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 ITALIA - ITALIA - Italia. Paolo Mieli: non c’e' una sola ragione valida per ostacolare la libera ricerca
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Notizia 
26 dicembre 2002 20:40
 
Il direttore editoriale della Rizzoli Rcs, Paolo Mieli nella sua rubrica delle lettere del Corriere della Sera, il 18, 20 e 23 dicembre ha dedicato ampio spazio alla ricerca sulle cellule staminali di origine embrionale. Schierandosi dichiaratamente a favore.
Nella prima "ministro, la prego, ci ripensi" risponde ad una lettrice che chiedeva del perche' in merito alle notizie apparse sull'Universita' di Standford il nostro ministro alla Salute, Girolamo Sirchia, le liquidasse lapidariamente "E' una cosa che finisce per scardinare la societa' e va contro natura". Della risposta di Mieli, riportiamo la conclusione:
"A questo punto, lo so, il ministro Sirchia potrebbe replicarmi: Weissman sfida Bush perche' questo fa parte del suo lavoro; l'attore Reeve e la signora Reagan parlano cosi' perche' sono direttamente colpiti da mali che forse potrebbero essere curati in seguito a questo genere di ricerca. Ma a chi, come me, ha un incarico politico spetta l'ingrato compito di farsi carico dei problemi etici...
Bene. Io non faccio il ricercatore ne' sono colpito da quel genere di malattie, pero' penso che ogni credo religioso dovrebbe darsi come primo comandamento quello di autorizzare e rendere piu' facile qualsiasi ricerca scientifica che aiuti chi soffre, se non a guarire, a soffrire un po' meno. Qualsiasi ricerca scientifica.
Io capisco, davvero, chi ha un'obiezione di fondo nei confronti dei risultati di tali sperimentazioni, soprattutto se l'obiezione e' dettata dalla religione in cui crede. E ritengo che a lui andra' sempre riconosciuta la liberta' di non ricorrere, per quel che lo riguarda direttamente, alle terapie che sono frutto di quegli esperimenti scientifici.
Tutto il resto, pero', non mi convince.

Paolo Mieli, il 20 dicembre pubblica quindi una lettera di Luca Coscioni, presidente dell'associazione che si batte per la liberta' di ricerca, al quale replica: "la sua e' una grande battaglia di civilta' e, per quel che vale, mi iscrivo anch'io alla corsa della "maratona" al suo fianco. (.) La liberta' della ricerca scientifica e' qualcosa di molto importante: non c'e' da essere ottimisti ma, la prego caro Coscioni, stamane non si senta solo".
Il 23 dicembre ancora spazio sull'argomento per rispondere ad una lettere in cui a Mieli viene chiesto come fare a non ricorrere a certe terapie quando la ricerca fosse stata tutta indirizzata e portata avanti con le cellule staminali embrionali, invece che con quelle altrettanto promettenti, adulte, e Mieli replica: "E veniamo ai problemi etici. Lei mi chiede: come fa il malato, una volta che la ricerca abbia dato risultati, a non ricorrervi sulla base di un'obiezione morale al punto di partenza della ricerca stessa? La mia risposta e' semplice: puo' farlo, chi si rivolge abitualmente alla medicina omeopatica in qualche modo gia' oggi lo fa. Ma e' probabile che, a fronte di esiti soddisfacenti dello studio su quel tipo di cellule, la gran parte dei malati accantonera' l'obiezione etica. Allo stesso modo in cui io e, presumo, lei quando stiamo male ricorriamo a cure che sono il frutto di leciti esperimenti su cavie animali sui quali, prendendoli in considerazione a se' stanti, entrambi avremmo molto da ridire. E allora? La mia risposta e': si faccia in modo che siano disponibili le terapie piu' efficaci; il medico abbia l'obbligo di chiarire al paziente per quale via si e' giunti a quei risultati -limitatamente, e' ovvio, a cio' che puo' essere controverso sotto il profilo etico- e il malato decida. Sia lui a scegliere. A poter scegliere. (.) Ma in questo caso la morale che e' dentro di me mi dice che non c'e' una sola ragione valida per frapporre ostacoli alla libera ricerca scientifica sulle cellule staminali. Neanche una..
 
 
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