano pochi anni, una decina circa. Colpisce un neonato (solo di sesso maschile) ogni 3.500. Nella maggioranza dei casi e' letale, per complicazioni cardiache e respiratorie, entro la tarda adolescenza. "Il salto di qualita' e' arrivato dagli studi recenti sulle cellule staminali", ammette Torrente.
Nel frattempo al Centro Dino Ferrari e' in corso uno studio di fattibilita', con un altro tipo di staminale, su otto bambini distrifci. Le staminali sono state prelevate dal muscolo, poi coltivate e quindi reiniettate nel muscolo malato. A dicembre i primi risultati.
 
 
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