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 ITALIA - ITALIA - Italia. Staminali embrionali senza embrioni, allo studio la "macchina del tempo"
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3 febbraio 2005 19:35
 
Una macchina del tempo cellulare capace di riportare una cellula adulta indietro nello sviluppo, fino a farla tornare ad essere immatura e indifferenziata come era nella fase embrionale: e' l'obiettivo ambizioso del progetto appena avviato in collaborazione da due fra i maggiori esperti nel campo delle staminali: il direttore del laboratorio di Biologia dello sviluppo dell'universita' di Pavia, Carlo Alberto Redi, e il co-direttore dell'Istituto per la ricerca sulle cellule staminali del San Raffaele di Milano, Angelo Vescovi.
"Il nostro obiettivo e' arrivare ad ottenere cellule staminali embrionali senza passare per l'embrione", ha detto Vescovi. "Tutto nasce dall'esperimento che ha portato alla nascita di Dolly perche' quell'esperimento ha dimostrato che una cellula adulta puo' essere de-programmata".
In che modo? La parola chiave e' "citoplasto artificiale", ha detto Redi. Si tratta cioe' di ricreare attorno ad una cellula adulta un ambiente il piu' possibile simile a quello presente nell'ovocita. La scommessa e' allora ottenere una miscela di sostanze nutritive e di fattori di crescita capace di spingere la cellula a tornare indietro nello sviluppo e quindi ad azzerare il programma genetico che l'ha portata ad essere una cellula adulta specializzata.
L'idea di ottenere cellule staminali embrionali senza passare per l'embrione e' nata in Italia fin dai tempi della Commissione Dulbecco, istituita nel 2000 dall'allora ministro della Sanita' Umberto Veronesi. La tecnica indicata allora dalla Commissione, chiamata Trasferimento nucleare di cellule staminali autologhe (Tnsa), prevedeva di privare del nucleo un ovocita umano non fecondato e nel trasferire al suo interno il nucleo prelevato da cellule somatiche del paziente in modo che nell'ovocita si sviluppassero cellule staminali con un patrimonio genetico identico a quello del paziente che le ha donate.
La nuova strada che adesso hanno intrapreso Redi e Vescovi prevede la realizzazione in laboratorio dell'ambiente che si trova all'interno dell'ovocita. A questa fase della ricerca sta lavorando adesso il gruppo di Redi, mentre il gruppo di Vescovi mettera' a punto le linee di cellule nervose da riprogrammare.
Al momento i ricercatori hanno a disposizione un finanziamento di 80.000 euro da parte del ministero della Salute, stanziato nell'ambito del fondo di 5 milioni di euro assegnato tre anni fa dal ministero alla ricerca sulle staminali.
 
 
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"Il nostro obiettivo e' arrivare ad ottenere cellule staminali embrionali senza passare per l'embrione", ha detto Vescovi. "Tutto nasce dall'esperimento che ha portato alla nascita di Dolly perche' quell'esperimento ha dimostrato che una cellula adulta puo' essere de-programmata".
In che modo? La parola chiave e' "citoplasto artificiale", ha detto Redi. Si tratta cioe' di ricreare attorno ad una cellula adulta un ambiente il piu' possibile simile a quello presente nell'ovocita. La scommessa e' allora ottenere una miscela di sostanze nutritive e di fattori di crescita capace di spingere la cellula a tornare indietro nello sviluppo e quindi ad azzerare il programma genetico che l'ha portata ad essere una cellula adulta specializzata.
L'idea di ottenere cellule staminali embrionali senza passare per l'embrione e' nata in Italia fin dai tempi della Commissione Dulbecco, istituita nel 2000 dall'allora ministro della Sanita' Umberto Veronesi. La tecnica indicata allora dalla Commissione, chiamata Trasferimento nucleare di cellule staminali autologhe (Tnsa), prevedeva di privare del nucleo un ovocita umano non fecondato e nel trasferire al suo interno il nucleo prelevato da cellule somatiche del paziente in modo che nell'ovocita si sviluppassero cellule staminali con un patrimonio genetico identico a quello del paziente che le ha donate.
La nuova strada che adesso hanno intrapreso Redi e Vescovi prevede la realizzazione in laboratorio dell'ambiente che si trova all'interno dell'ovocita. A questa fase della ricerca sta lavorando adesso il gruppo di Redi, mentre il gruppo di Vescovi mettera' a punto le linee di cellule nervose da riprogrammare.
Al momento i ricercatori hanno a disposizione un finanziamento di 80.000 euro da parte del ministero della Salute, stanziato nell'ambito del fondo di 5 milioni di euro assegnato tre anni fa dal ministero alla ricerca sulle staminali.
 
 
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