Oltre 7 italiani su 10 dicono si' alla fecondazione artificiale, 1 su 2 ritiene indispensabile stabilire dei limiti di eta' e dice di no alle mamme-nonne. E' quanto e' emerso dal sondaggio presentato lo scorso 14 settembre a Bologna, nell'ambito del Sismer Forum sulla riproduzione assistita. Dall'inchiesta, condotta su mille persone tra 25 e 45 anni in tutta Italia dalla stessa Societa' italiana studi di medicina della riproduzione (Sismer), e' emerso che il 73% degli italiani fra 25 e 45 anni ritiene giusto che una coppia che non riesce a concepire un figlio naturalmente possa ricorrere alla fecondazione assistita. La meta' degli intervistati, pero', giudica indispensabile fissare un limite di eta': il 28% ritiene che l'eta' della menopausa debba essere il limite massimo per una donna che voglia un figlio in provetta, il 24% individua invece l'eta' massima nei 50 anni. Soltanto il 17% pensa che non debbano esserci limiti anagrafici. Molti (31%) non hanno nessuna opinione in merito. Sempre secondo l'inchiesta della Sismer, i favorevoli alla fecondazione artificiale sono in leggera maggioranza al Nord (79%) rispetto al Sud (72%) ed al Centro (69%). La maggior parte dei si' proviene dalle donne: ben il 76% contro il 67% tra gli uomini. Tra le donne, le piu' favorevoli alla riproduzione assistita vivono nel Nord(79%), mentre tra gli uomini sono quelli del Sud (70%) i piu' aperti all'uso di queste tecniche. Meno sensibile, in linea di massima, chi e' gia' genitore (65%), mentre sono piu' favorevoli coloro che non hanno figli (74%). Tra coloro che pensano che sia necessario fissare un'eta' limite, le donne sono piu' numerose degli uomini, con il 75% contro il 62%. I piu' "libertari", che non vedono cioe' nessun ostacolo a interventi di fecondazione assistita su donne ultracinquantenni, in maggioranza vivono al Centro (25%, contro l'8% del Nord) e sono soprattutto uomini (18% contro il 15% delle donne).

Oltre 7 italiani su 10 dicono si' alla fecondazione artificiale, 1 su 2 ritiene indispensabile stabilire dei limiti di eta' e dice di no alle mamme-nonne. E' quanto e' emerso dal sondaggio presentato lo scorso 14 settembre a Bologna, nell'ambito del Sismer Forum sulla riproduzione assistita. Dall'inchiesta, condotta su mille persone tra 25 e 45 anni in tutta Italia dalla stessa Societa' italiana studi di medicina della riproduzione (Sismer), e' emerso che il 73% degli italiani fra 25 e 45 anni ritiene giusto che una coppia che non riesce a concepire un figlio naturalmente possa ricorrere alla fecondazione assistita. La meta' degli intervistati, pero', giudica indispensabile fissare un limite di eta': il 28% ritiene che l'eta' della menopausa debba essere il limite massimo per una donna che voglia un figlio in provetta, il 24% individua invece l'eta' massima nei 50 anni. Soltanto il 17% pensa che non debbano esserci limiti anagrafici. Molti (31%) non hanno nessuna opinione in merito. Sempre secondo l'inchiesta della Sismer, i favorevoli alla fecondazione artificiale sono in leggera maggioranza al Nord (79%) rispetto al Sud (72%) ed al Centro (69%). La maggior parte dei si' proviene dalle donne: ben il 76% contro il 67% tra gli uomini. Tra le donne, le piu' favorevoli alla riproduzione assistita vivono nel Nord(79%), mentre tra gli uomini sono quelli del Sud (70%) i piu' aperti all'uso di queste tecniche. Meno sensibile, in linea di massima, chi e' gia' genitore (65%), mentre sono piu' favorevoli coloro che non hanno figli (74%). Tra coloro che pensano che sia necessario fissare un'eta' limite, le donne sono piu' numerose degli uomini, con il 75% contro il 62%. I piu' "libertari", che non vedono cioe' nessun ostacolo a interventi di fecondazione assistita su donne ultracinquantenni, in maggioranza vivono al Centro (25%, contro l'8% del Nord) e sono soprattutto uomini (18% contro il 15% delle donne).