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 ITALIA - ITALIA - Italia. "darwin": lo speciale sulla legge 40/2004
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11 novembre 2004 20:10
 
Riportiamo l'editoriale di Umberto Veronesi e l'articolo di Arne Sunde che introduce lo speciale di darwin (novembre/dicembre) dedicato alla legge 40/2004 "procreazione medicalmente assistita".


La tentazione del gambero
Umberto Veronesi

Il cammino della scienza e' temporalmente irregolare: nel susseguirsi delle ere, lunghi periodi di silenzio si alternano a vere e proprie esplosioni di produttivita'. E fin dalla nascita della geometria -prima espressione della scienza, elaborata dai contadini come metodo oggettivo e riproducibile per dividersi le terre- i ciclici balzi in avanti del progresso scientifico hanno spesso trovato la societa' impreparata ad affrontare i dilemmi posti dai nuovi limiti della conoscenza. A volte lo sconcerto si e' trasformato in involuzione e il risultato e' stato un inasprimento dello spirito antiscientifico e la rivincita dell'irrazionale. Basta pensare al Seicento: Newton, Cartesio e Galileo davano un nuovo assetto alla concezione del mondo e contemporaneamente migliaia di donne venivano bruciate sul rogo come streghe.
A ben vedere anche oggi la nostra societa', travolta da un'ondata di nuove scoperte e nuove tecnologie, si scopre in qualche modo "schizofrenica", mentre qualcuno pensa a come risolvere la fame nel mondo grazie alla genetica applicata all'agricoltura, qualcun altro si rivolge a un mago per conoscere il suo futuro. E soprattutto anche oggi, come nel Seicento, il nostro sistema etico-culturale fa fatica a rapportarsi ai nuovi orizzonti scientifici, che, a volte, preferisce negare o comunque allontanare da se'. Ne e' un esempio la fecondazione assistita, a cui darwin dedica lo speciale di questo numero, oggi al centro del dibattito a causa della controversa legge 40.
A dispetto, o forse a causa, dei progressi della genetica, questa legge rappresenta, scientificamente e civilmente, un passo indietro rispetto alla legge 194, che stabiliva che la liberta' riproduttiva e' parte inalienabile dei diritti della persona e fa capo a quel principio di responsabilita' individuale che e' caratteristica fondamentale di tutte le civilta' democratiche. La nuova normativa, invece, definisce precisi limiti alla procreazione assistita, proprio ora che la genetica e le biotecnologie hanno ampliato di fatto le possibilita' tecniche della fecondazione.
Addirittura vieta la fecondazione eterologa, la piu' antica e semplice forma di fecondazione in caso di sterilita' del maschio, che si pratica da diversi secoli. E' come se la liberta' di autodeterminazione dell'individuo fosse inversamente proporzionale alla sua effettiva possibilita' di esercitarla.
Vietando inoltre qualsiasi analisi di una cellula-uovo fecondata, la legge nega uno dei piu' grandi progressi della medicina degli ultimi anni. Pare che il legislatore ignori completamente il vero obiettivo delle analisi preimpianto, che e' quello di dare la possibilita' a chi e' portatore di una malattia genetica di non trasmetterla ai propri figli. La grande speranza di ridurre drasticamente il tragico peso umano e sociale di 30.000 bambini che nascono in Italia ogni anno con gravi malformazioni viene cosi' vanificata. La stessa paura e sfiducia nell'individuo e nella scienza traspare nel divieto contenuto nella legge di creare un numero di embrioni superiore a quello necessario a un unico impianto. Si ignora, o peggio ancora si nega, che gli embrioni che oggi vengono prodotti in soprannumero e conservati siano utilizzati a beneficio della coppia stessa (una sorta di riserva in caso di insuccesso) risparmiando alla donna un secondo doloroso intervento di prelievo di ovociti. Credo che queste poche e semplici osservazioni bastino per capire come il dibattito di oggi sulla fecondazione assistita vada ben oltre la sfera legislativa e politica. Io penso che dobbiamo leggerci i segni di una crisi profonda nella cultura della scienza e un inquietante ricorso all'ideologia per governare il suo futuro. Nessuno di coloro che si impegnano per il progresso civile dovrebbe rimanere indifferente.



Fecondazione assistita
Arne Sunde, chairman dell'European Society of Human Reproduction and Embryology (Eshre)

Quando il parlamento italiano ha approvato la legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita, la European Society of Human Reproduction and Embryology (Eshre) ha espresso grande preoccupazione. Non era mai accaduto prima che l'associazione, che raggruppa migliaia di specialisti europei di fecondazione assistita, decidesse di commentare ufficialmente la legge di un paese europeo entrando in qualche modo nel terreno della politica. Quello italiano pero' e' un caso del tutto particolare e la presa di posizione dell'Eshre e' frutto di una semplice constatazione: la legge italiana non tiene conto dei dati scientifici e si rivelera' disastrosa per le coppie infertili e per le cliniche di fecondazione assistita.
Il vecchio continente offre un quadro piuttosto disomogeneo dal punto di vista normativo. La maggior parte dei paesi -Svezia, Danimarca, Olanda, Polonia, Spagna, Francia, Grecia- hanno adottato un approccio liberale. A questi si aggiungono i paesi che hanno leggi e regolamentazioni ancora piu' liberali come il Belgio, la Finlandia e la Gran Bretagna, che concilia l'apertura con rigorosi controlli in un sistema che e' il piu' professionale d'Europa. C'e' poi un gruppo di stati -Norvegia, Germania, Svizzera, Austria e Irlanda- in cui esiste una forte influenza dei gruppi conservatori cristiani e che hanno optato per un approccio piu' restrittivo. Il quadro pero' e' disomogeneo anche dal punto di vista dei risultati ottenuti nei trattamenti di fecondazione assistita, come risulta evidente scorrendo i dati del registro europeo. Le differenze sono marcate e si spiegano in buona parte con i diversi meccanismi di rimborso: laddove il costo dei trattamenti viene adeguatamente rimborsato -Svezia, Norvegia, Danimarca e Belgio- il numero delle gravidanze multiple e' piu' basso. I paesi in cui i rimborsi sono scarsi, invece, tendono ad avere una percentuale maggiore di gravidanze gemellari. Come e' facile intuire spesso i pazienti non hanno risorse finanziarie sufficienti per permettersi piu' di un ciclo o due e questo incoraggia il trasferimento in utero di un numero maggiore di embrioni per incrementare le probabilita' di ottenere una gravidanza, anche se allo stesso tempo aumentano i rischi per la salute di madri e figli. Ma anche le restrizioni normative all'applicazione delle varie tecniche hanno un peso sui risultati, come insegna l'esperienza tedesca. Qui il tasso di gravidanze multiple, soprattutto trigemellari, e' alto proprio a causa della legislazione, che prevede il trasferimento in utero di tutti gli embrioni generati in vitro, che possono essere fino a tre.
L'Italia si trova in una situazione simile, ma assai peggiore. In Germania infatti e' possibile selezionare e congelare gli ovociti fecondati quando sono ancora allo stadio di zigote. La legge italiana invece non consente il congelamento degli embrioni e non prevede neppure il congelamento degli zigoti, percio' lascia aperta soltanto la strada del congelamento degli ovociti. Nonostante i risultati promettenti ottenuti dai ricercatori italiani quest'ultima e' una tecnica che e' ancora nella sua infanzia e ha dato vita a un numero di bambini troppo modesto perche' possa essere considerata sicura e utilizzata di routine. In definitiva, come illustrano i dati riportati in questo speciale, la legge non potra' che ridurre i tassi di gravidanza nelle donne meno giovani mentre aumentera' il numero delle gravidanze multiple nelle pazienti piu' giovani e quindi i rischi per donne e bambini. Paradossalmente questo avviene nello stesso momento in cui gli specialisti di medicina della riproduzione in ogni parte del mondo concordano che la riduzione dei tassi di gravidanze multiple e' la priorita' assoluta della ricerca in questo settore.
 
 
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La tentazione del gambero
Umberto Veronesi

Il cammino della scienza e' temporalmente irregolare: nel susseguirsi delle ere, lunghi periodi di silenzio si alternano a vere e proprie esplosioni di produttivita'. E fin dalla nascita della geometria -prima espressione della scienza, elaborata dai contadini come metodo oggettivo e riproducibile per dividersi le terre- i ciclici balzi in avanti del progresso scientifico hanno spesso trovato la societa' impreparata ad affrontare i dilemmi posti dai nuovi limiti della conoscenza. A volte lo sconcerto si e' trasformato in involuzione e il risultato e' stato un inasprimento dello spirito antiscientifico e la rivincita dell'irrazionale. Basta pensare al Seicento: Newton, Cartesio e Galileo davano un nuovo assetto alla concezione del mondo e contemporaneamente migliaia di donne venivano bruciate sul rogo come streghe.
A ben vedere anche oggi la nostra societa', travolta da un'ondata di nuove scoperte e nuove tecnologie, si scopre in qualche modo "schizofrenica", mentre qualcuno pensa a come risolvere la fame nel mondo grazie alla genetica applicata all'agricoltura, qualcun altro si rivolge a un mago per conoscere il suo futuro. E soprattutto anche oggi, come nel Seicento, il nostro sistema etico-culturale fa fatica a rapportarsi ai nuovi orizzonti scientifici, che, a volte, preferisce negare o comunque allontanare da se'. Ne e' un esempio la fecondazione assistita, a cui darwin dedica lo speciale di questo numero, oggi al centro del dibattito a causa della controversa legge 40.
A dispetto, o forse a causa, dei progressi della genetica, questa legge rappresenta, scientificamente e civilmente, un passo indietro rispetto alla legge 194, che stabiliva che la liberta' riproduttiva e' parte inalienabile dei diritti della persona e fa capo a quel principio di responsabilita' individuale che e' caratteristica fondamentale di tutte le civilta' democratiche. La nuova normativa, invece, definisce precisi limiti alla procreazione assistita, proprio ora che la genetica e le biotecnologie hanno ampliato di fatto le possibilita' tecniche della fecondazione.
Addirittura vieta la fecondazione eterologa, la piu' antica e semplice forma di fecondazione in caso di sterilita' del maschio, che si pratica da diversi secoli. E' come se la liberta' di autodeterminazione dell'individuo fosse inversamente proporzionale alla sua effettiva possibilita' di esercitarla.
Vietando inoltre qualsiasi analisi di una cellula-uovo fecondata, la legge nega uno dei piu' grandi progressi della medicina degli ultimi anni. Pare che il legislatore ignori completamente il vero obiettivo delle analisi preimpianto, che e' quello di dare la possibilita' a chi e' portatore di una malattia genetica di non trasmetterla ai propri figli. La grande speranza di ridurre drasticamente il tragico peso umano e sociale di 30.000 bambini che nascono in Italia ogni anno con gravi malformazioni viene cosi' vanificata. La stessa paura e sfiducia nell'individuo e nella scienza traspare nel divieto contenuto nella legge di creare un numero di embrioni superiore a quello necessario a un unico impianto. Si ignora, o peggio ancora si nega, che gli embrioni che oggi vengono prodotti in soprannumero e conservati siano utilizzati a beneficio della coppia stessa (una sorta di riserva in caso di insuccesso) risparmiando alla donna un secondo doloroso intervento di prelievo di ovociti. Credo che queste poche e semplici osservazioni bastino per capire come il dibattito di oggi sulla fecondazione assistita vada ben oltre la sfera legislativa e politica. Io penso che dobbiamo leggerci i segni di una crisi profonda nella cultura della scienza e un inquietante ricorso all'ideologia per governare il suo futuro. Nessuno di coloro che si impegnano per il progresso civile dovrebbe rimanere indifferente.



Fecondazione assistita
Arne Sunde, chairman dell'European Society of Human Reproduction and Embryology (Eshre)

Quando il parlamento italiano ha approvato la legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita, la European Society of Human Reproduction and Embryology (Eshre) ha espresso grande preoccupazione. Non era mai accaduto prima che l'associazione, che raggruppa migliaia di specialisti europei di fecondazione assistita, decidesse di commentare ufficialmente la legge di un paese europeo entrando in qualche modo nel terreno della politica. Quello italiano pero' e' un caso del tutto particolare e la presa di posizione dell'Eshre e' frutto di una semplice constatazione: la legge italiana non tiene conto dei dati scientifici e si rivelera' disastrosa per le coppie infertili e per le cliniche di fecondazione assistita.
Il vecchio continente offre un quadro piuttosto disomogeneo dal punto di vista normativo. La maggior parte dei paesi -Svezia, Danimarca, Olanda, Polonia, Spagna, Francia, Grecia- hanno adottato un approccio liberale. A questi si aggiungono i paesi che hanno leggi e regolamentazioni ancora piu' liberali come il Belgio, la Finlandia e la Gran Bretagna, che concilia l'apertura con rigorosi controlli in un sistema che e' il piu' professionale d'Europa. C'e' poi un gruppo di stati -Norvegia, Germania, Svizzera, Austria e Irlanda- in cui esiste una forte influenza dei gruppi conservatori cristiani e che hanno optato per un approccio piu' restrittivo. Il quadro pero' e' disomogeneo anche dal punto di vista dei risultati ottenuti nei trattamenti di fecondazione assistita, come risulta evidente scorrendo i dati del registro europeo. Le differenze sono marcate e si spiegano in buona parte con i diversi meccanismi di rimborso: laddove il costo dei trattamenti viene adeguatamente rimborsato -Svezia, Norvegia, Danimarca e Belgio- il numero delle gravidanze multiple e' piu' basso. I paesi in cui i rimborsi sono scarsi, invece, tendono ad avere una percentuale maggiore di gravidanze gemellari. Come e' facile intuire spesso i pazienti non hanno risorse finanziarie sufficienti per permettersi piu' di un ciclo o due e questo incoraggia il trasferimento in utero di un numero maggiore di embrioni per incrementare le probabilita' di ottenere una gravidanza, anche se allo stesso tempo aumentano i rischi per la salute di madri e figli. Ma anche le restrizioni normative all'applicazione delle varie tecniche hanno un peso sui risultati, come insegna l'esperienza tedesca. Qui il tasso di gravidanze multiple, soprattutto trigemellari, e' alto proprio a causa della legislazione, che prevede il trasferimento in utero di tutti gli embrioni generati in vitro, che possono essere fino a tre.
L'Italia si trova in una situazione simile, ma assai peggiore. In Germania infatti e' possibile selezionare e congelare gli ovociti fecondati quando sono ancora allo stadio di zigote. La legge italiana invece non consente il congelamento degli embrioni e non prevede neppure il congelamento degli zigoti, percio' lascia aperta soltanto la strada del congelamento degli ovociti. Nonostante i risultati promettenti ottenuti dai ricercatori italiani quest'ultima e' una tecnica che e' ancora nella sua infanzia e ha dato vita a un numero di bambini troppo modesto perche' possa essere considerata sicura e utilizzata di routine. In definitiva, come illustrano i dati riportati in questo speciale, la legge non potra' che ridurre i tassi di gravidanza nelle donne meno giovani mentre aumentera' il numero delle gravidanze multiple nelle pazienti piu' giovani e quindi i rischi per donne e bambini. Paradossalmente questo avviene nello stesso momento in cui gli specialisti di medicina della riproduzione in ogni parte del mondo concordano che la riduzione dei tassi di gravidanze multiple e' la priorita' assoluta della ricerca in questo settore.
 
 
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