Prosegue sul quotidiano Il Sole 24ore il "dibattito sulle staminali". Domenica 3 agosto e' stata la volta di Gaetano Romano della Thomas Jefferson University, Philadefia: "L'efficacia terapeutica e' il vero problema". Scrive Romano: "Si e' detto che trapianti di cellule staminali potrebbero essere la soluzione per molte malattie, incluse quelle neurodegenerative. In linea di principio, cio' potrebbe accadere, ma in un remoto futuro. La ricerca sulle cellule staminali non sembra procedere come si sperava, e cio' non e' totalmente dovuto a ostacoli di natura morale o politica. La biologia delle cellule staminali e' davvero molto complessa. Una serie di dati preliminari ottenuti in animali hanno fatto sperare in una facile applicazione clinica in tempi brevi. Ma come spesso succede, i modelli animali tendono a fornire speranze piuttosto infondate, in quanto si ottengono facilmente dei risultati promettenti, che poi non hanno fondamento clinico". (.)
"Purtroppo, le cellule staminali adulte non sono facili da individuare, sono molto rare e si dubita della loro capacita' di rigenerare tessuti in maniera efficiente. Comunque anche la capacita' rigenerativa delle cellule embrionali staminali non sembra essere clinicamente rilevante. Ci sono alcuni rischi associati con i trapianti di cellule staminali embrionali, le quali potrebbero generare dei tumori nel paziente, oppure dare luogo ad altri tipi di tessuti".(.)
"In conclusione, il dibattito all'estero sull'impiego di cellule staminali per trapianti si e' gia' spostato sull'efficacia terapeutica. Al momento attuale c'e' molto scetticismo a questo riguardo. Le varie richieste di finanziamenti per progetti di ricerca sui trapianti di cellule staminali devono ora dimostrare, in maniera pratica, la validita' delle linee di ricerca proposte. Il puro e semplice esperimento di trapianti di cellule negli animali non dimostra piu' niente, in quanto si e' gia' superatala fase esplorativa di questo tipo di ricerca. I ricercatori stranieri devono ora dimostrare di essere in grado di ottimizzare l'efficacia dei trapianti cellulari e di controllarne gli effetti collaterali".

Prosegue sul quotidiano Il Sole 24ore il "dibattito sulle staminali". Domenica 3 agosto e' stata la volta di Gaetano Romano della Thomas Jefferson University, Philadefia: "L'efficacia terapeutica e' il vero problema". Scrive Romano: "Si e' detto che trapianti di cellule staminali potrebbero essere la soluzione per molte malattie, incluse quelle neurodegenerative. In linea di principio, cio' potrebbe accadere, ma in un remoto futuro. La ricerca sulle cellule staminali non sembra procedere come si sperava, e cio' non e' totalmente dovuto a ostacoli di natura morale o politica. La biologia delle cellule staminali e' davvero molto complessa. Una serie di dati preliminari ottenuti in animali hanno fatto sperare in una facile applicazione clinica in tempi brevi. Ma come spesso succede, i modelli animali tendono a fornire speranze piuttosto infondate, in quanto si ottengono facilmente dei risultati promettenti, che poi non hanno fondamento clinico". (.)
"Purtroppo, le cellule staminali adulte non sono facili da individuare, sono molto rare e si dubita della loro capacita' di rigenerare tessuti in maniera efficiente. Comunque anche la capacita' rigenerativa delle cellule embrionali staminali non sembra essere clinicamente rilevante. Ci sono alcuni rischi associati con i trapianti di cellule staminali embrionali, le quali potrebbero generare dei tumori nel paziente, oppure dare luogo ad altri tipi di tessuti".(.)
"In conclusione, il dibattito all'estero sull'impiego di cellule staminali per trapianti si e' gia' spostato sull'efficacia terapeutica. Al momento attuale c'e' molto scetticismo a questo riguardo. Le varie richieste di finanziamenti per progetti di ricerca sui trapianti di cellule staminali devono ora dimostrare, in maniera pratica, la validita' delle linee di ricerca proposte. Il puro e semplice esperimento di trapianti di cellule negli animali non dimostra piu' niente, in quanto si e' gia' superatala fase esplorativa di questo tipo di ricerca. I ricercatori stranieri devono ora dimostrare di essere in grado di ottimizzare l'efficacia dei trapianti cellulari e di controllarne gli effetti collaterali".