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 ITALIA - ITALIA - Italia. Presto un maialino clonato nel cremonese
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Notizia 
5 febbraio 2004 20:00
 
Dopo il toro Galileo e la cavalla Prometea, due cloni nati nel Laboratorio di tecnologie della riproduzione presso il Consorzio per l'incremento zootecnico di Porcellasco (una frazione di Cremona), sta per nascere anche un maiale. Il laboratorio e' diretto dallo scienziato Cesare Galli che guida un'e'quipe di esperti in biotecnologie.
Quando nel 1999 a Porcellasco venne al mondo Galileo, il primo toro generato da una cellula del sangue prelevata da un bovino adulto, il mondo scientifico rimase sbalordito per la difficolta' dell'esperimento. Scalpore maggiore suscito' la nascita della puledra Prometea avvenuta lo scorso anno: i cremonesi batterono sul tempo gli americani che avevano ben altri mezzi a disposizione.
Gli esperimenti sui suini attualmente in corso si inseriscono in un lavoro di ricerca che vede la struttura cremonese affiancata dall'Istituto Superiore della Sanita'. L'obiettivo e' di sviluppare la clonazione a fini terapeutici che in futuro potrebbe dare risultati importanti nella cura di alcune tra le principali malattie degenerative dell'uomo.
L'esperimento, condotto in collaborazione con l'Istituto Zooprofilattico di Brescia e con l'Istituto di ricerca veterinaria Lazzaro Spallanzani di Milano, ha l'obiettivo di studiare la tecnica della cosiddetta clonazione terapeutica, volta alla produzione di cellule staminali utilizzate a scopo terapeutico.
"Derivare cellule staminali embrionali da usare a scopo terapeutico non e' al momento possibile nell'uomo per motivi etici", ha osservato Galli. E nel rispetto delle motivazioni etiche, il gruppo di Galli ritiene comunque opportuna "una prova di principio": "prima vediamo se la terapia funziona sul modello animale piu' vicino all'uomo, dopodiche' potremo decidere sulla base di dati reali".
Nell'esperimento condotto da Galli cellule della pelle di maiale adulto vengono prelevate per mezzo di una biopsia, quindi il loro nucleo e' stato utilizzato per ottenere embrioni da cui ottenere cellule staminali da utilizzare a scopo terapeutico.
"Al momento stiamo mettendo a punto la tecnica e non abbiamo ancora individuato nessuna eventuale malattia-bersaglio", ha proseguito Galli. Si stanno comunque facendo le prime ipotesi, sul possibile uso della terapia cellulare per la cura dell'infarto del miocardio o di malattie del fegato.

"Il professor Galli annuncia trionfante di essere in dolce attesa, presto avra' un nuovo nato nel suo zoo di cloni. Ma la clonazione animale e' un aberrazione ed e' evidente che dietro gli esperimenti piu' che il nobile fine di salvare vite umane si nasconde un florido businnes".
Commenta cosi' Roberta Bartocci, della Lega Antivivisezione, la notizia. "Quali dei modelli animali utilizzati ogni giorno nei laboratori dovremo ringraziare per l'illusoria battaglia della clonazione a scopo terapeutico? Molti ricercatori che svolgono ricerca con animali hanno abituato l'opinione pubblica a considerare il topo come animale elettivo utilizzato con il pretesto di aiutare la specie umana, poi le scimmie, cani, cavalli, maiali. La ragione, dietro questo impiego a casaccio di una specie piuttosto di un'altra, e' che l'unico modello per una specie e solo ed esclusivamente la specie stessa", ha concluso l'esponente della Lav.
 
 
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Quando nel 1999 a Porcellasco venne al mondo Galileo, il primo toro generato da una cellula del sangue prelevata da un bovino adulto, il mondo scientifico rimase sbalordito per la difficolta' dell'esperimento. Scalpore maggiore suscito' la nascita della puledra Prometea avvenuta lo scorso anno: i cremonesi batterono sul tempo gli americani che avevano ben altri mezzi a disposizione.
Gli esperimenti sui suini attualmente in corso si inseriscono in un lavoro di ricerca che vede la struttura cremonese affiancata dall'Istituto Superiore della Sanita'. L'obiettivo e' di sviluppare la clonazione a fini terapeutici che in futuro potrebbe dare risultati importanti nella cura di alcune tra le principali malattie degenerative dell'uomo.
L'esperimento, condotto in collaborazione con l'Istituto Zooprofilattico di Brescia e con l'Istituto di ricerca veterinaria Lazzaro Spallanzani di Milano, ha l'obiettivo di studiare la tecnica della cosiddetta clonazione terapeutica, volta alla produzione di cellule staminali utilizzate a scopo terapeutico.
"Derivare cellule staminali embrionali da usare a scopo terapeutico non e' al momento possibile nell'uomo per motivi etici", ha osservato Galli. E nel rispetto delle motivazioni etiche, il gruppo di Galli ritiene comunque opportuna "una prova di principio": "prima vediamo se la terapia funziona sul modello animale piu' vicino all'uomo, dopodiche' potremo decidere sulla base di dati reali".
Nell'esperimento condotto da Galli cellule della pelle di maiale adulto vengono prelevate per mezzo di una biopsia, quindi il loro nucleo e' stato utilizzato per ottenere embrioni da cui ottenere cellule staminali da utilizzare a scopo terapeutico.
"Al momento stiamo mettendo a punto la tecnica e non abbiamo ancora individuato nessuna eventuale malattia-bersaglio", ha proseguito Galli. Si stanno comunque facendo le prime ipotesi, sul possibile uso della terapia cellulare per la cura dell'infarto del miocardio o di malattie del fegato.

"Il professor Galli annuncia trionfante di essere in dolce attesa, presto avra' un nuovo nato nel suo zoo di cloni. Ma la clonazione animale e' un aberrazione ed e' evidente che dietro gli esperimenti piu' che il nobile fine di salvare vite umane si nasconde un florido businnes".
Commenta cosi' Roberta Bartocci, della Lega Antivivisezione, la notizia. "Quali dei modelli animali utilizzati ogni giorno nei laboratori dovremo ringraziare per l'illusoria battaglia della clonazione a scopo terapeutico? Molti ricercatori che svolgono ricerca con animali hanno abituato l'opinione pubblica a considerare il topo come animale elettivo utilizzato con il pretesto di aiutare la specie umana, poi le scimmie, cani, cavalli, maiali. La ragione, dietro questo impiego a casaccio di una specie piuttosto di un'altra, e' che l'unico modello per una specie e solo ed esclusivamente la specie stessa", ha concluso l'esponente della Lav.
 
 
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