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 ITALIA - ITALIA - Italia. Uno studio sui topi, una speranza per la sclerosi multipla
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25 novembre 2004 16:38
 
Usare un ormone presente nell'organismo per "risvegliare" le cellule nervose staminali e i precursori delle produttrici di mielina perche' ricostruiscano la mielina distrutta dalla sclerosi multipla. E' l'idea base per una possibile strategia di cura dalla malattia che ha gia' dato risultati positivi nella sperimentazione su 80 ratti in una ricerca condotta da Universita' di Bologna e Istituto di Neurobiologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) di Roma, sotto la supervisione del Nobel Rita Levi Montalcini.
Trattati nella fase acuta della malattia, i roditori in due mesi hanno visto la guaina mielinica ricostruirsi quasi completamente. Non e' ancora una cura per malattia ma una speranza per trovare una via, o meglio, se anche la sperimentazione sui primati dara' risposte positive, un 'suggerimento' dalla ricerca di base a quella applicata per una terapia adiuvante da aggiungere a quelle oggi gia' disponibili.
Nello studio (pubblicato all'inizio di novembre sulla rivista dell'Accademia delle Scienze degli Stati Uniti, Pnas) un ormone presente nell'organismo, quello tiroideo, e' stato utilizzato per "risvegliare" sia le cellule nervose staminali sia i precursori delle cellule produttrici di mielina (chiamate oligodendrociti) e guidarle a ricostruire la guaina di mielina che avvolge e protegge le fibre nervose, distrutta dalla malattia. I risultati ottenuti sui ratti sono cosi' incoraggianti che la ricerca e' gia' passata ad una seconda fase, su animali piu' complessi e vicini all'uomo, come le scimmie.
"E' chiaro, nessuno pensa di 'curare' la sclerosi multipla solo con l'ormone tiroideo -ha spiegato la professoressa Laura Calza', che assieme a Luciana Giardino ha coordinato il lavoro al Centro di ricerca in neuroscienze nella facolta' di veterinaria di Bologna- e' una malattia complessa, e ha bisogno di un approccio altrettanto complesso". Se tra due anni la sperimentazione sui primati dara' risultati positivi come quella sui ratti, si potra' parlare di una terapia collaterale da proporre ai colleghi clinici per una valutazione sulla scl.erosi multipla".
 
 
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Trattati nella fase acuta della malattia, i roditori in due mesi hanno visto la guaina mielinica ricostruirsi quasi completamente. Non e' ancora una cura per malattia ma una speranza per trovare una via, o meglio, se anche la sperimentazione sui primati dara' risposte positive, un 'suggerimento' dalla ricerca di base a quella applicata per una terapia adiuvante da aggiungere a quelle oggi gia' disponibili.
Nello studio (pubblicato all'inizio di novembre sulla rivista dell'Accademia delle Scienze degli Stati Uniti, Pnas) un ormone presente nell'organismo, quello tiroideo, e' stato utilizzato per "risvegliare" sia le cellule nervose staminali sia i precursori delle cellule produttrici di mielina (chiamate oligodendrociti) e guidarle a ricostruire la guaina di mielina che avvolge e protegge le fibre nervose, distrutta dalla malattia. I risultati ottenuti sui ratti sono cosi' incoraggianti che la ricerca e' gia' passata ad una seconda fase, su animali piu' complessi e vicini all'uomo, come le scimmie.
"E' chiaro, nessuno pensa di 'curare' la sclerosi multipla solo con l'ormone tiroideo -ha spiegato la professoressa Laura Calza', che assieme a Luciana Giardino ha coordinato il lavoro al Centro di ricerca in neuroscienze nella facolta' di veterinaria di Bologna- e' una malattia complessa, e ha bisogno di un approccio altrettanto complesso". Se tra due anni la sperimentazione sui primati dara' risultati positivi come quella sui ratti, si potra' parlare di una terapia collaterale da proporre ai colleghi clinici per una valutazione sulla scl.erosi multipla".
 
 
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