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 ITALIA - ITALIA - Italia. Per gli scienziati, a rischio l'autonomia della ricerca
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17 settembre 2002 18:58
 
Scienziati e ricercatori protestano per il riordino degli enti. Colpa della cosiddetta "bozza fantasma" uscita ufficiosamente dalle stanze del Ministero dell'Universita' e della Ricerca, che prevede un riordino degli enti e del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) tale da mettere a rischio l'autonomia della ricerca. La proposta di riforma, infatti, prevederebbe un meccanismo che rende possibile, tra l'altro, una nomina politica dei direttori di dipartimento del Cnr, che oggi sono nominati tramite concorso. Il problema e' stato affrontato dai ricercatori del Cnr (2.400 le adesioni) che si sono riuniti in assemblea generale, dando vita ad una Carta dei principi contro la privatizzazione e lo smantellamento degli enti di ricerca. Un documento che nasce per "individuare i confini entro i quali la politica possa muovere i suoi giusti passi per riformare e orientare". Molti i nomi illustri che hanno aderito all'iniziativa, dal premio Nobel Rita Levi Montalcini, all'astrofisica Margherita Hack, all'ex ministro della pubblica istruzione Tullio De Mauro. Ma c'era anche il segretario dei Ds Piero Fassino che ha definito inaccettabile il fatto che il Governo stia "cercando di trasformare un'attivita' essenziale per il Paese e per la sua competitivita', in un'impresa economica e commerciale sacrificando la ricerca di base". A scendere in campo anche il presidente del Cnr, Lucio Bianco, che non pensa che il testo sia condiviso dal ministro "si tratta di uno studio fatto probabilmente da qualcuno all'interno del ministero" e si augura che la Moratti prenda atto che "l'impianto complessivo" non piace alla comunita' scientifica. Secondo il presidente bisogna operare nella continuita' della riforma gia' fatta, modificando quello che non va, primo tra tutto il sotto finanziamento dell'ente. "Le risorse governative annuali a noi destinate", ha concluso Bianco, "bastano appena al sostentamento strutturale; i fondi per i progetti bisogna trovarli altrove". Tre i punti caratterizzanti della Carta dei principi della ricerca: maggiori finanziamenti, una ricerca finalizzata a obiettivi prioritari e strategici e un'ottica di lungo periodo che sfugga a logiche di aziendalizzazione.
 
 
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