testata ADUC
 ITALIA - ITALIA - Italia. Il Papa a Cl: la clonazione e' contro l'uomo
Scarica e stampa il PDF
Notizia 
2 settembre 2004 20:11
 
Monito e anatema del Papa contro gli esperimenti sulla clonazione e contro l'uomo che nella "presunzione di Prometeo, si erge ad arbitro del bene e del male, fa del progresso il suo ideale assoluto": per Giovanni Paolo II si tratta di "violenza" operata dagli scienziati appropriandosi "senza limiti di sorta" di valori intangibili come "il vero e il giusto". Il Pontefice condanna la decisione anglosassone di autorizzare la clonazione terapeutica con il messaggio per l'apertura del Meeting per l'amicizia tra i popoli, organizzato da Comunione e Liberazione (clicca qui).
Lo riportiamo integralmente.


Messaggio di Giovanni Paolo II al Meeting

Al Venerato Fratello
Mons. MARIANO DE NICOLO'
Vescovo di Rimini

1. Sono lieto di inviare a Lei, ai promotori e a quanti intervengono al Meeting per l'amicizia tra i popoli il mio beneaugurante pensiero.

Questo tradizionale appuntamento, che anima e arricchisce di contenuti l'estate italiana, giunge quest'anno alla sua venticinquesima edizione. E' un traguardo significativo che si colloca nel contesto delle celebrazioni per il cinquantesimo anniversario della nascita di Comunione e liberazione, movimento ecclesiale scaturito dallo zelo sacerdotale di Mons. Luigi Giussani. Due ricorrenze importanti, che si illuminano a vicenda.

Il tema scelto per il Meeting offre stimolanti motivi di riflessione sulle questioni piu' spinose che si pongono drammaticamente all'uomo d'oggi. Molta luce puo' infatti gettare su di esse la consapevolezza che "il nostro progresso non consiste nel presumere di essere arrivati, ma nel tendere continuamente alla meta".

2. In realta', e' ben noto quel "senso di potenza che l'odierno progresso tecnico ispira all'uomo" (Gaudium et spes, n. 20).
Particolarmente forte e', quindi, la tentazione di pensare che l'opera dell'uomo trovi in se stessa la giustificazione dei propri obiettivi. I risultati raggiunti nei vari ambiti della scienza e della tecnica vengono da molti considerati e difesi come a priori accettabili. Si finisce cosi' per pretendere che cio' che e' tecnicamente possibile sia di per se' anche eticamente buono.

Secondo questa opinione, proprio perche' il progresso delle conoscenze scientifiche e dei mezzi tecnici a disposizione dell'uomo spinge di fatto sempre piu' in la' il confine tra cio' che e' possibile "fare" e cio' che ancora non lo e', tale progresso finirebbe per spostare indefinitamente in avanti anche il confine tra il giusto e l'ingiusto. In tale ottica, il progresso diverrebbe allora un valore assoluto, anzi la fonte stessa di ogni valore. La verita' e la giustizia non sarebbero piu' istanze superiori, criteri di giudizio ai quali l'uomo si deve attenere nell'orientare le azioni che alimentano il progresso stesso, ma diventerebbero un prodotto della sua attivita' di ricerca e di manipolazione della realta'.

Non c'e' chi non veda le conseguenze drammatiche e desolanti di tale pragmatismo, che concepisce la verita' e la giustizia come qualcosa di modellabile ad opera dell'uomo stesso. Basti, come esempio fra gli altri, il tentativo dell'uomo di appropriarsi delle fonti della vita attraverso gli esperimenti di clonazione umana. Qui tocchiamo con mano la presunzione di cui parla proprio il titolo del Meeting: la violenza con cui l'uomo tenta di appropriarsi del vero e del giusto, riducendoli a valori di cui egli puo' disporre liberamente, cioe' senza riconoscere limiti di sorta, se non quelli fissati e continuamente superati dell'operabilita' tecnica.

3. La via insegnata da Cristo e' un'altra: e' quella del rispetto per l'essere umano, che ogni mezzo di ricerca deve anzitutto mirare a conoscere nella sua verita', per poi servirlo, non manipolandolo secondo un progetto considerato talora con arroganza come migliore di quello del Creatore stesso.

Per il cristiano il mistero dell'essere e' talmente profondo che risulta inesauribile all'indagine umana. L'uomo invece che, nella presunzione di Prometeo, si erge ad arbitro del bene e del male, fa del progresso il suo ideale assoluto e ne rimane poi schiacciato. Il secolo appena trascorso, attraverso le ideologie che ne hanno tristemente marcato la tragica storia e le guerre che lo hanno profondamente solcato, sta davanti agli occhi di tutti a mostrare quale sia l'esito di tale presunzione.

Il tema del Meeting di Rimini invita a volgere al Creatore uno sguardo stupito per la bellezza e la razionalita' di cio' che Egli ha posto e mantiene nell'essere. Solo questa umilta' di fronte alla grandezza e alla misteriosita' del creato puo' salvare l'uomo dalle conseguenze nefaste della propria arroganza.

Auspico di cuore che il Meeting contribuisca a favorire questo atteggiamento di umilta' di fronte ai tesori che il Creatore ha disseminato nell'universo come riflessi della sua sapienza, cosi' che il credente possa trarre dalla loro contemplazione motivi sempre nuovi di luce e di conforto nel quotidiano confronto con gli interrogativi emergenti dalla vita.

A questo fine assicuro un orante ricordo e invio a tutti una speciale Benedizione.

Da Castel Gandolfo, 6 Agosto 2004
Joannes Paulus II
 
 
NOTIZIE IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS
 
ADUC - Salute - Notizia - ITALIA - Italia. Il Papa a Cl: la clonazione e' contro l'uomo

testata ADUC
 ITALIA - ITALIA - Italia. Il Papa a Cl: la clonazione e' contro l'uomo
Scarica e stampa il PDF
Notizia 
2 settembre 2004 20:11
 
Monito e anatema del Papa contro gli esperimenti sulla clonazione e contro l'uomo che nella "presunzione di Prometeo, si erge ad arbitro del bene e del male, fa del progresso il suo ideale assoluto": per Giovanni Paolo II si tratta di "violenza" operata dagli scienziati appropriandosi "senza limiti di sorta" di valori intangibili come "il vero e il giusto". Il Pontefice condanna la decisione anglosassone di autorizzare la clonazione terapeutica con il messaggio per l'apertura del Meeting per l'amicizia tra i popoli, organizzato da Comunione e Liberazione (clicca qui).
Lo riportiamo integralmente.


Messaggio di Giovanni Paolo II al Meeting

Al Venerato Fratello
Mons. MARIANO DE NICOLO'
Vescovo di Rimini

1. Sono lieto di inviare a Lei, ai promotori e a quanti intervengono al Meeting per l'amicizia tra i popoli il mio beneaugurante pensiero.

Questo tradizionale appuntamento, che anima e arricchisce di contenuti l'estate italiana, giunge quest'anno alla sua venticinquesima edizione. E' un traguardo significativo che si colloca nel contesto delle celebrazioni per il cinquantesimo anniversario della nascita di Comunione e liberazione, movimento ecclesiale scaturito dallo zelo sacerdotale di Mons. Luigi Giussani. Due ricorrenze importanti, che si illuminano a vicenda.

Il tema scelto per il Meeting offre stimolanti motivi di riflessione sulle questioni piu' spinose che si pongono drammaticamente all'uomo d'oggi. Molta luce puo' infatti gettare su di esse la consapevolezza che "il nostro progresso non consiste nel presumere di essere arrivati, ma nel tendere continuamente alla meta".

2. In realta', e' ben noto quel "senso di potenza che l'odierno progresso tecnico ispira all'uomo" (Gaudium et spes, n. 20).
Particolarmente forte e', quindi, la tentazione di pensare che l'opera dell'uomo trovi in se stessa la giustificazione dei propri obiettivi. I risultati raggiunti nei vari ambiti della scienza e della tecnica vengono da molti considerati e difesi come a priori accettabili. Si finisce cosi' per pretendere che cio' che e' tecnicamente possibile sia di per se' anche eticamente buono.

Secondo questa opinione, proprio perche' il progresso delle conoscenze scientifiche e dei mezzi tecnici a disposizione dell'uomo spinge di fatto sempre piu' in la' il confine tra cio' che e' possibile "fare" e cio' che ancora non lo e', tale progresso finirebbe per spostare indefinitamente in avanti anche il confine tra il giusto e l'ingiusto. In tale ottica, il progresso diverrebbe allora un valore assoluto, anzi la fonte stessa di ogni valore. La verita' e la giustizia non sarebbero piu' istanze superiori, criteri di giudizio ai quali l'uomo si deve attenere nell'orientare le azioni che alimentano il progresso stesso, ma diventerebbero un prodotto della sua attivita' di ricerca e di manipolazione della realta'.

Non c'e' chi non veda le conseguenze drammatiche e desolanti di tale pragmatismo, che concepisce la verita' e la giustizia come qualcosa di modellabile ad opera dell'uomo stesso. Basti, come esempio fra gli altri, il tentativo dell'uomo di appropriarsi delle fonti della vita attraverso gli esperimenti di clonazione umana. Qui tocchiamo con mano la presunzione di cui parla proprio il titolo del Meeting: la violenza con cui l'uomo tenta di appropriarsi del vero e del giusto, riducendoli a valori di cui egli puo' disporre liberamente, cioe' senza riconoscere limiti di sorta, se non quelli fissati e continuamente superati dell'operabilita' tecnica.

3. La via insegnata da Cristo e' un'altra: e' quella del rispetto per l'essere umano, che ogni mezzo di ricerca deve anzitutto mirare a conoscere nella sua verita', per poi servirlo, non manipolandolo secondo un progetto considerato talora con arroganza come migliore di quello del Creatore stesso.

Per il cristiano il mistero dell'essere e' talmente profondo che risulta inesauribile all'indagine umana. L'uomo invece che, nella presunzione di Prometeo, si erge ad arbitro del bene e del male, fa del progresso il suo ideale assoluto e ne rimane poi schiacciato. Il secolo appena trascorso, attraverso le ideologie che ne hanno tristemente marcato la tragica storia e le guerre che lo hanno profondamente solcato, sta davanti agli occhi di tutti a mostrare quale sia l'esito di tale presunzione.

Il tema del Meeting di Rimini invita a volgere al Creatore uno sguardo stupito per la bellezza e la razionalita' di cio' che Egli ha posto e mantiene nell'essere. Solo questa umilta' di fronte alla grandezza e alla misteriosita' del creato puo' salvare l'uomo dalle conseguenze nefaste della propria arroganza.

Auspico di cuore che il Meeting contribuisca a favorire questo atteggiamento di umilta' di fronte ai tesori che il Creatore ha disseminato nell'universo come riflessi della sua sapienza, cosi' che il credente possa trarre dalla loro contemplazione motivi sempre nuovi di luce e di conforto nel quotidiano confronto con gli interrogativi emergenti dalla vita.

A questo fine assicuro un orante ricordo e invio a tutti una speciale Benedizione.

Da Castel Gandolfo, 6 Agosto 2004
Joannes Paulus II
 
 
NOTIZIE IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS