E' un "no" che arriva dal 70 per cento delle persone intervistate dall'Abacus per "Grandangolo", Il Messaggero (6 gennaio 2003). La nascita di Eva, il primo clone umano, non ha aperto una breccia. Anzi, ha rafforzato il timore che gli scienziati possano fare un uso distorto di certi sistemi: il 51%, infatti, teme la "creazione di mostri o di individui pericolosi con conseguenze incontrollabili per l'uomo". Neppure alla domanda, "quanto riterrebbe accettabile la possibilita' di far rinascere, attraverso la clonazione, una persona cara dopo la morte...", gli italiani sono divenuti tolleranti. Ben il 74%, infatti, boccia qualsiasi ipotesi del genere. Solo un 2% degli intervistati giudica "molto o completamente accettabile" la clonazione, cui si aggiunge un 8% che ammette di accettarla in parte. Un 21%, inoltre, teme che possano venire alterati e modificati in senso negativo i meccanismi naturali della riproduzione umana. Certo, va anche registrato lo scarso livello di informazione generale. Alla domanda su quanto gli italiani sappiano di clonazione dal punto di vista scientifico il 42% ha ammesso di saperne pochino.
Qualche curiosita': Nel dire "no" alla clonazione sono piu' risolute le donne: il 72,9% contro il 65,9% degli uomini; il divario non e' poi cosi' marcato, ma un po' in tutte le risposte gli atteggiamenti dell'universo femminile sono di maggiore condanna. Inoltre, e' da notare che la percentuale di chi metterebbe al bando la clonazione scende con il salire dei livelli di studio: dal 70% di "no" della media si passa al 64,5%. Anche l'eta' incide: percentuali lievemente piu' favorevoli alla clonazione si riscontrano tra i piu' giovani. Neppure il caso di una coppia con problemi di fertilita' fa cambiare opinione: il livello di inaccettabilita' si attesta al 62,9%. Tra le categorie professionali con una piu' spiccata volonta' di vietare la clonazione, quella degli insegnanti, seguono i liberi professionisti.
Nel sondaggio non era prevista nessuna domanda che riguardasse la clonazione terapeutica.