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 ITALIA - ITALIA - Italia. "Pedinate" le staminali del cervello, uno studio sui topi
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14 ottobre 2004 18:31
 
Le cellule staminali adulte del cervello dei topolini sono state 'pedinate' in diretta grazie ad un segnale luminoso cioe' una proteina fluorescente, rendendo cosi' possibile la prima dimostrazione del loro comportamento e della loro capacita' di generare altre cellule di ricambio per il bulbo olfattivo.
Il risultato porta la firma degli italiani Claudio Bordignon, Angelo Vescovi e Luigi Naldini dell'Istituto San Raffaele di Milano ed e' stato reso noto sulla prestigiosa rivista dell'Accademia Americana delle Scienze 'PNAS'. Lo studio e' stato possibile grazie a finanziamenti disponibili per l'Istituto Telethon per la terapia genica (Tiget) di Milano.
Se un giorno si riuscisse ad utilizzare questa tecnica di marcatura cellulare a scopo terapeutico, rileva Naldini in un intervento, questa potrebbe divenire una metodologia molto potente per curare malattie neurodegenerative.
Il cervello ha delle riserve di cellule staminali adulte custodite in vari compartimenti del cervello come l'ippocampo. Queste staminali hanno una certa potenzialita' di riprodursi e di maturare dando nuove generazioni di cellule nervose di vario tipo. Nel topo le staminali del cervello vanno a ripopolare il bulbo olfattorio rigenerando gli interneuroni, mentre il loro comportamento e' solo parzialmente conosciuto nell'uomo.
I ricercatori hanno spiato le cellule staminali dei topolini iniettando al loro interno una proteina fluorescente verde inserita un virus. Questo, spiega Naldini, ha permesso per la prima volta la marcatura cellulare stabile con cui le cellule bambine sono state seguite a lungo per un arco di sei mesi. Infatti, precisa l'esperto, a differenza di altre navette il virus, simile all'Hiv, si inserisce stabilmente nel Dna delle cellule riceventi e puo' essere trasmesso alle generazioni cellulari successive.
Infatti i ricercatori hanno potuto non solo rilevare la fluorescenza nella sede delle staminali, sotto il ventricolo, segno che le cellule si comportano come progenitrici che continuamente perpetuano se stesse rimanendo nei compatimenti 'magazzino' di staminali adulte. Ma hanno anche rivelato la presenza della marcatura fluorescente nel bulbo olfattorio dei topolini.
Inoltre, grazie a metodologie messe a punto dall'équipe di Vescovi, gli scienziati hanno avuto la verifica ulteriore isolando le cellule e facendole crescere in vitro. Queste continuano a comportarsi a tutti gli effetti come staminali neurali mantenendo la marcatura e generando varie popolazioni di cellule nervose.
Da questa indagine di marcatura, osserva Naldini, si potrebbe passare a un uso terapeutico della tecnica, trasferendo con il virus geni che sostituiscano gli originali difettosi nell'organismo. Ci sono infatti numerose evidenze sperimentali, che le staminali neurali sappiano come muoversi nel sistema nervoso centrale per andare a rimpiazzare cellule 'usurate'. Quindi ci sono buone speranze che correggendo queste cellule col gene sano esse vadano a rimpiazzare cellule nervose malate migrando nelle zone interessate dalla malattia.
Al momento, si sta pensando di testare questo approccio terapeutico in modelli animali di leucodistrofia che porta alla distruzione delle cellule produttrici della guaina isolante dei neuroni, la mielina e dei neuroni stessi.
 
 
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