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 ITALIA - ITALIA - Italia. Storia di burocrazia e immigrazione: anche per le staminali della sorella c'e' bisogno del visto
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21 agosto 2003 17:49
 
Ci sono voluti cinque mesi, appelli e attenzione sulla vicenda sui media, perche' il 20 agosto, l'ambasciata italiana a Bogota' rilasciasse il visto turistico a Nelly Gonzalez, che il 27 agosto sara' quindi in Italia per donare il midollo osseo alla sorella Marleny, di 37 anni, residente a Castelleone (Cremona), gravemente malata di leucemia e ora ricoverata all'ospedale Maggiore di Crema (Cremona). L'appello lanciato dal marito e la risonanza data al caso hanno evidentemente sbloccato la pratica nel giro di 24 ore.
La paziente, sostenuta dal marito Tiziano Maggi, che fa l'operaio, e dai tre figli, una ragazza di 17 anni e due gemelli di tre, attende da cinque mesi questo intervento che per lei rappresenta l'unica speranza di vita. Non appena la sorella di Marleny sara' in Italia, si sottoporra' a una terapia di accrescimento delle cellule staminali, poi le verranno prelevati i linfociti che saranno congelati. Nel frattempo la paziente completera' il ciclo di chemioterapia gia' in corso.
Gia' tre volte nei mesi scorsi la donna si era vista respingere la richiesta di visto all'espatrio dalle autorita' italiane in Colombia. La leucemia venne diagnosticata a Marleny Gonzalez il 29 agosto 2001. I medici le indicarono come indispensabile terapia il trapianto di midollo. La sorella risulta compatibile, ma anche quella volta ci vollero sei mesi perche' Nelly Gonzalez ottenesse il visto turistico d'ingresso in Italia.
L'intervento era stato eseguito all'ospedale Maggiore di Crema il 22 maggio 2002. All'inizio di quest'anno si e' manifestata di nuovo la malattia e gli ematologi del reparto di Oncologia del reparto di Crema hanno stabilito che era necessario un richiamo, cioe' un nuovo trapianto. "Le cellule staminali donate dalla sorella dovrebbero sviluppare una reazione immunologica sufficiente a contrastare la malattia -spiega l'ematologo cremasco Alessandro Inzoli- ma e' gia' stato perso molto tempo".
Dal canto suo la paziente reagisce con coraggio: "La leucemia non mi spaventa, vorrei solo che mi fosse data la possibilita' di curarmi". Il marito non lesina critiche alle autorita' italiane: "Siamo esasperati. Nel nostro Paese entrano da ogni parte immigrati con gommoni, camion, perfino in autostop. Mi chiedo perche' si debba tribolare fino a questo punto per ottenere un visto turistico, cioe' un timbro su un passaporto che puo' salvare la vita a mia moglie". Tiziano Maggi e' operaio in una ditta di Milano. Prima di ammalarsi, sua moglie faceva la cuoca in ristoranti del milanese, del lodigiano e del cremonese. Ora le viene corrisposto un assegno mensile di 200 euro per invalidita' totale.
Per ottenere il visto la famiglia Maggi ha mobilitato vari enti e organizzazioni come il Centro d'ascolto di Cremona. "La legge Bossi-Fini -spiega Alessio Antonioli, responsabile del centro cremonese- ha reso piu' complicato l'ingresso in Italia. Ora infatti le ambasciate possono rifiutarsi di rilasciare un visto senza essere obbligate a fornire spiegazioni. Ma in casi estremi come questo il visto si dovrebbe riuscire a strapparlo. Basta fornire alcune garanzie come una fideiussione bancaria e l'assicurazione da parte della famiglia di accogliere la persona che arriva dall'estero e di rimandarla nel suo Paese d'origine una volta scaduto il visto provvisorio".
 
 
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Ci sono voluti cinque mesi, appelli e attenzione sulla vicenda sui media, perche' il 20 agosto, l'ambasciata italiana a Bogota' rilasciasse il visto turistico a Nelly Gonzalez, che il 27 agosto sara' quindi in Italia per donare il midollo osseo alla sorella Marleny, di 37 anni, residente a Castelleone (Cremona), gravemente malata di leucemia e ora ricoverata all'ospedale Maggiore di Crema (Cremona). L'appello lanciato dal marito e la risonanza data al caso hanno evidentemente sbloccato la pratica nel giro di 24 ore.
La paziente, sostenuta dal marito Tiziano Maggi, che fa l'operaio, e dai tre figli, una ragazza di 17 anni e due gemelli di tre, attende da cinque mesi questo intervento che per lei rappresenta l'unica speranza di vita. Non appena la sorella di Marleny sara' in Italia, si sottoporra' a una terapia di accrescimento delle cellule staminali, poi le verranno prelevati i linfociti che saranno congelati. Nel frattempo la paziente completera' il ciclo di chemioterapia gia' in corso.
Gia' tre volte nei mesi scorsi la donna si era vista respingere la richiesta di visto all'espatrio dalle autorita' italiane in Colombia. La leucemia venne diagnosticata a Marleny Gonzalez il 29 agosto 2001. I medici le indicarono come indispensabile terapia il trapianto di midollo. La sorella risulta compatibile, ma anche quella volta ci vollero sei mesi perche' Nelly Gonzalez ottenesse il visto turistico d'ingresso in Italia.
L'intervento era stato eseguito all'ospedale Maggiore di Crema il 22 maggio 2002. All'inizio di quest'anno si e' manifestata di nuovo la malattia e gli ematologi del reparto di Oncologia del reparto di Crema hanno stabilito che era necessario un richiamo, cioe' un nuovo trapianto. "Le cellule staminali donate dalla sorella dovrebbero sviluppare una reazione immunologica sufficiente a contrastare la malattia -spiega l'ematologo cremasco Alessandro Inzoli- ma e' gia' stato perso molto tempo".
Dal canto suo la paziente reagisce con coraggio: "La leucemia non mi spaventa, vorrei solo che mi fosse data la possibilita' di curarmi". Il marito non lesina critiche alle autorita' italiane: "Siamo esasperati. Nel nostro Paese entrano da ogni parte immigrati con gommoni, camion, perfino in autostop. Mi chiedo perche' si debba tribolare fino a questo punto per ottenere un visto turistico, cioe' un timbro su un passaporto che puo' salvare la vita a mia moglie". Tiziano Maggi e' operaio in una ditta di Milano. Prima di ammalarsi, sua moglie faceva la cuoca in ristoranti del milanese, del lodigiano e del cremonese. Ora le viene corrisposto un assegno mensile di 200 euro per invalidita' totale.
Per ottenere il visto la famiglia Maggi ha mobilitato vari enti e organizzazioni come il Centro d'ascolto di Cremona. "La legge Bossi-Fini -spiega Alessio Antonioli, responsabile del centro cremonese- ha reso piu' complicato l'ingresso in Italia. Ora infatti le ambasciate possono rifiutarsi di rilasciare un visto senza essere obbligate a fornire spiegazioni. Ma in casi estremi come questo il visto si dovrebbe riuscire a strapparlo. Basta fornire alcune garanzie come una fideiussione bancaria e l'assicurazione da parte della famiglia di accogliere la persona che arriva dall'estero e di rimandarla nel suo Paese d'origine una volta scaduto il visto provvisorio".
 
 
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