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 ITALIA - ITALIA - Italia. Le staminali e il Parkinson: secondo Carlsson i tempi sono lunghi
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28 ottobre 2004 19:13
 
Le staminali potranno curare il Parkinson? "C'e' ancora molta ricerca da fare in questo senso il cervello e' una macchina molto complessa ed e' impensabile allo stato attuale della ricerca che impiantando delle generiche cellule staminali, queste si dirigano nel posto giusto e inizino autonomamente a differenziarsi in maniera efficiente. La ricerca dalla mia scoperta del 1957 ha fatto passi da gigante. Sul fronte delle cellule staminali abbiamo scoperto che il cervello ne produce per ripristinare quelle che muoiono. Rimangono pero' oscuri i meccanismi di specializzazione e allocazione delle cellule stesse. Su questo fronte per avere risultati accettabili a mio giudizio, occorrera' aspettare almeno altri vent'anni", cosi' Arvid Carlsson, premio Nobel per la medicina nel 2000, in occasione della laurea honoris causa in medicina e chirurgia conferitagli dall'Universita' di Padova.
Carlsson, in una lettera inviata a "Nature" nel 1957, stabili' una pietra miliare nella terapia della malattia di Parkinson. Autore di una serie di studi pionieristici, dimostro' infatti come la dopamina sia un importante neurotrasmettitore cerebrale, presente in concentrazioni particolarmente elevate in specifiche aree cerebrali profonde, i gangli della base, strutture complesse determinanti nel ruolo del movimento: dimostrava l'efficacia della levo-DOPA, precursore della dopamina, nel controllo dei segni di tipo parkinsoniano indotti nel ratto con reserpina.
Questa scoperta ha letteralmente aperto la strada al trattamento attuale della malattia di Parkinson. L'impatto clinico di questa scoperta verra' poi descritto nel famoso libro di Oliver Sacks "Risvegli", il cui titolo evidenzia in modo immediato l'impatto reale di queste scoperte nella vita dei pazienti affetti da Parkinson.
 
 
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Carlsson, in una lettera inviata a "Nature" nel 1957, stabili' una pietra miliare nella terapia della malattia di Parkinson. Autore di una serie di studi pionieristici, dimostro' infatti come la dopamina sia un importante neurotrasmettitore cerebrale, presente in concentrazioni particolarmente elevate in specifiche aree cerebrali profonde, i gangli della base, strutture complesse determinanti nel ruolo del movimento: dimostrava l'efficacia della levo-DOPA, precursore della dopamina, nel controllo dei segni di tipo parkinsoniano indotti nel ratto con reserpina.
Questa scoperta ha letteralmente aperto la strada al trattamento attuale della malattia di Parkinson. L'impatto clinico di questa scoperta verra' poi descritto nel famoso libro di Oliver Sacks "Risvegli", il cui titolo evidenzia in modo immediato l'impatto reale di queste scoperte nella vita dei pazienti affetti da Parkinson.
 
 
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