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 ITALIA - ITALIA - Italia. Referendum: la censura dei media, i problemi con i Comuni e con qualche alleato…
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19 agosto 2004 18:55
 
Prosegue la raccolta firme sul referendum che chiede l'abrogazione totale della legge 40/2004 sulla fecondazione assistita, e mentre i promotori ricordano a chi l'ha sottoscritto prima di luglio che occorre ancora uno sforzo per rifirmare visto che la raccolta deve essere fatta su 90 giorni consecutivi, e la prima partenza, quella di aprile, non era riuscita nell'impresa delle 500 mila firme. Ora affinche' siano presentate entro il 30 settembre in Cassazione le firme dovranno essere state raccolte nei mesi di luglio, agosto e settembre.
Ma se questa e' solo una questione "tecnica" piu' politici sembrano essere altri problemi: dalla disinformazione-censura del sistema radiotelevisivo italiano alla mancanza di coraggio della Confindustria e delle imprese farmaceutiche silenti di fronte ai veti imposti dalla legge, passando per tutta una serie di problemi con i Comuni in cui la raccolta firme non sembra andare in maniera regolare, senza tralasciare le vere e proprie accuse rivolte ai "compagni di strada", e in particolare al segretario dei Democratici di Sinistra.
""L'Espresso", solitamente bene informato, ci racconta di un incontro tra Piero Fassino e il numero due della Conferenza episcopale italiana, il vescovo Giuseppe Betori. L'alto prelato avrebbe chiesto notizie al segretario dei Ds sulla questione referendaria, e -secondo il settimanale- Fassino avrebbe "rassicurato i vescovi e promesso che la mobilitazione del partito sara' contenuta"". Intanto il quotidiano dei vescovi Avvenire e' intervenuto piu' di una volta richiamando i Ds a non farsi coinvolgere dai radicali su questa strada. E i radicali ne chiedono conto con una lettera su l'Unita' firmata a sei mani: Rita Bernardini, Daniele Capezzone e Marco Cappato, rispettivamente tesoriera e segretario di Radicali Italiani e segretario dell'Associazione Luca Coscioni.
"Nella politica, non si possono recitare tutte le parti in commedia. Non si puo' far finta di essere referendari, e contemporaneamente operare per il sabotaggio della campagna. Da mesi, i vertici dei Ds non firmano il referendum (e poi i referendum) sulla fecondazione; diffondono notizie inesatte perfino sul numero dei quesiti; lasciano che esponenti del partito aderiscano (e a loro va il mio particolare ringraziamento), ma solo a titolo personale. Nel frattempo, i giorni passano; l'altro Comitato (quello comune) resta deserto (a parte la presenza radicale); e le firme non si vedono. [.] Come ho fatto, insieme alla tesoriera di Radicali italiani Rita Bernardini e al segretario dell'Associazione Luca Coscioni Marco Cappato -scriveva in una nota Capezzone-, indirizzando una lettera aperta a "L'Unita'", torno a chiedere al segretario dei Ds di dire parole chiare, di pronunciarsi con chiarezza. Sara' un buon modo di onorare l'impegno dei militanti ed elettori di centrosinistra che hanno firmato in gran numero, e che -quando sono informati- si sforzano anche di consentire ad altri di firmare. La domanda c'e', e attende -se possibile- una risposta. Grazie".
Quella risposta non e' ancora arrivata, ma nel frattempo i problemi di ostracismo ipotizzati si sono trasformati in numeri con un vero e proprio dossier presentato alla stampa. O meglio, un sondaggio compiuto dal call center del partito, dal quale si puo' stimare che finora le firme raccolte nei municipi italiani, esclusi quelli capoluogo di Provincia, sono 9.172. Se si aggiungono le 780 che risultano da una indagine compiuta in 82 dei 103 capoluoghi si sfiora quota 10.000. Insomma, sintetizza Marco Cappato, "nella stragrande maggioranza dei Comuni italiani la raccolta firme non e' per nulla cominciata". Una situazione davvero preoccupante, perche', spiega Michele De Lucia, "in precedenti campagne piu' complesse e difficili si arrivo' a ben 100 mila firme. Ora siamo sotto le 10 mila: questo dato da' il senso di quanto sia grave cio' che sta accadendo e rischia di essere decisivo per quanto riguarda il successo o l'insuccesso di questa campagna referendaria". Scendendo nel concreto, Rita Bernardini cita l'"esempio negativo" del Comune di Roma, dove "nelle circoscrizioni e' veramente difficoltoso se non impossibile andare a firmare". Sarebbe bene allora seguire 'l"'esempio positivo"' del Comune di Fossano, in provincia di Cuneo, dove "il sindaco ha incaricato personale comunale, nell'orario di lavoro, di uscire all'esterno, partecipare ai tavoli, per agevolare i cittadini che lo volessero a sottoscrivere i referendum". Comunque un'eccezione, visto che quello che si registra sul piano generale, aggiunge Daniele Capezzone, e' un'"opera di ostruzione che sta diventando ostruzionismo, rispetto all'esercizio di un diritto costituzionale garantito dei cittadini italiani". E allora nei prossimi giorni non sono da escludere "gravi iniziative giudiziarie". Inoltre, annuncia il segretario dei Radicali italiani, "investiremo con fiducia" il ministro dell'Interno, "persona responsabile che tante volte si e' comportato con correttezza assoluta". Ma in ballo ci sono anche risvolti politici e Capezzone punta il dito contro i Ds. "Ormai c'e' un filo che lega il comportamento di Piero Fassino, ambiguo e ingannevole nei confronti in primo luogo dei suoi militanti, al comportamento di Walter Veltroni e di troppi altri".

Nel frattempo i radicali comunque trovano il tempo di andare a raccogliere le firme in carcere, scoperchiando un nuovo vaso di Pandora sulla situazione carceraia e avviando una polemica con il ministro della Giustizia, cosi' come di sollecitare la "Confindustria, e in particolare le imprese del settore biomedico, dovrebbero rivendicare apertamente la coincidenza tra i loro interessi economici e gli interessi dei cittadini alla salute e alla vita, e sostenere concretamente la campagna referendaria per l'abolizione della nuova legge in materia di fecondazione assistita".
 
 
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Ma se questa e' solo una questione "tecnica" piu' politici sembrano essere altri problemi: dalla disinformazione-censura del sistema radiotelevisivo italiano alla mancanza di coraggio della Confindustria e delle imprese farmaceutiche silenti di fronte ai veti imposti dalla legge, passando per tutta una serie di problemi con i Comuni in cui la raccolta firme non sembra andare in maniera regolare, senza tralasciare le vere e proprie accuse rivolte ai "compagni di strada", e in particolare al segretario dei Democratici di Sinistra.
""L'Espresso", solitamente bene informato, ci racconta di un incontro tra Piero Fassino e il numero due della Conferenza episcopale italiana, il vescovo Giuseppe Betori. L'alto prelato avrebbe chiesto notizie al segretario dei Ds sulla questione referendaria, e -secondo il settimanale- Fassino avrebbe "rassicurato i vescovi e promesso che la mobilitazione del partito sara' contenuta"". Intanto il quotidiano dei vescovi Avvenire e' intervenuto piu' di una volta richiamando i Ds a non farsi coinvolgere dai radicali su questa strada. E i radicali ne chiedono conto con una lettera su l'Unita' firmata a sei mani: Rita Bernardini, Daniele Capezzone e Marco Cappato, rispettivamente tesoriera e segretario di Radicali Italiani e segretario dell'Associazione Luca Coscioni.
"Nella politica, non si possono recitare tutte le parti in commedia. Non si puo' far finta di essere referendari, e contemporaneamente operare per il sabotaggio della campagna. Da mesi, i vertici dei Ds non firmano il referendum (e poi i referendum) sulla fecondazione; diffondono notizie inesatte perfino sul numero dei quesiti; lasciano che esponenti del partito aderiscano (e a loro va il mio particolare ringraziamento), ma solo a titolo personale. Nel frattempo, i giorni passano; l'altro Comitato (quello comune) resta deserto (a parte la presenza radicale); e le firme non si vedono. [.] Come ho fatto, insieme alla tesoriera di Radicali italiani Rita Bernardini e al segretario dell'Associazione Luca Coscioni Marco Cappato -scriveva in una nota Capezzone-, indirizzando una lettera aperta a "L'Unita'", torno a chiedere al segretario dei Ds di dire parole chiare, di pronunciarsi con chiarezza. Sara' un buon modo di onorare l'impegno dei militanti ed elettori di centrosinistra che hanno firmato in gran numero, e che -quando sono informati- si sforzano anche di consentire ad altri di firmare. La domanda c'e', e attende -se possibile- una risposta. Grazie".
Quella risposta non e' ancora arrivata, ma nel frattempo i problemi di ostracismo ipotizzati si sono trasformati in numeri con un vero e proprio dossier presentato alla stampa. O meglio, un sondaggio compiuto dal call center del partito, dal quale si puo' stimare che finora le firme raccolte nei municipi italiani, esclusi quelli capoluogo di Provincia, sono 9.172. Se si aggiungono le 780 che risultano da una indagine compiuta in 82 dei 103 capoluoghi si sfiora quota 10.000. Insomma, sintetizza Marco Cappato, "nella stragrande maggioranza dei Comuni italiani la raccolta firme non e' per nulla cominciata". Una situazione davvero preoccupante, perche', spiega Michele De Lucia, "in precedenti campagne piu' complesse e difficili si arrivo' a ben 100 mila firme. Ora siamo sotto le 10 mila: questo dato da' il senso di quanto sia grave cio' che sta accadendo e rischia di essere decisivo per quanto riguarda il successo o l'insuccesso di questa campagna referendaria". Scendendo nel concreto, Rita Bernardini cita l'"esempio negativo" del Comune di Roma, dove "nelle circoscrizioni e' veramente difficoltoso se non impossibile andare a firmare". Sarebbe bene allora seguire 'l"'esempio positivo"' del Comune di Fossano, in provincia di Cuneo, dove "il sindaco ha incaricato personale comunale, nell'orario di lavoro, di uscire all'esterno, partecipare ai tavoli, per agevolare i cittadini che lo volessero a sottoscrivere i referendum". Comunque un'eccezione, visto che quello che si registra sul piano generale, aggiunge Daniele Capezzone, e' un'"opera di ostruzione che sta diventando ostruzionismo, rispetto all'esercizio di un diritto costituzionale garantito dei cittadini italiani". E allora nei prossimi giorni non sono da escludere "gravi iniziative giudiziarie". Inoltre, annuncia il segretario dei Radicali italiani, "investiremo con fiducia" il ministro dell'Interno, "persona responsabile che tante volte si e' comportato con correttezza assoluta". Ma in ballo ci sono anche risvolti politici e Capezzone punta il dito contro i Ds. "Ormai c'e' un filo che lega il comportamento di Piero Fassino, ambiguo e ingannevole nei confronti in primo luogo dei suoi militanti, al comportamento di Walter Veltroni e di troppi altri".

Nel frattempo i radicali comunque trovano il tempo di andare a raccogliere le firme in carcere, scoperchiando un nuovo vaso di Pandora sulla situazione carceraia e avviando una polemica con il ministro della Giustizia, cosi' come di sollecitare la "Confindustria, e in particolare le imprese del settore biomedico, dovrebbero rivendicare apertamente la coincidenza tra i loro interessi economici e gli interessi dei cittadini alla salute e alla vita, e sostenere concretamente la campagna referendaria per l'abolizione della nuova legge in materia di fecondazione assistita".
 
 
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