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 ITALIA - ITALIA - Italia. La giornata mondiale sul linfoma e le speranze delle staminali
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16 settembre 2004 20:47
 
Ogni anno sono 10.000 i nuovi casi di linfoma in Italia e la malattia, che si presenta in 35 forma diverse, colpisce 10 persone ogni 100.000. Nel mondo sono circa un milione le persone che oggi convivono con un linfoma e la malattia e' responsabile di 350.000 nuovi casi e di 200.000 morti l'anno. Sono le cifre presentate dalla Lymphoma Coalition e dall'Unione Internazionale Contro il Cancro (UICC) alla vigilia della prima Giornata Mondiale di sensibilizzazione sul linfoma (15 settembre).
Obiettivo della giornata e' dare informazioni sulla malattie, ma anche speranza a coloro che ne sono colpiti, alla luce delle nuove possibilita' offerte da terapie all'avanguardia come quelle basate su autotrapianto e cellule staminali. Le nuove terapie farmacologiche, come quelle basate sugli anticorpi monoclonali, "puliscono il midollo osseo dal linfoma ed offrono la possibilita' di ottenere le cellule staminali che saranno utilizzate nell'autotrapianto", ha osservato la responsabile della Divisione di Ematologia e Trapianti del Midollo dell'Ospedale Niguarda di Milano, Enrica Morra.
La Giornata di sensibilizzazione sul linfoma e' un'iniziativa della Lymphoma Coalition (clicca qui), un'associazione non profit che collega gruppi di pazienti in tutto il mondo, ed e' supportata dall'Unione Internazionale Contro il Cancro (UICC). L'obiettivo e' informare l'opinione pubblica su questa forma di cancro del sistema linfatico, che solo in Italia e' 6 volte piu' diffusa della leucemia. Nonostante i casi siano in aumento in tutto il mondo, "oggi -secondo Morra- e' piu' facile centrare l'obiettivo della piena guarigione". Naturalmente, ha aggiunto l'esperta, "precisione e tempestivita' della diagnosi sono essenziali".
"Le ragioni dell'aumento dell'incidenza di questi tumori -spiega l'esperta- possono essere molteplici: fattori genetici, malattie autoimmuni, virus e agenti chimici industriali. Nonostante questo aumento, oggi e' piu' facile centrare l'obiettivo della piena guarigione". "Non appena il paziente nota la comparsa di una tumefazione superficiale a livello del collo, della ascelle o dell'inguine deve recarsi dal medico curante, il quale valutera' l'opportunita' di una visita approfondita presso un centro ematologico. Qui, dopo eventuali altri accertamenti come la radiografia del torace, l'ecografia dell'addome e la Tac, viene effettuata la biopsia del linfonodo, l'esame diagnostico che consente di stabilire se siamo o meno in presenza di un linfoma". Una volta confermata la diagnosi, verra' prescritto uno schema terapeutico. La scelta ormai e' ampia: si va dalla radioterapia in caso di linfomi localizzati, alla chemioterapia di combinazione, spesso associata ad anticorpi monoclonali (immuno-chemioterapia), fino agli approcci piu' aggressivi che includono il trapianto di cellule staminali (autotrapianto e trapianto allogenico). Gli anticorpi monoclonali, in particolare, colpiscono con precisione la cellula tumorale, in quanto riescono a individuare l'antigene, cioe' il segnale che la cellula esprime sulla sua superficie, e legandosi a esso ne provocano l'eliminazione. "Il primo introdotto per l'uso clinico e' il rituximab -continua la dottoressa Morra- attivo sull'antigene CD-20, presente nel 90% dei linfomi. L'azione di questo anticorpo e' estremamente vantaggiosa: consente una pulizia "in vivo" del midollo osseo, con la possibilita' di ottenere cellule staminali emopoietiche non contaminate dal linfoma, che possono essere utilizzate nell'autotrapianto. Le staminali emopoietiche danno origine a tutte le linee cellulari che compongono il sangue circolante nel nostro organismo: globuli bianchi, globuli rossi, piastrine. L'impiego del rituximab consente dunque di ripulire dal linfoma il midollo osseo del paziente candidato all'autotrapianto, senza danneggiare la vitalita' e l'efficienza di queste cellule destinate al "salvataggio"'. Nel trapianto allogenico vengono invece impiegate le staminali di un donatore sano. Tuttavia la difficolta' di avere un donatore compatibile "ci spinge a limitare questo tipo di procedura, preferendo la soluzione dell'autotrapianto".
Testimonial della prima edizione del Worlwide Lymphoma Awareness Day e' l'attore cinematografico e televisivo Rob Lowe (interprete dei film I ragazzi della 56 strada, Masquerade, Austin Power, Contact, Fusi di Testa), il cui padre e' guarito dal linfoma. "Quando a mio padre diagnosticarono un linfoma di tipo non-Hodgkin -ha detto l'attore- rimasi scioccato. Come tanti altri nel mondo, io e la mia famiglia non avevamo mai sentito parlare di questo tipo di patologia. La Giornata Mondiale di Sensibilizzazione sul Linfoma deve servire a mettere in guardia da questa malattia, ma soprattutto a ridare una speranza: l'aumento delle diagnosi precoci ed i nuovi trattamenti mirati permettono di salvare delle vite".
 
 
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Obiettivo della giornata e' dare informazioni sulla malattie, ma anche speranza a coloro che ne sono colpiti, alla luce delle nuove possibilita' offerte da terapie all'avanguardia come quelle basate su autotrapianto e cellule staminali. Le nuove terapie farmacologiche, come quelle basate sugli anticorpi monoclonali, "puliscono il midollo osseo dal linfoma ed offrono la possibilita' di ottenere le cellule staminali che saranno utilizzate nell'autotrapianto", ha osservato la responsabile della Divisione di Ematologia e Trapianti del Midollo dell'Ospedale Niguarda di Milano, Enrica Morra.
La Giornata di sensibilizzazione sul linfoma e' un'iniziativa della Lymphoma Coalition (clicca qui), un'associazione non profit che collega gruppi di pazienti in tutto il mondo, ed e' supportata dall'Unione Internazionale Contro il Cancro (UICC). L'obiettivo e' informare l'opinione pubblica su questa forma di cancro del sistema linfatico, che solo in Italia e' 6 volte piu' diffusa della leucemia. Nonostante i casi siano in aumento in tutto il mondo, "oggi -secondo Morra- e' piu' facile centrare l'obiettivo della piena guarigione". Naturalmente, ha aggiunto l'esperta, "precisione e tempestivita' della diagnosi sono essenziali".
"Le ragioni dell'aumento dell'incidenza di questi tumori -spiega l'esperta- possono essere molteplici: fattori genetici, malattie autoimmuni, virus e agenti chimici industriali. Nonostante questo aumento, oggi e' piu' facile centrare l'obiettivo della piena guarigione". "Non appena il paziente nota la comparsa di una tumefazione superficiale a livello del collo, della ascelle o dell'inguine deve recarsi dal medico curante, il quale valutera' l'opportunita' di una visita approfondita presso un centro ematologico. Qui, dopo eventuali altri accertamenti come la radiografia del torace, l'ecografia dell'addome e la Tac, viene effettuata la biopsia del linfonodo, l'esame diagnostico che consente di stabilire se siamo o meno in presenza di un linfoma". Una volta confermata la diagnosi, verra' prescritto uno schema terapeutico. La scelta ormai e' ampia: si va dalla radioterapia in caso di linfomi localizzati, alla chemioterapia di combinazione, spesso associata ad anticorpi monoclonali (immuno-chemioterapia), fino agli approcci piu' aggressivi che includono il trapianto di cellule staminali (autotrapianto e trapianto allogenico). Gli anticorpi monoclonali, in particolare, colpiscono con precisione la cellula tumorale, in quanto riescono a individuare l'antigene, cioe' il segnale che la cellula esprime sulla sua superficie, e legandosi a esso ne provocano l'eliminazione. "Il primo introdotto per l'uso clinico e' il rituximab -continua la dottoressa Morra- attivo sull'antigene CD-20, presente nel 90% dei linfomi. L'azione di questo anticorpo e' estremamente vantaggiosa: consente una pulizia "in vivo" del midollo osseo, con la possibilita' di ottenere cellule staminali emopoietiche non contaminate dal linfoma, che possono essere utilizzate nell'autotrapianto. Le staminali emopoietiche danno origine a tutte le linee cellulari che compongono il sangue circolante nel nostro organismo: globuli bianchi, globuli rossi, piastrine. L'impiego del rituximab consente dunque di ripulire dal linfoma il midollo osseo del paziente candidato all'autotrapianto, senza danneggiare la vitalita' e l'efficienza di queste cellule destinate al "salvataggio"'. Nel trapianto allogenico vengono invece impiegate le staminali di un donatore sano. Tuttavia la difficolta' di avere un donatore compatibile "ci spinge a limitare questo tipo di procedura, preferendo la soluzione dell'autotrapianto".
Testimonial della prima edizione del Worlwide Lymphoma Awareness Day e' l'attore cinematografico e televisivo Rob Lowe (interprete dei film I ragazzi della 56 strada, Masquerade, Austin Power, Contact, Fusi di Testa), il cui padre e' guarito dal linfoma. "Quando a mio padre diagnosticarono un linfoma di tipo non-Hodgkin -ha detto l'attore- rimasi scioccato. Come tanti altri nel mondo, io e la mia famiglia non avevamo mai sentito parlare di questo tipo di patologia. La Giornata Mondiale di Sensibilizzazione sul Linfoma deve servire a mettere in guardia da questa malattia, ma soprattutto a ridare una speranza: l'aumento delle diagnosi precoci ed i nuovi trattamenti mirati permettono di salvare delle vite".
 
 
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