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 ITALIA - ITALIA - Italia. Negare lo screening pre-impianto aumenta il rischio di aborti
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19 settembre 2002 13:48
 
Il divieto di screening pre-impianto rischia di trasformare la proposta di legge sulla fecondazione artificiale all'esame in Senato in un testo "potenzialmente abortista". Lo hanno rilevato gli esperti riuniti a Bologna, nel Sismer Forum sulla riproduzione assistita, lanciando un appello perche' il testo della legge prenda in considerazione i vantaggi offerti dalla diagnosi pre-impianto. Questa tecnica, ha osservato il direttore della Societa' italiana di Studi di medicina della riproduzione, Luca Gianaroli (nella foto), "avrebbe l'effetto positivo di ridurre il ricorso all'interruzione di gravidanza per le coppie a rischio, mentre i limiti contenuti nel testo approvato dalla Camera e ora all'esame del Senato rendono di fatto questa normativa una legge potenzialmente abortista. Noi 'tecnici' -ha aggiunto- chiediamo una legge utile, in linea con le altre normative europee e, soprattutto, facilmente applicabile e senza ambiguita'". Gianaroli ha inoltre rilevato che oggi sono ormai disponibili "nuove indagini diagnostiche sull'embrione che permettono di individuare, nel 90% dei casi, malattie ereditarie e cromosomiche". A queste tecniche dovrebbero far ricorso gruppi di pazienti a rischio per motivi genetici legati all'eta' o perche' portatori di malattie. La proposta di legge all'esame del Senato, ha rilevato l'esperto, "non consente di farlo in maniera appropriata". Il limite massimo di tre ovociti da fecondare consentito dalla proposta di legge rende infatti, secondo Gianaroli, "praticamente impossibile eseguire l'indagine diagnostica pre-impianto in maniera appropriata: il numero di uova fecondate e' insufficiente per un'analisi certa".
 
 
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