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 ITALIA - ITALIA - Italia. Le staminali che rafforzano i muscoli
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5 febbraio 2004 20:36
 
Muscoli piu' forti e potenti? Possono diventarlo grazie a un vero e proprio megafono molecolare, un segnale biochimico che chiama a raccolta le cellule staminali in circolazione nel sangue, perche' queste rigenerino il tessuto muscolare. E' una scoperta italiana, pubblicata on-line dalla rivista dell'Accademia americana delle scienze, PNAS, e getta le basi per future terapie contro la distrofia muscolare e apre scenari non troppo fantascientifici sull'eventualita' di una sorta di doping molecolare.
Lo studio, coordinato da Antonio Musaro', del dipartimento di Istologia ed Embriologia Medica dell'universita' di Roma La Sapienza, e' stato condotto in collaborazione con Nadia Rosenthal, del Laboratorio Europeo di Biologia Molecolare (EMBL) di Monterotondo (Roma) e con Giovanna Borsellino, dell'istituto scientifico Santa Lucia di Roma. La ricerca e' stata finanziata principalmente da Telethon e in parte dal progetto cellule staminali del ministero della Salute.
A due anni esatti dalla scoperta che il fattore di crescita mIgf1 (Insulin-like growth factor 1) puo' trasformare topi anziani in topi muscolosi, restituendo tonicita' ai loro muscoli, il gruppo di Musaro' ha adesso perche' i muscoli possono rigenerarsi grazie al fattore mIgf1. Ha scoperto quindi perche', grazie al fattore mIgf1, i muscoli invecchiati ritrovavano vigore e quelli indeboliti dalla distrofia si rigeneravano.
Il punto di partenza e' stato osservare che i muscoli sono naturalmente in grado di rigenerarsi. Tuttavia, ha osservato Musaro', "nella distrofia muscolare, nell'invecchiamento e in molte malattie neurodegenerative la capacita' dei muscoli di rigenerare le fibre danneggiate e' particolarmente compromessa". Questo accade perche' le cellule specializzate nel riparare i muscoli danneggiati, chiamate cellule satelliti, sono poco numerose e con il tempo diventano meno attive anche proteine importanti nella riparazione dei muscoli.
Fortunatamente, pero', anche altre cellule staminali, individuate recentemente, possono andare in aiuto dei muscoli. "Possiamo immaginare una sorta di autostrada di cellule staminali -ha detto Musaro'- in cui tali cellule migrano nel circolo sanguigno e raggiungono i vari organi e tessuti in risposta ad uno stimolo rigenerativo". Ma perche' arrivino nei muscoli devono sentire un richiamo molto forte, cosa che in condizioni normali non avviene.
Il gruppo di Musaro' ha scoperto che il segnale di cui le staminali hanno bisogno e' il fattore mIgf1, che deve essere pero' potenziato. I ricercatori hanno cosi' utilizzato topi modificati geneticamente (transgenici) in modo da produrre maggiori quantita' del fattore mIgf1. Quest'ultimo, prodotto in grandi quantita', ha amplificato il segnale che i muscoli generano in condizioni normali, comportandosi come un megafono molecolare. "Il fattore di crescita mIgf1 e' in grado di reclutare in modo considerevole le cellule staminali circolanti, le quali, una volte entrate nel compartimento muscolare, partecipano efficientemente al riparo delle fibre muscolari danneggiate".
Avere a disposizione un tale megafono molecolare, ha concluso, permette quindi di "disegnare delle strategie terapeutiche al fine di integrare la terapia genica con la terapia cellulare per prevenire i segni patologici della senescenza muscolare e di malattie genetiche, come la distrofia muscolare.

Se la scoperta rappresenta una speranza per le persone malate di distrofia muscolare, apre anche la porta al cosiddetto doping genetico. Non e' pura fantasia, infatti, ipotizzare che in futuro il doping abbandoni la via tradizionale dei farmaci per scegliere nuove strade. "Ma fare questo significherebbe giocare col fuoco", ha osservato il ricercatore.
Il doping genetico "non e' ancora una realta' ma e' possibile che nel giro di pochi anni la scoperta del fattore di crescita specifico dei muscoli venga sfruttata da chi specula". Le prime richieste in questo senso erano arrivate gia' tempo fa negli Stati Uniti a un collaboratore di Musaro', il fisiologo Lee Sweeney, dell'universita' della Pennsylvania. L'allenatore di una squadra di football americano gli aveva telefonato, nella speranza di poter iniettare il fattore di crescita specifico dei muscoli a tutta la squadra, in modo da ottenere atleti praticamente imbattibili.
"A qualcuno il doping genetico puo' sembrare a prima vista un affare -ha osservato Musaro'- perche' permette di aumentare la massa muscolare senza che resti alcuna traccia sospetta. Ma si tratta di un affare losco. Il nostro obiettivo di ricercatori e' dare un supporto a persone i cui muscoli non sono in grado di funzionare, come quelle colpite dalla distrofia muscolare o gli anziani che hanno i muscoli atrofizzati".
Oltre alle obiezioni etico, ce ne sono altre relative ai pericoli in agguato dietro al doping genetico. Il fattore di crescita Igf1 e' infatti gia' in vendita su Internet ma, avverte Musaro' "non si tratta del fattore di crescita specifico dei muscoli da noi sperimentato, chiamato mIgf1, ma del fattore circolante". Quest'ultimo viene sintetizzato dal fegato e, circolando nell'organismo, bersaglia vari organi. Quando raggiunge i muscoli ha effetti positivi perche' li rende piu' tonici, ma su altri organi ha effetti negativi, provocando tumori (soprattutto nella prostata) e malattie cardiovascolari. "La forma dell'Igf1 specifica dei muscoli non esiste in commercio e ad oggi non ha dato alcun effetto collaterale negli animali. Anche in questo caso, tuttavia, occorrono cautela e controlli prima di passare dagli esperimenti sugli animali a quelli sull'uomo".
 
 
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Lo studio, coordinato da Antonio Musaro', del dipartimento di Istologia ed Embriologia Medica dell'universita' di Roma La Sapienza, e' stato condotto in collaborazione con Nadia Rosenthal, del Laboratorio Europeo di Biologia Molecolare (EMBL) di Monterotondo (Roma) e con Giovanna Borsellino, dell'istituto scientifico Santa Lucia di Roma. La ricerca e' stata finanziata principalmente da Telethon e in parte dal progetto cellule staminali del ministero della Salute.
A due anni esatti dalla scoperta che il fattore di crescita mIgf1 (Insulin-like growth factor 1) puo' trasformare topi anziani in topi muscolosi, restituendo tonicita' ai loro muscoli, il gruppo di Musaro' ha adesso perche' i muscoli possono rigenerarsi grazie al fattore mIgf1. Ha scoperto quindi perche', grazie al fattore mIgf1, i muscoli invecchiati ritrovavano vigore e quelli indeboliti dalla distrofia si rigeneravano.
Il punto di partenza e' stato osservare che i muscoli sono naturalmente in grado di rigenerarsi. Tuttavia, ha osservato Musaro', "nella distrofia muscolare, nell'invecchiamento e in molte malattie neurodegenerative la capacita' dei muscoli di rigenerare le fibre danneggiate e' particolarmente compromessa". Questo accade perche' le cellule specializzate nel riparare i muscoli danneggiati, chiamate cellule satelliti, sono poco numerose e con il tempo diventano meno attive anche proteine importanti nella riparazione dei muscoli.
Fortunatamente, pero', anche altre cellule staminali, individuate recentemente, possono andare in aiuto dei muscoli. "Possiamo immaginare una sorta di autostrada di cellule staminali -ha detto Musaro'- in cui tali cellule migrano nel circolo sanguigno e raggiungono i vari organi e tessuti in risposta ad uno stimolo rigenerativo". Ma perche' arrivino nei muscoli devono sentire un richiamo molto forte, cosa che in condizioni normali non avviene.
Il gruppo di Musaro' ha scoperto che il segnale di cui le staminali hanno bisogno e' il fattore mIgf1, che deve essere pero' potenziato. I ricercatori hanno cosi' utilizzato topi modificati geneticamente (transgenici) in modo da produrre maggiori quantita' del fattore mIgf1. Quest'ultimo, prodotto in grandi quantita', ha amplificato il segnale che i muscoli generano in condizioni normali, comportandosi come un megafono molecolare. "Il fattore di crescita mIgf1 e' in grado di reclutare in modo considerevole le cellule staminali circolanti, le quali, una volte entrate nel compartimento muscolare, partecipano efficientemente al riparo delle fibre muscolari danneggiate".
Avere a disposizione un tale megafono molecolare, ha concluso, permette quindi di "disegnare delle strategie terapeutiche al fine di integrare la terapia genica con la terapia cellulare per prevenire i segni patologici della senescenza muscolare e di malattie genetiche, come la distrofia muscolare.

Se la scoperta rappresenta una speranza per le persone malate di distrofia muscolare, apre anche la porta al cosiddetto doping genetico. Non e' pura fantasia, infatti, ipotizzare che in futuro il doping abbandoni la via tradizionale dei farmaci per scegliere nuove strade. "Ma fare questo significherebbe giocare col fuoco", ha osservato il ricercatore.
Il doping genetico "non e' ancora una realta' ma e' possibile che nel giro di pochi anni la scoperta del fattore di crescita specifico dei muscoli venga sfruttata da chi specula". Le prime richieste in questo senso erano arrivate gia' tempo fa negli Stati Uniti a un collaboratore di Musaro', il fisiologo Lee Sweeney, dell'universita' della Pennsylvania. L'allenatore di una squadra di football americano gli aveva telefonato, nella speranza di poter iniettare il fattore di crescita specifico dei muscoli a tutta la squadra, in modo da ottenere atleti praticamente imbattibili.
"A qualcuno il doping genetico puo' sembrare a prima vista un affare -ha osservato Musaro'- perche' permette di aumentare la massa muscolare senza che resti alcuna traccia sospetta. Ma si tratta di un affare losco. Il nostro obiettivo di ricercatori e' dare un supporto a persone i cui muscoli non sono in grado di funzionare, come quelle colpite dalla distrofia muscolare o gli anziani che hanno i muscoli atrofizzati".
Oltre alle obiezioni etico, ce ne sono altre relative ai pericoli in agguato dietro al doping genetico. Il fattore di crescita Igf1 e' infatti gia' in vendita su Internet ma, avverte Musaro' "non si tratta del fattore di crescita specifico dei muscoli da noi sperimentato, chiamato mIgf1, ma del fattore circolante". Quest'ultimo viene sintetizzato dal fegato e, circolando nell'organismo, bersaglia vari organi. Quando raggiunge i muscoli ha effetti positivi perche' li rende piu' tonici, ma su altri organi ha effetti negativi, provocando tumori (soprattutto nella prostata) e malattie cardiovascolari. "La forma dell'Igf1 specifica dei muscoli non esiste in commercio e ad oggi non ha dato alcun effetto collaterale negli animali. Anche in questo caso, tuttavia, occorrono cautela e controlli prima di passare dagli esperimenti sugli animali a quelli sull'uomo".
 
 
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