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 ITALIA - ITALIA - Italia. Staminali isolate e riprodotte da un muscolo umano, uno studio
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25 novembre 2004 16:50
 
Ricercatori dell'Istituto Carlo Besta di Milano, degli Spedali Riuniti e dell'Universita' di Brescia hanno isolato e riprodotto cellule staminali da un muscolo umano. Lo hanno annunciato gli stessi autori dello studio nel corso di una conferenza stampa tenutasi nella sede della Regione Lombardia alla presenza del presidente Roberto Formigoni, il 23 novembre.
Pubblicata sull'ultimo numero della rivista internazionale The Lancet, la ricerca indica la possibilita' di autogenerare, a qualsiasi eta', da un semplice prelievo, cellule staminali muscolari e neurali. Formigoni, ha espresso "l'orgoglio che un tale risultato venga dalla ricerca sostenuta, oltre che dal ministero della Salute, dalla Regione Lombardia". "Nella speranza -ha aggiunto, notando che in questo caso non c'e' stato bisogno di ricorrere a cellule embrionali- che questo risultato serva anche al superamento di contrapposizioni etiche e culturali che dividono la comunita' scientifica".
"Lo studio del team di ricercatori milanesi e bresciani ha dimostrato che con una biopsia muscolare facilmente eseguibile senza alcuna conseguenza e danni per l'organismo, e' possibile che tutti abbiano la propria sorgente di cellule staminali muscolari e neurali. Non solo, questa sorgente e' utilizzabile a tutte le eta', anche nel soggetto anziano e questo rappresenta uno scenario di grandi prospettive", hanno spiegato i ricercatori.
La scoperta, frutto di una collaborazione tutta lombarda, e' stata realizzata al Besta, in prima persona da Giulio Alessandri in collaborazione con Eugenio Parati, responsabile della Struttura di Neurobiologia e Terapie Neuroriparative dell'Istituto neurologico milanese.
"Questa nuova fonte di staminali utilizzabile per trapianti da individuo a individuo o per autotrapianti apre importanti ed inediti ambiti terapeutici nella cura delle malattie Neuromuscolari (Distrofia Muscolare) e del Sistema Nervoso Centrale (Ictus cerebrale, Parkinson, Alzheimer, Malattie Neurodegenerative)".
"La ricerca e' partita tre anni fa -ha raccontato Parati- ed e' stata finanziata con 200 mila euro all'anno. Ma la prima finalita' non era ottenere cellule nervose, bensi' cellule cardiache, utilizzabili per riparare i tessuti del cuore colpito da infarto. Tanto che all'inizio sono stati coinvolti Claudio Muneretto e Gianluigi Bisleri degli Spedali di Brescia".
Su 12 pazienti in procinto di essere sottoposti a by-pass aorto-coronarico, e' stato prelevato dal braccio un pezzetto di arteria radiale, da usare come 'ponte' appunto per by-passare, nel cuore, il punto di restringimento dell'arteria coronarica. "Nel fare questa semplice operazione -ha osservato Muneretto- e' normale che al pezzetto di arteria prelevata restino attaccati dei frammenti di muscolo".
Frammenti dai quali i ricercatori del Besta del gruppo diretto da Parati, e Alessandri, sono poi riusciti a ricavare, con particolari e complicate procedure, delle cellule staminali. Parte di queste, messe in provetta in presenza di opportuni fattori di crescita, si sono diversificate fino a dare origine in parte a cellule muscolari, come ci si aspettava, ma in parte anche a cellule nervose.
"Proprio questo e' il gol della nostra ricerca -ha osservato Parati-, l'aver ricavato staminali, in grado di diversificarsi in cellule nervose, con un normale prelievo dal muscolo. Abbiamo dimostrato che basta una semplice biopsia muscolare per poter ottenere staminali. In futuro ognuno potra' avere la propria sorgente di staminali, adatte anche a riparare il tessuto nervoso attaccato da malattie importanti come le distrofie muscolari, il Parkinson, l'Alzheimer".
L'autore principale della ricerca, Alessandri, tende pero' a non esagerare: "Andiamoci piano col cantare vittoria. Non dobbiamo illudere i malati. Il percorso della ricerca e' ancora molto lungo". Tanto per cominciare, bisogna dire che parte di quelle staminali e' stata anche iniettata in alcuni ratti cui era stata prodotta una lesione del midollo spinale. Negli animali da laboratorio quelle cellule hanno attecchito, non sono state rigettate ("ed e' gia' un buon risultato", ha detto Alessandri), ma in questa sede non si sono diversificate e non hanno quindi guarito la lesione.
Che cosa manca, dunque? "Il problema e' che le cellule staminali isolate in questo modo sono ancora in quantita' modesta. Bisogna studiare ancora per far si' che aumentino considerevolmente di numero. Ma siamo ancora lontani: il nostro e' solo un modello sperimentale. Non voglio pensare che ci siano persone che con una notizia troppo ottimistica si illudano che la cura di certe malattie sia dietro l'angolo".
Il direttore scientifico del Besta, il professor Ferdinando Cornelio: "Non capita tutti i giorni che una tra le massime riviste mondiali della medicina come The Lancet, dedichi a una ricerca italiana un articolo di ben 11 pagine".
Il lavoro scientifico e' stato dedicato a Stefano Pagano, ricercatore del Besta prematuramente scomparso prima di poter vedere la pubblicazione della ricerca, a cui ha dato un contributo essenziale. Come essenziale e' stata la collaborazione di altri ricercatori quali Anna Benetti, del Dipartimento di Patologia del Besta, Arnaldo Caruso e Manuela Baronio del Laboratorio di Microbiologia dell'Universita' di Brescia oltre a Claudio Muneretto e Gianluigi Bisleri della Divisione di Cardiochirurgia degli Spedali Civili di Brescia.
In Lombardia sono impegnati sul terreno delle sperimentazioni medico-scientifiche ben 82 Enti mentre sono 451 i Reparti attivi degli Istituti (suddivisi per specializzazione medica). Si tratta di una realta' significativa, ai primi posti in Europa, che ha arruolato 18.214 pazienti e prodotto 1.571 studi completi o in via di completamento, di cui 356 sono gia' stati oggetto di pubblicazione.
 
 
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Pubblicata sull'ultimo numero della rivista internazionale The Lancet, la ricerca indica la possibilita' di autogenerare, a qualsiasi eta', da un semplice prelievo, cellule staminali muscolari e neurali. Formigoni, ha espresso "l'orgoglio che un tale risultato venga dalla ricerca sostenuta, oltre che dal ministero della Salute, dalla Regione Lombardia". "Nella speranza -ha aggiunto, notando che in questo caso non c'e' stato bisogno di ricorrere a cellule embrionali- che questo risultato serva anche al superamento di contrapposizioni etiche e culturali che dividono la comunita' scientifica".
"Lo studio del team di ricercatori milanesi e bresciani ha dimostrato che con una biopsia muscolare facilmente eseguibile senza alcuna conseguenza e danni per l'organismo, e' possibile che tutti abbiano la propria sorgente di cellule staminali muscolari e neurali. Non solo, questa sorgente e' utilizzabile a tutte le eta', anche nel soggetto anziano e questo rappresenta uno scenario di grandi prospettive", hanno spiegato i ricercatori.
La scoperta, frutto di una collaborazione tutta lombarda, e' stata realizzata al Besta, in prima persona da Giulio Alessandri in collaborazione con Eugenio Parati, responsabile della Struttura di Neurobiologia e Terapie Neuroriparative dell'Istituto neurologico milanese.
"Questa nuova fonte di staminali utilizzabile per trapianti da individuo a individuo o per autotrapianti apre importanti ed inediti ambiti terapeutici nella cura delle malattie Neuromuscolari (Distrofia Muscolare) e del Sistema Nervoso Centrale (Ictus cerebrale, Parkinson, Alzheimer, Malattie Neurodegenerative)".
"La ricerca e' partita tre anni fa -ha raccontato Parati- ed e' stata finanziata con 200 mila euro all'anno. Ma la prima finalita' non era ottenere cellule nervose, bensi' cellule cardiache, utilizzabili per riparare i tessuti del cuore colpito da infarto. Tanto che all'inizio sono stati coinvolti Claudio Muneretto e Gianluigi Bisleri degli Spedali di Brescia".
Su 12 pazienti in procinto di essere sottoposti a by-pass aorto-coronarico, e' stato prelevato dal braccio un pezzetto di arteria radiale, da usare come 'ponte' appunto per by-passare, nel cuore, il punto di restringimento dell'arteria coronarica. "Nel fare questa semplice operazione -ha osservato Muneretto- e' normale che al pezzetto di arteria prelevata restino attaccati dei frammenti di muscolo".
Frammenti dai quali i ricercatori del Besta del gruppo diretto da Parati, e Alessandri, sono poi riusciti a ricavare, con particolari e complicate procedure, delle cellule staminali. Parte di queste, messe in provetta in presenza di opportuni fattori di crescita, si sono diversificate fino a dare origine in parte a cellule muscolari, come ci si aspettava, ma in parte anche a cellule nervose.
"Proprio questo e' il gol della nostra ricerca -ha osservato Parati-, l'aver ricavato staminali, in grado di diversificarsi in cellule nervose, con un normale prelievo dal muscolo. Abbiamo dimostrato che basta una semplice biopsia muscolare per poter ottenere staminali. In futuro ognuno potra' avere la propria sorgente di staminali, adatte anche a riparare il tessuto nervoso attaccato da malattie importanti come le distrofie muscolari, il Parkinson, l'Alzheimer".
L'autore principale della ricerca, Alessandri, tende pero' a non esagerare: "Andiamoci piano col cantare vittoria. Non dobbiamo illudere i malati. Il percorso della ricerca e' ancora molto lungo". Tanto per cominciare, bisogna dire che parte di quelle staminali e' stata anche iniettata in alcuni ratti cui era stata prodotta una lesione del midollo spinale. Negli animali da laboratorio quelle cellule hanno attecchito, non sono state rigettate ("ed e' gia' un buon risultato", ha detto Alessandri), ma in questa sede non si sono diversificate e non hanno quindi guarito la lesione.
Che cosa manca, dunque? "Il problema e' che le cellule staminali isolate in questo modo sono ancora in quantita' modesta. Bisogna studiare ancora per far si' che aumentino considerevolmente di numero. Ma siamo ancora lontani: il nostro e' solo un modello sperimentale. Non voglio pensare che ci siano persone che con una notizia troppo ottimistica si illudano che la cura di certe malattie sia dietro l'angolo".
Il direttore scientifico del Besta, il professor Ferdinando Cornelio: "Non capita tutti i giorni che una tra le massime riviste mondiali della medicina come The Lancet, dedichi a una ricerca italiana un articolo di ben 11 pagine".
Il lavoro scientifico e' stato dedicato a Stefano Pagano, ricercatore del Besta prematuramente scomparso prima di poter vedere la pubblicazione della ricerca, a cui ha dato un contributo essenziale. Come essenziale e' stata la collaborazione di altri ricercatori quali Anna Benetti, del Dipartimento di Patologia del Besta, Arnaldo Caruso e Manuela Baronio del Laboratorio di Microbiologia dell'Universita' di Brescia oltre a Claudio Muneretto e Gianluigi Bisleri della Divisione di Cardiochirurgia degli Spedali Civili di Brescia.
In Lombardia sono impegnati sul terreno delle sperimentazioni medico-scientifiche ben 82 Enti mentre sono 451 i Reparti attivi degli Istituti (suddivisi per specializzazione medica). Si tratta di una realta' significativa, ai primi posti in Europa, che ha arruolato 18.214 pazienti e prodotto 1.571 studi completi o in via di completamento, di cui 356 sono gia' stati oggetto di pubblicazione.
 
 
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