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 ITALIA - ITALIA - Italia. La ricrescita dell'osso grazie alle staminali
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Notizia 
24 giugno 2004 20:01
 
Con una semplice iniezione di cellule staminali, progenitrici del tessuto connettivo su una impalcatura biotech e che poi sparisce, sara' possibile far ricrescere un osso traumatizzato o colpito da tumore. I primi test, in corso con successo a Genova su animali, saranno avviati sull'uomo tra 2-3 anno.
L'annuncio e' stato dato a Roma da Ranieri Cancedda del Centro di Biotecnologie Avanzate dell'Universita' di Genova al Congresso Nazionale Ortopedici Traumatologi Ospedalieri, organizzato dal professor Angelo Impagliazzo.
Il nuovo tessuto osseo riesce a crescere su un'impalcatura di ceramica porosa che poi si dissolve lasciando un osso quasi indistinguibile da quello naturale, riparando lesioni ossee dovute a malattie congenite, traumi o tumori. Queste tecniche con l'impalcatura riassorbibile di ultimissima generazione sono ora nella fase finale dei test su pecore e nel giro di 2-3 anni inizieranno i primi studi pilota su pazienti.
L'idea, e' quella di superare i risultati precedentemente raggiunti sui pazienti con un'impalcatura porosa che pero' rimane dopo l'impianto. Questa e' stata gia' applicata con successo su pazienti anni fa, ricorda Cancedda, ma usando biomateriale riassorbibile si spera di trattare con maggior efficacia i pazienti, soprattutto i piu' giovani, che possono cosi' giovare della ricostruzione di osso identico a quello naturale e senza residui di materiale non cellulare nell'organismo.
Le tecniche di terapia cellulare da autotrapianto di cellule progenitrici (cellule stromali) dell'osso sono pero' solo una delle prospettive future in ortopedia. Per malattie complesse come l'osteoartrosi, dove vi e' la complicita' di molti geni che vanno 'in tilt' a seguito di pressioni esterne, gli scienziati stanno cercando di intraprendere la strada della terapia genica.
Al momento i ricercatori cercano di identificare i geni coinvolti, studiando la loro attivita' e come cambia nella malattia con tecniche sofisticate che permettono di seguire il comportamento di 100 mila geni a settimana. Ma i risultati in campo clinico non sono vicini.
La speranza e' di aggiustare i geni che non funzionano piu' correttamente con l'aiuto di farmaci o addirittura di sostituirli con nuovo Dna sano. Mentre in un futuro non immediato, sottolineano i ricercatori, ortopedici e genetisti lavoreranno insieme per risolvere patologie complesse che oggi richiedono spesso l'intervento chirurgico con l'impianto di protesi. La terapia genica potrebbe far divenire un ricordo la necessita' della protesi cartilaginea.
 
 
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